LulZSec Italia ha messo in ginocchio due prestigiose università italiane. Attacchi mirati del gruppo di hacktivisti hanno colpito due prestigiosi atenei rispettivamente ubicati nel Lazio e in Campania. Una settimana di pathos per gli accademici italiani che si sono visti violati nelle infrastrutture di rete. Anche qui, come nel caso precedente che ha visto bucata l’università lucana, sono andati a segno degli attacchi non solo alla parte visibile e web dei dipartimenti, ma anche le intranet private.La prima università ad essere colpita in ordine temporale è stata la Parthenope di Napoli annunciata in pompa magna con un tweet.
LulZ! Non fa niente @Uniparthenope lo annunciamo noi! Ci siamo impossessati dei vostri dati che a quanto pare non ritenete poi così tanto sensibili e importanti! #MIUR Quando imparerete? #DataBreach #Hacked #LulzSecITA https://t.co/vT5s4NVWP6 pic.twitter.com/G1DxW9n58M— LulzSecITA (@LulzSec_ITA) January 31, 2020
Dopo qualche giorno, a seguito di un tweet criptico, è stato svelato il secondo attacco alla Università Roma 3. I commenti a caldo circa le azioni intraprese non sono stati integralmente positivi e le polemiche sul pubblicare dei dati sensibili di persone ignare sono fioccate alla grande. Giusto ricordare che è un crimine violare sistemi informatici, ma lo è altrettanto non custodire a dovere i propri dati. Ed è qui che si apre un capitolo da noi spesso evidenziato. Chi arresterà LulZSec lo possiamo immaginare, ma chi multerà l’ennesimo Ente che secondo il GDPR non ha protetto i dati?
Ipocrisie italiane.
Abbiamo fatto visita a @UnivRoma3, nella speranza che oltre alla sicurezza, possa migliorare anche il futuro dei nostri giovani! https://t.co/Ldez9lrG6W Una piccolissima parte del leak: https://t.co/DsuZyQK5VT pic.twitter.com/DvrWkBxW9Z— LulzSecITA (@LulzSec_ITA) February 7, 2020