Huawei rilancia l’industria nazionale con Kirin X90 e i primi sensori fotografici progettati in casa

da Redazione
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Nel 2025 Huawei inaugura una nuova fase del proprio sviluppo industriale, puntando con decisione su autonomia tecnologica e controllo completo delle catene di produzione. Due notizie recenti, entrambe provenienti dalla stampa cinese, confermano l’accelerazione strategica dell’azienda in ambiti chiave: il debutto del processore Kirin X90 per ambienti desktop e la progettazione interna di sensori fotografici avanzati, destinati a smartphone di fascia alta.

Questi due progetti si inseriscono in un contesto globale segnato da limitazioni commerciali, frammentazione dei mercati e riduzione della dipendenza da fornitori esterni, specialmente nel settore dei semiconduttori e dell’ottica digitale. Huawei risponde con una visione tecnica che mira non soltanto a mantenere competitività, ma anche a ridefinire gli standard di performance, efficienza e integrazione verticale nel panorama hardware asiatico.

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Kirin X90: il primo processore desktop Huawei per PC basati su HarmonyOS

Huawei sta per lanciare sul mercato il Kirin X90, il primo processore progettato internamente per ambienti desktop, pensato per alimentare personal computer equipaggiati con HarmonyOS. Si tratta di un’evoluzione naturale del percorso iniziato con la famiglia Kirin per dispositivi mobili, ma che ora si estende al calcolo tradizionale, in diretta concorrenza con Intel, AMD e i nuovi chip desktop di Qualcomm e Apple.

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Huawei rilancia l’industria nazionale con Kirin X90 e i primi sensori fotografici progettati in casa 7

Secondo quanto riportato, il Kirin X90 adotterà un’architettura multicore altamente parallela, ottimizzata per applicazioni multimediali, modellazione 3D, compilazione software e operazioni scientifiche. Il chip sarà probabilmente basato su un processo produttivo locale a 5nm o 7nm, in collaborazione con SMIC, ma con design completamente Huawei, incluso il controller di memoria e il sottosistema grafico.

L’adozione del Kirin X90 nei PC HarmonyOS sarà il banco di prova per valutare l’efficacia del sistema operativo proprietario in ambito produttivo e professionale, con un’enfasi particolare sull’ottimizzazione energetica, sulla sicurezza del kernel e sull’integrazione con i dispositivi mobili Huawei tramite interfacce comuni.

Questo progetto rappresenta la sfida più ambiziosa di Huawei nel segmento computing, e potrebbe aprire le porte a un ecosistema autonomo cinese in grado di coprire l’intera catena tecnologica: dal silicio all’interfaccia grafica, dalla logica di sistema alle app integrate.

Sensori SC5A0CS e SC590XS: autonomia completa nel comparto fotografico

Oltre al debutto nel segmento desktop con il processore Kirin X90, Huawei compie un passo cruciale verso l’indipendenza ingegneristica anche nel settore mobile, annunciando la progettazione interna dei primi sensori fotografici CMOS interamente sviluppati senza partner esterni. I moduli, denominati SC5A0CS e SC590XS, sono stati certificati per la produzione e sono destinati a entrare nella catena di montaggio degli smartphone top di gamma in arrivo tra fine 2025 e inizio 2026.

Questa mossa riflette una strategia di rafforzamento verticale, volta a contenere i costi, limitare la dipendenza da fornitori giapponesi o statunitensi e creare una pipeline interna di innovazione ottica, che copra dalla progettazione alla calibrazione software. I due sensori sono progettati per coprire diverse aree funzionali della fotografia mobile, offrendo una soluzione su misura per Huawei nelle proprie linee P e Mate.

Il modulo SC5A0CS si distingue per una risoluzione da 50 megapixel con architettura quad-pixel binning, destinata a operare come sensore principale. Sarà ottimizzato per condizioni di luce mista e bassa luminosità, sfruttando una nuova generazione di pixel in grado di modulare la sensibilità dinamicamente, riducendo il rumore e aumentando la profondità tonale. Questo design sarà coadiuvato da algoritmi di denoising e sharpening gestiti direttamente dal processore d’immagine integrato nei futuri Kirin mobili.

Il secondo sensore, SC590XS, avrà un formato più compatto e sarà dedicato alle ottiche ultrawide o telephoto, con particolare attenzione alla riduzione della distorsione ai bordi, al contenimento della luce parassita e alla sincronizzazione tra moduli durante la registrazione video HDR. Huawei punta così a garantire una resa omogenea tra le varie lunghezze focali, senza affidarsi a componentistica esterna soggetta a variazioni.

La progettazione di questi due moduli conferma l’intenzione di Huawei di costruire una piattaforma imaging completamente proprietaria, integrata non solo sul piano hardware, ma anche nel software: il firmware dei sensori sarà ottimizzato per interagire con Xmage, il motore di elaborazione fotografica di Huawei, e sfrutterà algoritmi AI sviluppati internamente per la selezione automatica degli scatti, il bilanciamento dei colori e il riconoscimento semantico delle scene.

Huawei afferma così una visione sistemica in cui lo smartphone diventa un’estensione del laboratorio fotografico, controllato fin dal livello più basso di progetto, e capace di offrire coerenza tra hardware e UX a un livello finora raggiunto solo da Apple.

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