Sommario
La rivoluzione dell’intelligenza artificiale (AI) sta incontrando un nuovo orizzonte con la ricerca di architetture hardware innovative che imitano il funzionamento del cervello umano definite con il termine di neuromorfismo. Erica Carlson, professore di fisica e astronomia presso la Purdue University, sottolinea la discrepanza tra i codici ispirati al cervello utilizzati nell’AI e le architetture di silicio convenzionali, non ottimizzate per questi scopi.
Architetture neuromorfiche: futuro del calcolo
Un team di fisici della Purdue University, dell’University of California San Diego (UCSD) e dell’École Supérieure de Physique et de Chimie Industrielles (ESPCI) a Parigi ha pubblicato su “Advanced Electronic Materials” uno studio che potrebbe riformulare l’hardware informatico attuale, ispirandosi alle sinapsi del cervello umano. Queste architetture neuromorfiche promettono processori a basso consumo energetico, capacità di calcolo avanzate, modalità di calcolo fondamentalmente diverse, apprendimento nativo e riconoscimento di pattern migliorato.
Vanadio ossido: materiale promettente per il neuromorfismo
Il vanadio ossido emerge come un materiale promettente per il computing neuromorfico, essendo in grado di emulare sia i neuroni che le sinapsi artificiali. La memoria non volatile recentemente scoperta in questi ossidi, che si basa su cicli di temperatura parziali attraverso la transizione da isolante a metallo, apre nuove prospettive per il controllo e la gestione della memoria in dispositivi futuri.
Innovazioni e scoperte nel vanadio ossido
Alexandre Zimmers, scienziato sperimentale della Sorbonne University e dell’ESPCI, evidenzia che il vanadio diossido è uno dei pochi materiali quantistici adatti per dispositivi neuromorfici futuri. Per la prima volta, è possibile osservare otticamente i cambiamenti nel materiale mentre opera come sinapsi artificiale, con la memoria che si accumula nell’intero campione, piuttosto che solo ai confini dei domini.