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AFP fa causa a X per violazione del copyright in Francia

Tempo di lettura: 2 minuti. L’AFP intraprende un’azione legale contro X, precedentemente noto come Twitter, per il rifiuto di discutere la remunerazione per la condivisione dei contenuti di notizie sulla piattaforma.

Tempo di lettura: 2 minuti.

L’Agence France-Presse (AFP) ha annunciato di aver avviato un’azione legale contro X, precedentemente noto come Twitter, in Francia. La causa è stata presentata a causa di quello che l’agenzia di stampa definisce un “rifiuto evidente” di entrare in discussioni riguardo la remunerazione per la condivisione dei suoi contenuti di notizie su X.

Richiesta di un’ingiunzione urgente

L’AFP sta cercando un’ingiunzione urgente da un tribunale di Parigi per costringere X a fornire le informazioni necessarie sul riutilizzo dei suoi contenuti, in modo da poter calcolare quanto denaro le è dovuto in base alla legislazione francese sui diritti connessi.

Estensione della legge sul copyright

L’estensione della legge sul copyright per coprire estratti di contenuti di notizie condivisi su piattaforme digitali è stata concordata dall’Unione Europea nel 2019 e trasposta nella legge francese nello stesso anno. L’estensione copre testi, fotografie, video e infografiche, e i contenuti dei publisher sono coperti per due anni dalla data di pubblicazione.

Reazione di Elon Musk

Elon Musk, proprietario di X, ha risposto alla notizia della causa dell’AFP definendola “bizzarra” e sottolineando che non vogliono pagare per il traffico al sito dell’AFP, dove guadagnano entrate pubblicitarie.

Precedenti con Google

Google è già incorsa in problemi con la legislazione francese sui diritti connessi, risultando in una multa di oltre mezzo miliardo di dollari due anni fa. Successivamente, Google ha risolto la disputa stipulando accordi pluriennali con AFP e altri editori per pagare per il riutilizzo dei loro contenuti.

Posizione unica di X

Nel caso di X, sembra meno probabile che una lamentela per la violazione della legge sui diritti connessi porti a un intervento dell’autorità della concorrenza, dato che la piattaforma di social media di proprietà di Musk non detiene una posizione dominante nei servizi di ricerca generale.

Situazione globale

L’UE non è l’unica regione in cui le piattaforme digitali sono legalmente tenute a negoziare con gli editori per la remunerazione del riutilizzo delle notizie. Anche Australia e Canada hanno introdotto leggi simili, sebbene Meta e Google continuino a fare pressioni contro la misura in Canada.

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