Apple: pressioni sulla produzione in Cina, fuga di talenti IA, sfida legale sul sensore ossigeno

di Michele Sesti matricedigitale.it
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Apple si trova al centro di una fase strategica complessa, caratterizzata da dinamiche che coinvolgono produzione, innovazione tecnologica, approvvigionamento e sfide legali. Le ultime novità toccano aspetti critici come la dipendenza produttiva dalla Cina, la concorrenza globale nella ricerca sull’intelligenza artificiale, il contenzioso sui sensori biomedicali e la trasformazione della catena di fornitura dei display MacBook.

Pressioni amministrative statunitensi sulla dipendenza dalla Cina

L’amministrazione Trump ha riacceso la polemica sulla dipendenza di Apple dalla produzione in Cina, con il consigliere senior Peter Navarro che ha criticato pubblicamente Tim Cook per la scarsa volontà di delocalizzare la manifattura degli iPhone negli Stati Uniti. Secondo Navarro, Apple non avrebbe mai dato seguito alle promesse di riduzione della produzione cinese, nonostante l’evoluzione delle tecniche di manifattura avanzata e l’emergere dell’intelligenza artificiale. Il nuovo ciclo di dazi, che entrerà in vigore dopo la fine della moratoria di 90 giorni, prevede tariffe comprese tra il 10% e il 40% su diverse categorie di importazioni dalla Cina, acuendo la pressione su Apple e sugli altri giganti tecnologici che basano la propria supply chain su fornitori asiatici.

Analisti e osservatori del settore concordano sull’estrema difficoltà logistica ed economica di un “reshoring” della produzione negli Stati Uniti, dato che Apple si approvvigiona di componenti in oltre 40 paesi e gestisce catene di assemblaggio molto complesse. Gli effetti di queste tensioni potrebbero impattare non solo i prezzi dei dispositivi Apple sul mercato statunitense, ma anche la competitività globale della società nella fase di lancio delle nuove generazioni di iPhone.

Fuga di talenti: Apple perde un dirigente chiave a favore di Meta

La concorrenza nell’ambito dell’intelligenza artificiale si intensifica, con Meta che attua una strategia aggressiva di recruiting di profili di alto livello. Ruoming Pang, responsabile del team dei foundation models di Apple, ha accettato un’offerta multimilionaria di Meta, lasciando il gruppo che ha sviluppato i principali modelli linguistici utilizzati per Apple Intelligence e funzioni come email summary, Priority Notifications e Genmoji. La perdita di Pang arriva in un momento delicato per Apple, che già valutava l’utilizzo di tecnologie OpenAI o Anthropic per potenziare Siri, creando incertezza e demoralizzazione nel team interno.

La competizione con colossi come Google e Samsung evidenzia un ritardo relativo di Apple nello sviluppo di soluzioni IA consumer e nell’integrazione delle funzionalità promesse. Il ritardo nella distribuzione di Apple Intelligence su Siri, annunciato a WWDC 2024, ha comportato una ristrutturazione delle divisioni interne e un riorientamento sotto la guida di Craig Federighi e Mike Rockwell.

Scontro legale sugli smartwatch: Apple e il blocco del sensore ossigeno

Apple ha presentato ricorso alla Corte d’Appello federale statunitense contro il blocco all’importazione dei modelli Apple Watch dotati di sensore di ossigeno nel sangue. Il provvedimento, emesso dall’ITC nel 2023 su richiesta di Masimo, riguarda la presunta violazione di brevetti relativi alla pulsossimetria. La difesa Apple sostiene che il blocco sia infondato, dato che il dispositivo concorrente Masimo era ancora in fase di sviluppo al momento della denuncia, e che le restrizioni commerciali dovrebbero essere applicate solo in presenza di prodotti commercializzati.

La controversia ha costretto Apple a modificare la versione USA degli Apple Watch Series 9, 10 e Ultra 2, disabilitando la funzione di misurazione dell’ossigeno nei modelli destinati al mercato interno, mentre le versioni internazionali restano pienamente operative. La sentenza definitiva della Corte d’Appello è attesa nei prossimi mesi e potrebbe ridefinire i confini dell’applicazione delle leggi sui brevetti in ambito consumer tech.

BOE leader nei display MacBook: sorpasso su LG e Sharp

Il fornitore cinese BOE diventa il principale produttore di display per MacBook nel 2025, conquistando il 51% delle forniture e superando per la prima volta LG Display. La crescita di BOE è attribuibile all’aumento degli ordini di pannelli LCD destinati ai nuovi MacBook Air da 13,6 e 15,3 pollici, e si traduce in una spedizione di circa 11,5 milioni di unità, su un totale di 22,5 milioni di display previsti per l’anno.

LG Display vede scendere la propria quota al 35% e Sharp, che fornisce i pannelli mini-LED dei MacBook Pro, subisce un calo del 20,8% rispetto all’anno precedente, fermandosi al 14% di market share. Tuttavia, questa leadership di BOE potrebbe essere temporanea: a partire dal 2026 Apple dovrebbe introdurre modelli MacBook Pro con display OLED, coinvolgendo anche Samsung Display nella supply chain e rimescolando le quote del mercato globale.

L’incremento quantitativo nella domanda di MacBook resta marginale, ma la ristrutturazione delle forniture rappresenta una trasformazione significativa nella catena del valore Apple, con ripercussioni anche sulle strategie di investimento e approvvigionamento dei principali competitor asiatici.

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