La produzione di un Bitcoin in Italia ha un costo di $208,560, mentre in Libano è circa 783 volte più economico. Questi dati emergono da un recente rapporto che mette in luce il contrasto significativo a livello mondiale nei costi di elettricità domestica per i minatori individuali di Bitcoin.
Dettagli del rapporto
Il rapporto pubblicato da CoinGecko il 17 agosto ha rivelato che solo 65 paesi sono redditizi per i minatori solitari di Bitcoin, basandosi esclusivamente sui costi dell’elettricità domestica. Di questi, 34 paesi si trovano in Asia, mentre l’Europa ne conta solo cinque.

Tuttavia, i minatori solitari di Bitcoin si trovano in contrasto con la media mondiale dei costi di elettricità domestica. Il costo medio di elettricità domestica per estrarre 1 Bitcoin è di $46,291.24, il 35% in più rispetto al prezzo medio giornaliero di 1 BTC a luglio 2023 ($30,090.08). L’Italia è stata identificata come il paese più costoso per l’estrazione domestica di Bitcoin, con un costo di $208,560 per Bitcoin. Questo suggerisce che il costo di estrazione di un Bitcoin in Italia equivale al valore di circa otto Bitcoin.
Dopo l’Italia, seguono l’Austria con $184,352 e il Belgio con $172,382. D’altra parte, le tariffe elettriche domestiche in Libano permettono ai minatori individuali di generare un Bitcoin per soli $266, rendendolo circa 783 volte più economico rispetto all’Italia. L’Iran segue con un costo di produzione di $532 per Bitcoin.
Riflessioni e commenti
Il CEO di Binance, Changpeng “CZ” Zhao, ha condiviso uno screenshot dei dati del rapporto, chiedendosi perché gli individui in questi paesi con bassi costi elettrici non estraggano Bitcoin. Tuttavia, CZ rimane scettico e crede che ci possano essere altri fattori da considerare. Ha suggerito che vale la pena esplorare ulteriormente, ma ha anche riconosciuto le sfide, come la mancanza di elettricità sufficiente in molti di questi paesi.
Mentre il rapporto di CoinGecko mette in luce le opportunità potenziali nell’estrazione di Bitcoin in paesi con bassi costi elettrici, sottolinea anche le sfide logistiche e infrastrutturali che questi paesi potrebbero affrontare.