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Le cuffie con cancellazione attiva del rumore — diventate ormai uno standard tra le nuove generazioni — stanno sollevando preoccupazioni serie nel mondo medico, al punto che specialisti britannici e italiani stanno lanciando un allarme sul potenziale impatto neurologico derivante dall’uso prolungato di questi dispositivi. L’aspetto ancora più interessante di questa vicenda è che Apple abbia presentato gli ultimi AirPods Pro 2 come un prodotto capace di sostituire gli apparecchi uditivi consuetudinari:
Da un lato si crea il problema e poi lo si risolve con la stessa tecnologia?
Riprogrammazione cerebrale e disturbi dell’elaborazione uditiva
Secondo quanto riportato dal Daily Mail e rilanciato da Il Fatto Quotidiano, numerosi giovani che si rivolgono ai servizi audiologici del Servizio Sanitario Nazionale britannico risultano clinicamente normoudenti, ma incapaci di riconoscere e differenziare suoni ambientali. I medici parlano di un possibile disturbo a carico dell’elaborazione centrale del suono, ovvero un disturbo neurologico noto come APD (Auditory Processing Disorder).
La condizione si manifesta con difficoltà a comprendere discorsi, soprattutto in ambienti rumorosi o affollati. Colpisce circa il 5% dei soggetti sotto i 18 anni, e secondo gli esperti potrebbe essere aggravata dal ricorso massiccio a cuffie antirumore, che alterano il normale sviluppo delle capacità di ascolto.
Creazione di un ambiente sonoro artificiale
Le cuffie in questione utilizzano microfoni interni ed esterni per rilevare i suoni ambientali, generando onde sonore inverse per annullarli. Questo ambiente sonoro filtrato risulta confortevole, ma potrebbe “impigrire” le aree del cervello responsabili dell’elaborazione acustica complessa, come confermato anche dalla professoressa Cecilia Perin, esperta di neuropsicologia e riabilitazione presso gli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza.

La studiosa sottolinea che nel cervello dei bambini, ancora in fase di sviluppo, l’uso prolungato di questi dispositivi potrebbe interferire con la plasticità neurale, alterando la costruzione delle mappe uditive. Il rischio è che l’utente si abitui a sentire solo ciò che vuole, perdendo la capacità di distinguere rumori di fondo e segnali rilevanti — una competenza fondamentale per l’interazione sociale e la sicurezza.
Studio pilota: gli over 50 elaborano meglio i suoni rispetto ai giovani
Uno studio pilota di Hearing Diagnostics ha rivelato che soggetti over 50 superano gli under 30 nei test di elaborazione del suono, in netto contrasto con le aspettative basate sul naturale decadimento dell’udito con l’età. I ricercatori ipotizzano che ciò sia dovuto al massiccio uso di cuffie nei giovani adulti, che finirebbe per “atrofizzare” alcune funzioni cognitive legate all’elaborazione acustica.
Il problema, quindi, non risiede nell’orecchio ma nel cervello: le aree cerebrali deputate alla discriminazione uditiva — come il lobo temporale — ricevono stimoli troppo “puliti” e ripetitivi, perdendo la capacità di adattarsi ai suoni complessi del mondo reale.
I danni della cancellazione attiva del rumore negli adulti
Anche se negli adulti la struttura uditiva è già consolidata, un utilizzo costante delle cuffie può comunque ridurre le capacità di discriminazione sonora. L’effetto, secondo Perin, sarebbe meno grave ma comunque significativo: il cervello, in assenza di stimoli ambientali ricchi e vari, tende ad adattarsi in senso regressivo, riducendo l’efficienza delle aree uditive secondarie.
Seppur non siamo scienziati, Livio Varriale nella sua recensione dei primi Air Pods Pro espresse perplessità sul funzionamento della cancellazione attiva del rumore.
Consigli pratici per un uso sicuro
In assenza di studi conclusivi e definitivi, i medici consigliano comunque di limitare l’uso delle cuffie antirumore, soprattutto nei bambini e adolescenti. Le buone pratiche suggerite includono:
- Utilizzo per non più di 60 minuti consecutivi
- Volume non superiore al 60% del massimo disponibile
- Pausa di almeno 15 minuti ogni ora
- Preferenza per ambienti silenziosi rispetto al filtraggio attivo
Inoltre, si raccomanda di usare le cuffie solo per scopi specifici, come l’ascolto di musica o contenuti educativi, evitando l’uso continuo durante l’intera giornata.
Un equilibrio tra comfort e stimolazione sensoriale
Il comfort offerto dalla cancellazione attiva del rumore non deve diventare un boomerang neurologico, soprattutto nei soggetti in età evolutiva. In attesa di ulteriori ricerche, il principio di precauzione suggerisce un utilizzo moderato, consapevole e controllato di questi dispositivi, per non compromettere lo sviluppo e il mantenimento delle capacità di ascolto nel mondo reale.