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Flare presenta il suo assistente basato sull’Intelligenza Artificiale per la Cybersecurity
Tempo di lettura: 1 minuto. Scopri come Flare sfrutta l’intelligenza artificiale generativa per migliorare la sicurezza informatica e contrastare le minacce online

Il mondo dell’intelligenza artificiale generativa sta cambiando il modo in cui affrontiamo le sfide della cybersecurity. Flare ha recentemente lanciato il suo assistente basato sull’intelligenza artificiale, che permette ai team di sicurezza e intelligence di creare report informativi, sintetici e tradotti dal web chiaro e dal dark web, superando le barriere linguistiche e terminologiche.
Intelligenza artificiale generativa e cybersecurity
Le tendenze attuali nell’intelligenza artificiale generativa stanno rivoluzionando il modo in cui interagiamo gli uni con gli altri e con il nostro ambiente. La cybersecurity non fa eccezione, poiché l’IA può supportare gli strumenti esistenti, rendendoli più veloci e sofisticati. Tuttavia, queste innovazioni possono trasformarsi anche in una spada a doppio taglio: gli attori minacciosi possono sfruttarle per scopi illeciti e l’IA generativa non è immune da questi rischi.
Usi negativi dell’intelligenza artificiale generativa
Alcuni esempi di utilizzi negativi dell’IA generativa includono spear phishing su larga scala e truffe di spoofing vocale. Gli attori minacciosi possono sfruttare le tecniche di IA per produrre massicce quantità di email di phishing e per creare voci convincenti, talvolta imitando persone specifiche per ingannare le vittime e ottenere informazioni sensibili o codici di accesso.
L’IA generativa al servizio del bene
Per contrastare gli attori minacciosi che già utilizzano l’IA generativa nelle loro operazioni, è fondamentale che i team di cybersecurity si evolvano insieme alla tecnologia. L’assistente basato sull’IA di Flare rappresenta un passo avanti in questa direzione, offrendo un’arma in più nella lotta contro le minacce informatiche.
Flare e il suo assistente basato sull’IA in azione
Flare sfrutta i modelli di IA di ultima generazione nella sua piattaforma di rilevamento delle esposizioni. L’assistente può sintetizzare rapidamente le informazioni, superare le barriere linguistiche e spiegare eventi complessi in modo semplice, aiutando i team di cybersecurity a prendere decisioni più informate e a proteggere le loro organizzazioni.
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Uber Eats sperimenta consegne autonome con Serve Robotics e Motional
Tempo di lettura: < 1 minuto. I robot sulla strada per consegnare il tuo pasto: un nuovo futuro per Uber Eats.

Uber Eats dà il via a due progetti pilota di consegna autonoma a Los Angeles, in collaborazione con Serve Robotics, startup specializzata in consegne su marciapiede, e Motional, azienda leader nella tecnologia dei veicoli autonomi. Questi nuovi programmi fanno parte di una serie di innovazioni che Uber sta lanciando per i suoi servizi di ride-hailing e consegna, annunciati nell’ambito del Global Product Event dell’azienda.
I Partner di Uber Eats: Serve Robotics e Motional
Serve Robotics è una spinoff di Uber, pertanto la loro collaborazione nel campo delle consegne non sorprende. Tuttavia, è degno di nota che Uber non stia lavorando con Aurora per questo progetto, nonostante le due aziende collaborino nel settore del trasporto merci e Uber sia un investitore importante di Aurora.
Per quanto riguarda Motional, questa è la prima volta che Uber collabora con un fornitore di flotte di veicoli autonomi, e anche la prima volta che Motional si cimenta nelle consegne autonome, avendo precedentemente concentrato i suoi sforzi sui robotaxi.
Piccoli Passi Verso un Futuro Autonomo
Entrambi i progetti pilota inizieranno in piccolo, consegnando cibo da pochi commercianti, tra cui un caffè biologico e un juice bar chiamato Kreation. Il programma di Serve sarà focalizzato su viaggi più brevi in West Hollywood, mentre quello di Motional gestirà consegne a distanza più lunghe in Santa Monica.
Le prime fasi di questi piloti forniranno informazioni preziose su ciò che i clienti e i commercianti desiderano realmente dalle consegne autonome. L’obiettivo è che questi piloti abbiano successo e che si possano apprendere lezioni importanti nei prossimi mesi, per capire come scalare il servizio.
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Asus si prepara a lanciare server AI Nvidia in affitto per le aziende
Tempo di lettura: 2 minuti. Potrebbe essere una buona notizia per il settore bancario e ospedaliero in cerca di strumenti AI efficienti e sicuri.

Il colosso informatico taiwanese Asus sta per introdurre server AI alimentati da hardware Nvidia che possono essere installati on-premise, offrendo un nuovo livello di intelligenza e sicurezza che spera attirerà ancora più clienti.
Preoccupazioni per la sicurezza dei dati nel cloud
Il lancio arriva in un momento in cui sempre più aziende stanno iniziando a esprimere preoccupazioni per alcune workload AI ospitate nel cloud, in cui i dati sensibili potrebbero essere esposti, mettendo a rischio le stesse. Asus, con la sua nuova soluzione, intende rispondere a queste preoccupazioni.
L’Asus AFS Appliance e il modello Formosa Foundation
Il nuovo Asus AFS Appliance utilizzerà il Formosa Foundation Model della stessa azienda, che è stato allenato internamente dal suo divisione AI, TWS, in grado di comprendere e generare testo con semantica cinese tradizionale.
Peter Wu, presidente di Asus Cloud e TWS, ha spiegato in un’intervista con Bloomberg l’obiettivo dell’azienda di produrre l’AFS per circa $6.000 al mese, sebbene ci si aspetti che una versione di specifiche superiori costerà circa $10.000 al mese.
Nvidia A100: potenza ed efficienza energetica
Sotto il cofano, i chip A100 di Nvidia sono i protagonisti. Progettati con i data center e l’AI al loro centro, promettono prestazioni quasi tre volte migliori (via Nvidia) rispetto ai chip V100 del 2019, che hanno sostituito l’A100, bilanciando l’efficienza energetica.
Le compagnie di telecomunicazioni taiwanesi dovrebbero essere i primi utenti di AFS, prima di un lancio globale previsto per la fine dell’anno.
Verso un’IA più sicura e privata
TWS promette di essere “affidabile, efficiente dal punto di vista energetico e facilmente migrabile” (via Asus), mentre il suo utilizzo nell’AFS Appliance è destinato a rendere l’AI generativa più sicura e privata, poiché si disimpegna dal cloud.
Con la promessa di un circuito più chiuso, è probabile che i clienti del settore sanitario e bancario possano fidarsi maggiormente di questi tipi di sistemi, consentendo loro di sfruttare strumenti di miglioramento della produttività basati sull’IA senza le preoccupazioni delle violazioni dei dati.
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Nintendo svela perchè ha bloccato il rilascio dell’emulatore Dolphin
Tempo di lettura: < 1 minuto. La decisione di Nintendo di impedire il rilascio dell’emulatore Dolphin su Steam risveglia il dibattito sulla legalità dell’emulazione.

Dolphin, uno degli emulatori più noti della scena videoludica, si trova a fare i conti con un’imprevista battuta d’arresto. Il 27 maggio, i creatori di Dolphin hanno annunciato che il rilascio pianificato del loro emulatore su Steam è stato ‘indefinitamente posticipato’, a causa di una lettera di diffida inviata da Nintendo.
Questione di pirateria
L’emulazione è una questione spinosa dal punto di vista legale. Dolphin utilizza la Wii Common Key nell’emulatore, bypassando di fatto le misure di protezione contro la pirateria. In una copia dell’avviso legale esaminata da PC Gamer, Nintendo sostiene che Dolphin utilizza “chiavi crittografiche senza l’autorizzazione di Nintendo e decodifica le ROM al momento dell’avvio o poco prima”. Di conseguenza, l’uso dell’emulatore Dolphin violerebbe una misura tecnologica che controlla l’accesso a un’opera protetta dalla legge sul diritto d’autore. Questo conferma la ragione del blocco.
Punto di vista di Nintendo
Inoltre, un portavoce di Nintendo ha dichiarato a Kotaku: “Nintendo è impegnata a proteggere il duro lavoro e la creatività degli ingegneri e degli sviluppatori di videogiochi. Questo emulatore elude illegalmente le misure di protezione di Nintendo e fa girare copie illegali di giochi. L’uso di emulatori illegali o di copie illegali di giochi danneggia lo sviluppo e in ultima analisi soffoca l’innovazione. Nintendo rispetta i diritti di proprietà intellettuale delle altre aziende e si aspetta che gli altri facciano lo stesso”.
Conseguenze e reazioni
Al momento, Dolphin non ha ancora risposto alle accuse di Nintendo riguardo all’uso della Wii Common Key. Dolphin rimarrà fuori da Steam mentre la questione viene risolta, ma il suo GitHub e il suo sito web rimangono al momento inalterati. TRG ha chiesto un commento a Valve, come riportato nel nostro articolo originale, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Aggiorneremo entrambi gli articoli nel caso in cui ricevessimo una risposta.
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