Sommario
La strategia di unificazione dell’ecosistema Google entra in una nuova fase. L’azienda di Mountain View consolida l’integrazione tra Galaxy phones e Chromebooks, ufficializzando la base Android per l’intero sistema ChromeOS. Questa convergenza rappresenta un passo determinante verso la creazione di un ambiente ibrido e interconnesso, in cui dispositivi mobili e laptop condividono codice, funzionalità e risorse, simile al modello già adottato da Apple con i suoi sistemi iOS, iPadOS e macOS. Contestualmente, Google Chrome riceve una nuova interfaccia utente ispirata a Samsung Internet, mentre su tutte le piattaforme arrivano aggiornamenti critici per la sicurezza, inclusa la correzione di una zero-day già sfruttata attivamente. L’ecosistema Android si evolve, rafforzandosi contro la frammentazione, abilitando esperienze fluide, migliorando produttività, sicurezza e usabilità.
L’unificazione dell’ecosistema: Android alla base di ChromeOS
Sameer Samat, presidente dell’ecosistema Android, annuncia ufficialmente che ChromeOS si fonda ora sulla stessa tecnologia sottostante di Android. La fusione mira a potenziare performance, cicli di sviluppo più rapidi e interoperabilità tra dispositivi, una direzione che riduce anche la dipendenza dagli schermi grazie al contributo dell’intelligenza artificiale in background.

Questa svolta consente agli utenti di dispositivi Galaxy, tra smartphone, tablet e Chromebook, di accedere in modo uniforme a app, file e dati, con continuità e senza configurazioni complesse. La modalità Desktop introdotta con Android 16 permette finestre freeform e multitasking split-screen, ereditando il design di Samsung DeX. Tra le funzionalità chiave spiccano Fast Pair, Quick Share, la gestione unificata delle notifiche e l’integrazione della Gemini AI, ora estesa anche a ChromeOS. La nuova architettura riduce la latenza a meno di 100 millisecondi, grazie a container KVM e virtualizzazione hardware-native. La componente AI lavora localmente, rafforzando privacy e velocità d’esecuzione. Dal punto di vista industriale, la mossa rafforza l’attrattiva di Google presso il mondo enterprise e K12 education, offrendo sicurezza avanzata, gestione centralizzata e UI coerente su ogni dispositivo. Secondo analisti, i prototipi interni che Google sta già testando potrebbero dare vita a una nuova gamma di dispositivi ibridi, con lancio previsto entro il 2026.
Chrome adotta la barra inferiore di Samsung Internet
In un cambio significativo per l’esperienza d’uso, Chrome su Android introduce la barra degli indirizzi in basso, una funzione che Samsung Internet propone da anni. Questa modifica, disponibile nella versione 138, migliora l’ergonomia nei dispositivi a schermo grande, facilitando l’uso con una sola mano. Gli utenti possono abilitare la feature con una pressione prolungata sulla barra, selezionando “Move address bar to bottom”. È possibile tornare alla posizione originaria con un’opzione inversa. Google intende così semplificare la navigazione touch e ridurre gli errori di reach, anticipando nuove evoluzioni nell’interfaccia di Chrome. La funzione si accompagna ad altre modifiche sperimentali, come un’icona “Save” per il salvataggio rapido dei contenuti, un Activity Tab integrato per la gestione delle pagine visitate e la trasformazione del feed Discover in uno spazio interattivo alimentato da suggerimenti AI-driven. In parallelo, Google sta testando una modalità creativa ispirata a Ghibli, che trasforma immagini caricate dagli utenti in illustrazioni in stile anime tramite prompt semplificati. Questo approccio multimodale punta a democratizzare la creatività visiva, riducendo la complessità tecnica e l’uso intensivo delle risorse.
Gli aggiornamenti di sicurezza di Chrome per tutte le piattaforme
Google distribuisce in queste ore aggiornamenti stabili per Chrome su Android, iOS, Windows, macOS e Linux, risolvendo sei vulnerabilità, tra cui la critica CVE-2025-6558, classificata come zero-day. La vulnerabilità affliggeva i moduli ANGLE e GPU, consentendo sandbox escape attraverso contenuti HTML craftati e input non validati. La falla, scoperta il 23 giugno 2025 da Clément Lecigne e Vlad Stolyarov del Google Threat Analysis Group, è già stata sfruttata attivamente. Google conferma che il difetto permetteva a un attaccante remoto di ottenere il controllo completo del sistema, soprattutto in contesti di attacco mirato. Con un punteggio CVSS di 8.8, la minaccia si colloca tra le più gravi dell’anno.
Le versioni aggiornate includono:
- 138.0.7204.157 e .158 per Windows e macOS
- 138.0.7204.157 per Linux
- 138.0.7204.157 per Android
- 138.0.7204.156 per iOS
Tutti i fix derivano da fuzzing interno, audit di sicurezza e segnalazioni esterne. Tra i contributi figurano anche CVE-2025-7656 (integer overflow in V8) e CVE-2025-7657 (use-after-free in WebRTC), premiati rispettivamente con 7000 euro e reward in fase di definizione. Google ringrazia la comunità dei ricercatori di sicurezza per il supporto e invita gli utenti ad aggiornare immediatamente. La patch per CVE-2025-6558 rinforza la validation input in ANGLE, impedendo future evasioni sandbox. Google utilizza tecniche avanzate di heap hardening, con finestra di exploit ridotta a poche ore. L’azienda monitora attivamente l’exploit in wild, ottimizzando le patch per una vasta gamma di dispositivi.
Implicazioni strategiche e roadmap 2025
La convergenza tra Android e ChromeOS rappresenta la risposta di Google alla pressione crescente da parte di Apple, Microsoft e ai tentativi di adozione ARM nei dispositivi di fascia media. Con una codebase unificata, Google punta a rafforzare la coerenza di aggiornamento, la sicurezza distribuita, e la riduzione della frammentazione che da anni affligge l’ecosistema Android. L’integrazione trasversale di AI multimodale, funzioni di condivisione, e strumenti di automazione intelligente promette esperienze utente più contestualizzate, reattive e portabili. La gestione della privacy resta centrale, con l’AI Gemini operante on-device per limitare la trasmissione di dati sensibili. Le nuove funzionalità di Chrome, come la barra inferiore o l’art mode anime, dimostrano l’intenzione dell’azienda di competere anche sul piano creativo, offrendo strumenti avanzati al grande pubblico. Nel frattempo, la sicurezza continua a rappresentare una priorità assoluta, con aggiornamenti che mitigano zero-day in tempi record. Il 2025 si preannuncia come l’anno della fusione operativa tra ambienti finora separati. Google accelera la transizione, calibra interfacce, ottimizza consumi, ed espande supporto linguistico. L’obiettivo è chiaro: costruire un ecosistema unificato, scalabile e resiliente, dove ogni dispositivo sia parte di un sistema coerente.