La controversia fiscale di Apple in UE si intensifica con nuove dinamiche legali che potrebbero riscrivere le regole sugli aiuti di stato alle multinazionali. Un consigliere della Corte di Giustizia Europea (CJEU) ha recentemente suggerito di annullare una sentenza favorevole ad Apple, aprendo la strada a possibili nuovi scenari nel dibattito sugli accordi fiscali delle grandi aziende.
Analisi legale e implicazioni fiscali
La Commissione Europea, nel 2016, ha accusato l’Irlanda di aver permesso ad Apple di pagare un’imposta significativamente inferiore al dovuto, con tassi vantaggiosi come lo 0.005% nel 2014. Nonostante la vittoria iniziale di Apple nel 2020, quando la Corte Generale dell’UE ha respinto le affermazioni della Commissione, l’Avvocato Generale Giovanni Pitruzzella ha espresso un parere contrario, evidenziando errori giuridici e metodologici nella valutazione del caso da parte della Corte Generale.
Reazioni e Risposte di Apple e dell’Irlanda
Apple ha respinto le accuse di elusione fiscale, mentre l’Irlanda ha negato di aver fornito sussidi occulti all’azienda. Il Ministro delle Finanze irlandese, Michael McGrath, ha espresso fiducia nella posizione del paese, sostenendo che tutte le tasse dovute sono state pagate e che non vi è stato alcun aiuto di stato ad Apple. La decisione finale della CJEU, attesa l’anno prossimo, sarà vincolante e potrebbe avere un impatto significativo sulle politiche fiscali degli stati membri dell’UE.
Futuro Fiscale e Concorrenza in UE
Il caso si inserisce nella più ampia iniziativa dell’UE contro gli accordi fiscali preferenziali, considerati aiuti di stato illegali. Se la Commissione dovesse prevalere, i €13,1 miliardi depositati in un fondo a garanzia verrebbero incamerati dall’erario irlandese. In caso contrario, Apple avrebbe diritto alla restituzione del capitale versato con interessi. La sentenza sarà un precedente importante per la politica antitrust dell’UE e per la prassi delle agevolazioni fiscali alle multinazionali.