Tech
Navigare nel paesaggio testuale di Linux: Vim ed Emacs
Tempo di lettura: 3 minuti. Esplora Vim ed Emacs, due potenti editor di testo che definiscono l’esperienza utente Linux con filosofie e comunità uniche
Nel vasto paesaggio di Linux, la bravura di un utente è spesso misurata dalla sua fluidità nella modifica del testo e due colossi dominano questo regno: Vim ed Emacs. Questi editor non sono semplici strumenti; sono ecosistemi, filosofie e comunità che incarnano l’essenza della flessibilità e della potenza di Linux. Questo articolo esplora in profondità le complessità di entrambi, fornendo una mappa per la padronanza di questi regni di combinazioni di tasti.
Storia e filosofia di Vim ed Emacs
La storia di Vim inizia con la ricerca di Bram Moolenaar di un editor per Amiga nel 1991, che si è trasformato nel Vim che conosciamo oggi per Linux: un software caritatevole dedicato a migliorare il mondo un edit alla volta. La saga di Emacs, invece, risale agli anni ’70 con Richard Stallman, crescendo da un insieme di macro a un esteso editor di visualizzazione in tempo reale auto-documentante.
Vim, derivato da Vi Improved, è l’incarnazione dell’efficienza. La sua natura modale, dove ogni modalità serve uno scopo distinto, è progettata per minimizzare lo spreco di battiture. Emacs, al contrario, è un ampio spazio di lavoro: un ambiente “fai-tutto” dove la modifica del testo è solo l’inizio.
Iniziare con Vim su Linux
Entrando nel mondo di Vim, ci si trova in modalità Normale, un paesaggio di comandi e scorciatoie. Muoversi attraverso il testo in Vim esclude l’uso del mouse a favore di comandi come h, j, k e l. Inserire testo richiede un passaggio in modalità Inserimento, ottenuto con la pressione di i, mentre la modalità Visuale consente la selezione e la manipolazione del testo.
Modificare in Vim è simile a coreografare una danza: x cancella un carattere, dw elimina una parola e yy copia una linea. Salvare (:w) ed uscire (:q) sono solo a pochi incantesimi di distanza.
Avanzare con Vim
L’utente esperto di Vim su Linux naviga i file come un vento veloce. La ricerca e la sostituzione diventano un potente vortice con %s/old/new/g, mentre il file .vimrc e i plugin trasformano Vim in una fortezza personalizzata di efficienza.
Iniziare con Emacs
Emacs accoglie i nuovi arrivati con un buffer, una tela in attesa di testo. La navigazione, sebbene non modale come Vim, è incentrata sulla tastiera, con comandi come C-p, C-n, C-b e C-f per muovere il cursore in direzioni familiari. La modifica è immediata, con C-k per tagliare le linee e C-/ per annullare gli errori.
Avanzare con Emacs
Nelle mani di un esperto, Emacs è una sinfonia di funzionalità. La sua personalizzabilità è illimitata, con lo scripting in Emacs Lisp che piega l’editor alla volontà dell’utente. I pacchetti ne potenziano le capacità e la sua competenza si estende oltre il testo per diventare un organizzatore personale con la modalità Org, un client di posta elettronica e persino un browser web.
Confronto tra Vim ed Emacs
Vim è uno sprinter: veloce, efficiente e snello, mentre Emacs è un decatleta, versatile e completo. La curva di apprendimento di Vim è ripida, ma la sua efficienza è ineguagliabile una volta padroneggiata. Emacs, sebbene inizialmente più accessibile, rivela la sua complessità a strati, richiedendo un investimento per sbloccare il suo pieno potenziale.
Integrare Vim ed Emacs nel proprio flusso di lavoro
Entrambi gli editor si integrano senza problemi con ambienti di sviluppo e sistemi di controllo versione come Git. La modifica remota è semplice con Netrw di Vim o Tramp di Emacs, e lo scripting potenzia entrambi gli editor per automatizzare il banale.
La comunità e la cultura
Vim ed Emacs non sono solo editor; sono culture complete con le proprie filosofie, barzellette e persino rivalità. Queste comunità sono vivaci, accoglienti e una risorsa inestimabile per l’apprendimento.
Smartphone
Vivo T3 Ultra e Vivo V40 Lite: due nuovi smartphone
Tempo di lettura: 2 minuti. Vivo lancia il T3 Ultra in India e si prepara al lancio del V40 Lite con varianti 4G e 5G, puntando su specifiche avanzate e prezzi competitivi.
Il mercato degli smartphone continua a evolversi con il lancio di nuovi modelli da parte di Vivo, come il Vivo T3 Ultra e il Vivo V40 Lite. Mentre il T3 Ultra si rivolge al mercato con specifiche elevate e un prezzo competitivo, il V40 Lite, nelle varianti 4G e 5G, mira a espandere la presenza internazionale di Vivo.
Vivo T3 Ultra: caratteristiche e disponibilità in India
Il Vivo T3 Ultra è stato lanciato ufficialmente in India come parte della serie Vivo T3, che include già modelli come il Vivo T3x e il T3 Lite. Con un prezzo iniziale di circa 31.999 INR (circa 365 euro) per la versione base da 8GB di RAM e 128GB di memoria interna, il dispositivo si posiziona nel segmento medio-alto del mercato. Tra le caratteristiche principali troviamo un display AMOLED curvo 3D da 6,78 pollici con una risoluzione 1.5K e supporto HDR10+, una batteria da 5.500 mAh con ricarica rapida da 80W e un processore Mediatek Dimensity 9200+. Il comparto fotografico è composto da una fotocamera principale Sony IMX921 da 50MP con stabilizzazione ottica e una fotocamera frontale da 50MP.
Le vendite inizieranno il 19 settembre tramite Flipkart e il sito ufficiale di Vivo. Il Vivo T3 Ultra si distingue per il suo design elegante e il suo hardware avanzato, confrontandosi con modelli come il Realme GT 6T e il Motorola Edge 50 Pro.
Vivo V40 Lite: fuga di notizie su design e specifiche
Il Vivo V40 Lite, nelle varianti 4G e 5G, è stato recentemente al centro di indiscrezioni che ne hanno rivelato il design e alcune specifiche chiave. Il modello 4G sarà dotato di un processore Snapdragon 685, mentre la versione 5G includerà il chip Snapdragon 4 Gen 1. Entrambi i modelli avranno una batteria da 5.000 mAh e fotocamere da 50MP sul retro e 32MP sul fronte.
La variante 4G sarà disponibile a partire da un prezzo di circa 18.000 INR (circa 206 euro), mentre la versione 5G costerà intorno ai 24.000 INR (circa 275 euro). Le differenze tra le due versioni si riflettono anche nel design: mentre entrambe saranno disponibili in tonalità Violet e Silver, la versione 5G avrà un design con effetto cangiante.
Tech
Micro reattori nucleari: soluzione da 20 milioni di euro per i data center e l’industria dell’AI?
Con la crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale e dei data center, la necessità di fonti di energia affidabili e pulite diventa sempre più urgente. Nano Nuclear Energy sta sviluppando micro reattori nucleari che potrebbero rappresentare una soluzione concreta a partire dal 2031, con prototipi previsti già per il 2027. Questi reattori, compatti e trasportabili via terra, mare o ferrovia, offrono energia sicura e scalabile, ideale per alimentare data center in località remote.
Progettati per essere plug-and-play, i micro reattori di Nano Nuclear Energy richiedono un’infrastruttura minima per l’installazione e offrono un funzionamento sicuro grazie a tecnologie avanzate che evitano il rischio di surriscaldamento. Uno degli ostacoli principali resta l’approvazione normativa, ma i cambiamenti regolatori, come il Progetto Pele del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, potrebbero semplificare il percorso verso il loro impiego commerciale. Il costo previsto di questi reattori è di circa 20 milioni di euro, rendendoli accessibili per un’ampia gamma di industrie.
Sicurezza e gestione dei rifiuti nucleari
James Walker, CEO di Nano Nuclear Energy, ha sottolineato che i reattori nucleari, inclusi quelli su scala micro, rappresentano la forma di energia più sicura in termini di morti per gigawatt ora. Inoltre, ha affrontato la questione dei rifiuti nucleari, affermando che la quantità generata da tutti i reattori operativi negli Stati Uniti, comprese le unità navali, potrebbe essere contenuta in un solo campo da calcio.
Robotica
Robot microscopico in stile kirigami: innovazione millimetrica
Tempo di lettura: 2 minuti. Cornell sviluppa un robot microscopico ispirato al kirigami, capace di trasformarsi in forme 3D e muoversi autonomamente grazie a cerniere attivabili elettrochimicamente.
Il team di ricerca di Cornell ha sviluppato un nuovo robot microscopico ispirato al kirigami, capace di trasformarsi da un foglio bidimensionale a complesse strutture tridimensionali e muoversi autonomamente. Questo robot, grande meno di 1 millimetro, è realizzato come un “metasheet” esagonale, che attraverso una scarica elettrica si piega in forme pre-programmate e può anche strisciare su superfici. Grazie al suo design innovativo, il robot utilizza tagli sottili nel materiale per piegarsi, espandersi e muoversi.
Questa tecnologia è descritta nel recente articolo “Electronically Configurable Microscopic Metasheet Robots”, pubblicato su Nature Materials. I principali autori sono Qingkun Liu e Wei Wang, due ricercatori post-dottorato, sotto la supervisione di Itai Cohen, professore di fisica alla Cornell.
Innovazione basata sul kirigami
Il kirigami, variante dell’origami, consente al robot di piegarsi in forme 3D senza dover nascondere materiale in eccesso, rendendo l’approccio molto più efficiente nella creazione di strutture tridimensionali. Questo robot è composto da circa 100 pannelli di biossido di silicio collegati tramite oltre 200 cerniere attuabili, ognuna delle quali è spessa appena 10 nanometri. Queste cerniere, attivate elettrochimicamente, permettono al robot di cambiare forma, espandersi e contrarsi fino al 40%, oltre che avvolgersi attorno a oggetti.
Uno degli obiettivi del progetto era creare una macchina microscopica in grado di muoversi autonomamente, superando le sfide del contatto e dell’attrito a livello microscopico. Il robot riesce a muoversi attraverso il suo ambiente cambiando forma, sfruttando le forze di resistenza fluidodinamica per nuotare, simile al movimento in un fluido viscoso come il miele.
Applicazioni future
Il team di Cohen prevede di combinare queste strutture flessibili con controlli elettronici, creando materiali “elastronici” in grado di rispondere in modo ultra-reattivo agli stimoli. Questi materiali potrebbero trovare applicazione in micromacchine riconfigurabili, dispositivi biomedicali miniaturizzati e materiali intelligenti che reagiscono agli impatti alla velocità della luce.
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