Scandalo Libra: Javier Milei sotto accusa per frode mentre il valore crolla

Il presidente argentino Javier Milei è accusato di frode per la promozione del token LIBRA, crollato del 90%. L’imprenditore Hayden Davis nega la truffa e cerca di espandere il progetto in Nigeria.

da Giuseppe De Vitis matricedigitale.it
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libra coin e javier milei

L’Argentina si trova al centro di uno scandalo finanziario che coinvolge Javier Milei, presidente del Paese, accusato di manipolazione del mercato e frode legata al token LIBRA. La criptovaluta, che aveva raggiunto una capitalizzazione di 4,5 miliardi di dollari, ha subito un crollo verticale dopo che Milei ha rimosso il suo supporto pubblico al progetto, scatenando accuse di insider trading e richieste di impeachment.

Il caso si complica ulteriormente con il coinvolgimento di Hayden Davis, principale promotore di LIBRA, il quale nega che si tratti di una frode e accusa Milei di aver innescato il collasso della moneta. Nel frattempo, la società dietro il progetto sta cercando di rilanciare il token in Nigeria, nonostante le pesanti restrizioni del governo locale sulle criptovalute.

Milei accusato di frode per la promozione del token LIBRA

Javier Milei è sotto il fuoco delle critiche dopo essere stato accusato di frode finanziaria per il suo coinvolgimento nella promozione del token LIBRA. Secondo l’opposizione e alcuni esperti finanziari, la sua sponsorizzazione pubblica della criptovaluta ha portato migliaia di investitori ad acquistare il token, prima che il suo valore crollasse del 90% in poche ore.

La denuncia, presentata in tribunale da Jonatan Baldiviezo e Claudio Lozano, sostiene che Milei avrebbe sfruttato la sua posizione di presidente per manipolare il mercato, favorendo una ristretta cerchia di investitori. L’opposizione politica argentina sta addirittura valutando un processo di impeachment, mentre la magistratura sta esaminando il caso per capire se vi siano gli estremi per procedere penalmente.

Hayden Davis: “Non è una truffa, ma un progetto fallito”

Hayden Davis, imprenditore legato al progetto LIBRA, ha respinto le accuse di truffa, affermando che si è trattato di un piano di investimento fallito, non di una frode intenzionale. In un’intervista, Davis ha dichiarato che il token era stato progettato con un sistema di market making per stabilizzare il prezzo, ma l’improvvisa presa di distanza di Milei ha causato una fuga di investitori, determinando il collasso del valore.

Le indagini hanno inoltre rivelato collegamenti tra il wallet del progetto LIBRA e altri asset sospetti, tra cui le criptovalute MELANIA, ENRON e BOB, aumentando i sospetti di una manipolazione premeditata.

Un ulteriore elemento di tensione riguarda il presunto insider trading: alcune figure influenti, tra cui Dave Portnoy di Barstool Sports, avrebbero ricevuto token gratuiti in cambio della promozione del progetto. Se confermato, ciò potrebbe portare a un’indagine più ampia da parte degli enti di regolamentazione finanziaria internazionali.

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LIBRA punta all’espansione in Nigeria

Nonostante lo scandalo, il progetto LIBRA non sembra destinato a scomparire. La società Kelsier Ventures, coinvolta nella creazione del token, sta attivamente cercando di espandere l’iniziativa in Nigeria, puntando su una nuova blockchain basata su Solana.

L’obiettivo è replicare il modello di LIBRA all’interno di un sistema economico decentralizzato, offrendo un’alternativa ai tradizionali circuiti bancari africani. Tuttavia, il governo nigeriano ha adottato una posizione estremamente restrittiva sulle criptovalute, vietando dal 2021 l’utilizzo di asset digitali nelle transazioni bancarie. Le autorità di regolamentazione locali potrebbero quindi ostacolare il progetto prima ancora del suo lancio ufficiale.

La difesa di Milei: “Non ho promosso nulla, ho solo condiviso informazioni”

Di fronte alle crescenti pressioni, Javier Milei ha rilasciato un’intervista in cui si è difeso dalle accuse, sostenendo di non aver mai promosso direttamente il token, ma solo di aver condiviso informazioni su di esso.

“Non ho fatto alcuna promozione, ho semplicemente condiviso un post perché sono un entusiasta della tecnologia,” ha dichiarato Milei. Tuttavia, il suo tweet originale è stato cancellato dopo l’ondata di critiche ricevute, aumentando i sospetti su un suo coinvolgimento più profondo nel progetto.

Il presidente ha poi minimizzato l’impatto dello scandalo sugli argentini, affermando che la maggior parte degli investitori colpiti erano stranieri, principalmente trader cinesi e statunitensi. Inoltre, ha contestato i numeri circolati sui media, sostenendo che non 44.000, ma circa 5.000 persone sarebbero state realmente coinvolte nel crollo del token.

Milei ha infine ammesso di aver incontrato Hayden Davis nel 2024 presso la Casa Rosada, spiegando che la discussione verteva su possibili soluzioni per finanziare startup argentine senza passare per le banche tradizionali.

Scandalo con ripercussioni globali

Il caso LIBRA potrebbe diventare un punto di riferimento nella regolamentazione delle criptovalute, mettendo in luce i rischi legati all’intersezione tra politica e finanza decentralizzata.

  • Javier Milei rischia un’indagine per frode e insider trading, mentre il suo governo tenta di distanziarsi dallo scandalo.
  • Hayden Davis continua a difendere il progetto, ma le prove di possibili manipolazioni di mercato potrebbero aggravare la sua posizione legale.
  • L’espansione di LIBRA in Nigeria potrebbe incontrare ostacoli normativi, vista la posizione restrittiva del governo locale sulle criptovalute.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se LIBRA sarà definitivamente archiviato come una delle più grandi truffe crypto della storia, o se riuscirà a reinventarsi in nuovi mercati.

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