Sommario
Prosegue la consueta analisi di Matrice Digitale dedicata al sentiment espresso sulla piattaforma X (ex Twitter) nei confronti delle principali istituzioni europee. La novità di questo mese riguarda l’estensione dell’osservazione anche al profilo del Parlamento Europeo in lingua inglese. I profili presi in esame includono quelli di Ursula von der Leyen, Kaja Kallas, Roberta Metsola, Antonio Costa, della Commissione Europea e del Parlamento Europeo.
Dati quantitativi
Nel mese di giugno, l’indagine condotta attraverso la piattaforma Antares ha analizzato una mole di 209.388 tweet, che hanno generato 84.743.822 like, 2.210.421 condivisioni, 1.310.692 citazioni e 4.906.447 commenti.
Istituzione | Tweet | Like | Condivisioni | Citazioni | Commenti |
---|---|---|---|---|---|
Ursula von der Leyen | 61 | 271.098 | 45.814 | 16.187 | 114.319 |
Kaja Kallas | 41 | 133.023 | 23.762 | 4.305 | 30.970 |
Roberta Metsola | 40 | 18.659 | 3.434 | 399 | 3.848 |
António Costa | 20 | 41.104 | 5.876 | 992 | 2.774 |
European Commission | 20 | 10.523 | 2.802 | 735 | 3.689 |
European Parliament | 10 | 3.153 | 715 | 146 | 1.283 |
In termini di attività, è Ursula von der Leyen a primeggiare con 61 tweet pubblicati, seguita da Kaja Kallas con 41 e Roberta Metsola con 40. Più marginale l’attività social di Antonio Costa, della Commissione Europea e del Parlamento Europeo, fermi rispettivamente a 20 e 10 tweet.
Indici qualitativi

Oltre alla quantità, Matrice Digitale misura anche la qualità dell’attività social attraverso diversi indicatori. L’indice di gradimento (like per tweet) vede Ursula von der Leyen primeggiare su Kaja Kallas e Antonio Costa, mentre Roberta Metsola e il Parlamento Europeo risultano fanalini di coda.

Per quanto riguarda l’indice di viralità, si conferma la sfida tra von der Leyen e Kallas, con Costa al terzo posto.

Interessante è l’’indice di dibattito (commenti per tweet): anche qui von der Leyen e Kallas mostrano alti numeri, mentre sorprende il Parlamento Europeo, che supera addirittura Roberta Metsola, segno di una difficoltà persistente di quest’ultima a emergere sulla piattaforma di Elon Musk.
I protagonisti del mese

Dal punto di vista dei profili più attivi e discussi, giugno si distingue per l’assenza della rappresentanza italiana tradizionalmente rilevante. Emergono invece numerosi profili sconosciuti, spesso difficili da tracciare, che ottengono visibilità e gradimento proprio in chiave oppositiva all’Unione Europea.
Tweet più apprezzati
Tra i tweet più graditi figura quello del profilo “Terminally von der Leyen”, nato proprio per chiedere le dimissioni della presidente della Commissione prendendo spunto da una notizia di Netanyahu: ha registrato altissimo engagement, sottolineando la polarizzazione del sentiment.

Altrettanto rilevante è Narendra Modi, che con soli 2 tweet ha ottenuto circa 78.000 like, entrando nella top list. Spicca poi una notizia diffusa dal profilo Cillian, secondo cui von der Leyen avrebbe rilasciato una dichiarazione a tutela delle elezioni in Polonia, tema che ha generato ampia discussione. In classifica anche applate news, con un tweet sulle richieste di dimissioni a cui avrebbero risposto 40.000 utenti.

Tra i protagonisti analizzati direttamente dalla ricerca, Antonio Costa emerge grazie a un tweet che invita Trump a fare squadra per la pace nel mondo e che ottiene 32.253 like. A seguire, un tweet di von der Leyen congiunto con Modi raccoglie 27.000 like, mentre Kaja Kallas ottiene buoni numeri per un post in cui propone il ban del gas russo entro il 2027, celebrando i risultati già raggiunti.
Tweet più commentati
Dal punto di vista dei commenti, von der Leyen è ancora protagonista. Il tweet meno gradito riguarda le sue ingerenze sulle decisioni del governo ungherese circa il Pride di Budapest. Altri due post criticati riguardano la sua presa di posizione contro l’Iran (sul tema della bomba atomica) e il dialogo con Netanyahu considerato morbido in un contesto di crisi mediorientale.

Kaja Kallas interviene anch’ella sulla questione iraniana, ma i commenti non sono sempre positivi: riflettono anzi un fronte di dissenso che si amplifica nei casi più sensibili.
Temi dominanti del mese
Tra i temi principali che hanno attraversato X nel mese di giugno, spiccano gli hashtag #FreePalestine, #Gaza, #Genocide, #Israel e #Iran, che delineano una netta opposizione delle community online rispetto alle politiche europee, ritenute blande e permissive verso Israele.

Pur risultando tra gli argomenti più positivamente menzionati, Kaja Kallas lo è solo per la fermezza delle sue posizioni. Al contrario, l’Ucraina scivola sempre più in fondo alle classifiche tematiche, così come la Russia, che però mantiene un coinvolgimento leggermente più alto rispetto a Donald Trump, ormai marginale nel dibattito europeo.
Analisi del sentiment
L’analisi del sentiment sulla piattaforma X (ex Twitter) rivela una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni europee, con una prevalenza netta di percezioni negative in quasi tutti i profili e le lingue analizzate. Il dato più allarmante non riguarda il numero di interazioni, bensì la qualità della percezione: ovunque si registra una maggioranza schiacciante di commenti critici, che delineano una crisi reputazionale strutturale.
Leader europei e istituzioni: una narrativa quasi interamente negativa
Il profilo di Ursula von der Leyen presenta un sentiment marcatamente critico: il 72% dei commenti è negativo, mentre solo il 25% è positivo, con un minimo 3% neutro. Anche Kaja Kallas riflette un panorama simile: 66% di commenti negativi, contro 27% positivi e 7% neutri. Peggiore ancora la situazione per Roberta Metsola, dove i commenti negativi rappresentano oltre il 60%, con positivi appena sopra al 35%.

Gli account istituzionali seguono lo stesso schema: Commissione Europea, Consiglio e Parlamento Europeo raccolgono una quota di negatività sistematica compresa tra il 60% e il 70%, con una percentuale di positività che oscilla tra il 25% e il 35%. In nessun caso si supera la soglia del 40% di sentiment positivo.
Le lingue europee: il dissenso è generalizzato

Suddividendo l’analisi per lingua, emerge che le lingue europee sono tra le più critiche verso l’Unione Europea. In particolare:
- In inglese, il sentiment negativo raggiunge quasi il 75%, con appena 21% di commenti positivi.
- In francese, il 69% è negativo, solo 23% positivo.
- In spagnolo, il negativo sfiora il 76%, con un sentiment positivo limitato al 20%.
- In tedesco, il quadro è simile: 65% negativo, 30% positivo.
- In italiano, 67% negativo e solo 25% positivo.
Le uniche eccezioni parziali arrivano da lingue come l’estone, dove il sentiment positivo e negativo si bilanciano quasi perfettamente (52% positivo vs 46% negativo), e l’olandese, con un sentiment più favorevole rispetto alla media (46% positivo, 51% negativo). Entrambi i casi indicano una percezione più equilibrata, ma restano minoritari nel contesto europeo complessivo.
Le lingue extra-europee: meno polarizzazione, ma il dissenso prevale
Le lingue non europee mostrano un grado di polarizzazione più basso, ma con un orientamento comunque tendenzialmente negativo:
- In arabo, la negatività rappresenta il 52%, con un 41% di sentiment positivo.
- In hindi, 55% negativo contro 44% positivo.
- In indonesiano, il sentiment negativo si attesta al 69%, con un 29% positivo.
- In persiano, 78% dei commenti è negativo.
- Anche in lingue asiatiche come il giapponese, la percentuale negativa si aggira intorno al 55%, lasciando il resto tra positivi e neutri.
Fanno eccezione poche lingue con sentiment positivo prevalente, come il somalo (circa 55% positivo), e alcune micro-lingue in contesti isolati, ma sono casi statisticamente marginali.
Analisi e commento dell’autore
L’analisi di Matrice Digitale conferma una volta in più la rilevanza della piattaforma X come strumento di misura del consenso e del dissenso politico nei confronti delle istituzioni europee. Il sentiment è dominato da critiche, reazioni forti e polarizzazione, con una leadership netta da parte di Ursula von der Leyen nel volume di attività, ma anche una forte esposizione a polemiche.
Profili come Kaja Kallas e Antonio Costa riescono a emergere in modo più bilanciato, mentre Roberta Metsola e gli account ufficiali delle istituzioni restano più ai margini, poco performanti rispetto alla pressione e alla velocità del dibattito online.
In qualità di osservatore del sentiment digitale, non posso che rilevare una frattura sempre più netta tra le istituzioni europee e l’opinione pubblica attiva su X (ex Twitter). Le percentuali di sentiment raccolte nel mese di giugno indicano chiaramente un predominio schiacciante della percezione negativa in quasi tutte le lingue europee, dal tedesco al francese, dallo spagnolo all’italiano. Solo alcune eccezioni – come l’estone e l’olandese – mostrano un equilibrio leggermente più sfumato, ma restano minoranze statistiche.
Ciò che colpisce non è tanto il dissenso espresso, quanto la sistematicità del disallineamento tra comunicazione istituzionale e ricezione pubblica. La visibilità social non basta più: se da un lato Ursula von der Leyen e Kaja Kallas dominano la scena in termini di presenza, dall’altro si ritrovano a fronteggiare una vera e propria crisi reputazionale, testimoniata da percentuali di sentiment negativo superiori al 65% su base costante.
Anche le lingue extra-europee, pur con toni meno accesi, confermano la diffidenza generale verso la narrazione europea, soprattutto su temi come Gaza, Iran o la guerra in Ucraina. Il dato più allarmante è che il dissenso si è normalizzato, e l’interazione digitale sembra ormai più uno strumento di sfogo che di dialogo.
A mio avviso, questa fotografia dovrebbe portare le istituzioni a riformulare completamente la loro presenza sulla piattaforma di Elon Musk, puntando meno sulla quantità e più sulla qualità del coinvolgimento. Non basta parlare: oggi, l’Europa deve imparare ad ascoltare.