Telegram condivide dati di 2.200 utenti con le autorità statunitensi

da Livio Varriale
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Telegram, noto per la sua enfasi sulla privacy, ha recentemente condiviso con le autorità statunitensi informazioni su oltre 2.200 utenti, inclusi numeri di telefono e indirizzi IP. Questa decisione rappresenta un cambiamento significativo nella politica della piattaforma, adottata per rispondere alla crescente pressione da parte delle autorità per contrastare crimini informatici e altre attività illecite.

Cambiamento radicale nelle politiche di Telegram

Fino a settembre 2024, Telegram limitava la condivisione dei dati utente solo a casi legati al terrorismo, gestendo appena 14 richieste che coinvolgevano 108 utenti. Tuttavia, un aggiornamento della privacy policy ha ampliato il raggio d’azione, consentendo la condivisione di dati in caso di crimini come:

  • Cybercrime.
  • Frodi online.
  • Vendita di beni illegali.

Questa revisione è arrivata dopo l’arresto di Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, avvenuto in Francia ad agosto 2024. Durov è stato accusato di complicità in crimini informatici e di mancata cooperazione nelle indagini, segnando un punto di svolta nella strategia dell’azienda.

Dati condivisi: numeri significativi

Secondo il rapporto di trasparenza di Telegram, tra gennaio e dicembre 2024, l’azienda ha processato 900 richieste valide da parte delle autorità statunitensi, un numero molto più alto rispetto agli anni precedenti. Queste richieste hanno portato alla condivisione di informazioni su migliaia di utenti, in conformità con la nuova politica che prevede un’analisi legale di ogni caso prima di fornire dati alle autorità.

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Impatto sui cybercriminali e reazioni degli utenti

Telegram è ampiamente utilizzato non solo da utenti legittimi, ma anche da cybercriminali per attività illecite, come vendita di dati rubati, coordinamento di attacchi informatici e commercio di beni illegali. Dopo l’annuncio del cambio di policy, molti gruppi di criminali informatici hanno dichiarato l’intenzione di abbandonare la piattaforma. Tuttavia, secondo KELA, azienda specializzata in intelligence sul cybercrimine, la migrazione verso alternative come Signal o piattaforme del dark web è stata limitata, lasciando Telegram ancora al centro di molte operazioni illecite.

Reazioni della comunità

La decisione di condividere dati ha suscitato reazioni contrastanti tra gli utenti:

  • Supporto alle autorità: Alcuni vedono questa mossa come un passo necessario per combattere il crimine informatico e proteggere la sicurezza pubblica.
  • Preoccupazioni sulla privacy: Altri temono che questa scelta comprometta la reputazione di Telegram come piattaforma di comunicazione sicura e rispettosa della privacy.

Il ruolo delle pressioni legali

L’arresto di Pavel Durov in Francia ha giocato un ruolo chiave nel cambio di direzione dell’app di messaggistica. Durov è stato accusato di complicità in crimini organizzati, inclusa la distribuzione di materiali illegali e il rifiuto di collaborare con le autorità. Queste accuse hanno costretto Telegram a riconsiderare il proprio approccio alla privacy, introducendo politiche più conformi alle richieste delle autorità globali.

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Il cambiamento delle politiche di Telegram riflette un delicato equilibrio tra sicurezza e privacy. Mentre l’azienda cerca di adeguarsi alle normative e contrastare l’abuso della piattaforma, questa svolta potrebbe influire sulla fiducia degli utenti, spingendo alcuni verso alternative percepite come più sicure. Il prossimo rapporto di trasparenza, previsto per aprile 2025, offrirà ulteriori dettagli sugli effetti di questa politica e sul comportamento degli utenti e dei cybercriminali.

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