Economia
Francia mette all’asta 28 milioni di euro in Bitcoin confiscati ai ladri di GateHub
Il governo francese ha messo all’asta milioni di euro della criptovaluta Bitcoin che è stata sequestrata dagli hacker nel 2019. L’asta è stata tenuta per conto dell’Agenzia francese per il recupero e la gestione dei beni sequestrati e confiscati, guidata da Eurotech Cyber Security.
I token sono stati sequestrati da individui legati all’hack della piattaforma di trading GateHub.
Sono stati divisi in due vendite; la prima consisteva in 437 lotti tra 0,11 e due Bitcoin e la seconda 41 lotti tra cinque e 20 Bitcoin.
L’asta ha raccolto circa 28 milioni di euro.
Yves Benaim, il fondatore del think tank svizzero per le valute 2B4CH, ha dichiarato a Euronews che la decisione del governo di vendere ora è eloquente.
“Tecnicamente il ministero francese è autorizzato a vendere qualcosa che è stato sequestrato se pensano che il valore potrebbe scendere“, ha spiegato. “È interessante che lo stiano vendendo ora, scommettendo che il prezzo scenderà, che era solo una bolla“.
“È interessante che stiano iniziando l’asta al 40%-50% del prezzo di mercato, quindi alcune persone saranno molto interessate a comprare solo per poter vendere subito“.
L’offerta minima richiesta era di 42.400 euro (49.197 dollari) nell’asta ed è stata annunciata dal Ministero della Giustizia del Nord Reno-Westfalia, secondo Bloomberg.
Decine di milioni di euro di bitcoin sono andati in vendita pubblica dopo che la criptovaluta è stata sequestrata in connessione con i crimini informatici, secondo un rapporto tradotto da Süddeutsche Zeitung, un quotidiano pubblicato a Monaco.
Un’altra operazione coordinata da INTERPOL con il nome in codice HAECHI-II ha visto la polizia arrestare più di 1.000 individui e intercettare un totale di quasi 27 milioni di dollari di fondi illeciti, sottolineando la minaccia globale del crimine finanziario abilitato dal cyber.
Lontano dalla nozione comune di frode online come un tipo di criminalità di livello relativamente basso e a basso rischio, i risultati dell’operazione HAECHI-II mostrano che i gruppi transnazionali del crimine organizzato hanno usato Internet per estrarre milioni dalle loro vittime prima di incanalare il denaro illecito in conti bancari in tutto il mondo.
“Le truffe di criptovalute online, come quelle che sfruttano le app dannose, si evolvono rapidamente come le tendenze culturali che sfruttano opportunisticamente“, ha detto José De Gracia, Assistant Director, Criminal Networks di INTERPOL.
“Condividere le informazioni sulle minacce emergenti è vitale per la capacità della polizia di proteggere le vittime del crimine finanziario online. Permette anche alla polizia di sapere che nessun paese è solo in questa lotta. L’operazione HAECHI-II dimostra che possiamo colpire con successo contro questa minaccia quando agiamo insieme“.
Dal 2011, Eurotech Cyber Security ha indagato con successo su oltre 1.600 casi e si è costantemente adattata a un mercato in continua evoluzione, diventando una delle migliori risorse investigative informatiche del mondo. Il capo della Cybersecurity Mark Reading e il team di investigatori dedicati ed esperti di tecnologia hanno un totale di 60 anni di esperienza nella cybersecurity e nelle strategie di localizzazione digitale. Eurotech Cyber Security è specializzata in digital forensics e indagini sui crimini di beni digitali.
Economia
Apple rimuove WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple ha rimosso WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina su richiesta del governo, sollevando questioni di sicurezza nazionale
Apple ha recentemente rimosso WhatsApp e Threads, due app di Meta, dall’App Store in Cina. Questa decisione è stata presa in risposta a una richiesta diretta dell’amministrazione cibernetica cinese, che ha sollevato preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
Dettagli della rimozione
La rimozione di WhatsApp e Threads dall’App Store cinese impedisce ai nuovi utenti di installare queste app. Tuttavia, le app restano disponibili per il download in altre regioni. Secondo un rapporto del Wall Street Journal, la Cyberspace Administration of China ha ordinato la rimozione di queste app citando preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale.
Dichiarazioni di Apple
Apple ha commentato la situazione affermando: “Siamo obbligati a seguire le leggi nei paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo.” La compagnia ha anche evidenziato che la mancata conformità con le richieste legali potrebbe portare alla chiusura dell’App Store in Cina, un rischio significativo per la presenza dell’azienda nel paese.
Accesso tramite VPN
Nonostante la rimozione dalle piattaforme di download, i servizi di Meta, come WhatsApp e Threads, rimangono tecnicamente accessibili in Cina tramite l’uso di strumenti VPN che possono mascherare la posizione geografica degli utenti. Questo significa che gli utenti che hanno già installato queste app potrebbero continuare a utilizzarle se dispongono degli strumenti giusti.
Contesto e considerazioni
La rimozione di queste app avviene in un periodo delicato, con il CEO di Apple, Tim Cook, che ha recentemente visitato la regione. Inoltre, avviene in un momento in cui il dibattito sul divieto di TikTok negli Stati Uniti ha visto un rallentamento, suggerendo una possibile risposta strategica da parte della Cina.
La decisione di rimuovere WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina evidenzia le sfide che le compagnie tecnologiche internazionali affrontano nel bilanciare le normative locali con la loro politica aziendale. Questa situazione sottolinea anche le tensioni in corso tra Cina e Stati Uniti nel contesto della tecnologia e della sicurezza informatica.
Economia
In cosa consiste l’ultimatum dell’Europa a TikTok Lite per il DSA?
Tempo di lettura: 2 minuti. TikTok Lite affronta interrogativi sul rispetto del DSA dopo il suo lancio in Francia e Spagna, con l’UE che esige una valutazione del rischio
TikTok Lite, una versione semplificata dell’app di condivisione video di ByteDance, è stata recentemente lanciata in prova in Francia e Spagna. Tuttavia, ha rapidamente attirato l’attenzione della Commissione Europea per potenziali questioni relative al rispetto del Digital Services Act (DSA), un regolamento europeo focalizzato sulla moderazione dei contenuti e la governance online.
Preoccupazioni della UE
Le principali preoccupazioni dell’UE derivano dalla funzionalità di TikTok Lite che permette agli utenti di guadagnare punti per attività specifiche all’interno dell’app, come mettere “mi piace” ai contenuti o seguire nuovi creatori. Questi punti possono essere scambiati con gift card o “monete” che possono essere donate ai creatori. La Commissione teme che tale sistema di ricompense possa stimolare comportamenti potenzialmente dipendenti, influenzando negativamente la salute mentale dei giovani.
Richiesta di informazioni dalla Commissione Europea
La Commissione Europea ha richiesto a TikTok di fornire, entro 24 ore, una valutazione del rischio dettagliata per TikTok Lite, che avrebbe dovuto essere effettuata prima del lancio dell’app nell’UE. Questa valutazione è essenziale per assicurarsi che TikTok Lite rispetti i requisiti del DSA in termini di gestione del rischio sistemico, in particolare per quanto riguarda la protezione dei minori e la salute mentale degli utenti.
Implicazioni e conformità Regolamentare
TikTok è già sotto indagine nell’UE per questioni legate alla protezione dei minori e alla gestione del rischio di design dannoso e contenuti nocivi. Il continuo scrutinio sotto il DSA sottolinea l’importanza per TikTok di adottare misure proattive per mitigare i rischi sistemici e garantire la conformità con il regolamento europeo. Le sanzioni per il mancato rispetto possono includere multe fino al 6% del fatturato globale annuo, sottolineando la gravità delle implicazioni per TikTok.
Il controllo rapido e deciso della Commissione Europea su TikTok Lite dimostra il serio impegno dell’UE nel regolare le grandi piattaforme digitali e proteggere i consumatori, soprattutto i giovani utenti. TikTok deve navigare con cautela, bilanciando le innovazioni del prodotto con le esigenze di conformità regolamentare per evitare potenziali sanzioni e garantire una gestione responsabile del suo impatto sui suoi utenti.
Economia
Divieto di vendita OnePlus in India: brutta botta al mercato
Tempo di lettura: 2 minuti. OnePlus affronta un divieto di vendita in importanti stati indiani a causa di problemi irrisolti con i margini di profitto e le garanzie
OnePlus, noto per il suo forte impatto nel mercato indiano degli smartphone, sta affrontando un ostacolo significativo: un divieto di vendita imposto dai rivenditori nelle regioni meridionali e occidentali dell’India. Questo divieto, che entrerà in vigore il 1° maggio 2024, riguarda più di 4.500 punti vendita al dettaglio e deriva da questioni irrisolte legate ai margini di profitto e ai ritardi nel trattamento delle garanzie.
Dettagli del divieto
Il divieto colpisce importanti stati come Andhra Pradesh, Telangana, Tamil Nadu, Karnataka, Maharashtra e Gujarat. Rivenditori come Poorvika, Sangeetha, Big C e Pooja, che rappresentano una parte significativa del mercato al dettaglio di OnePlus in India, non venderanno più prodotti OnePlus a partire da maggio. Questa decisione è stata presa a seguito di difficoltà continue, incluse problematiche con i servizi di garanzia, bassi margini di profitto e politiche di vendita che obbligano i rivenditori a offrire prodotti o servizi aggiuntivi in bundle con i dispositivi OnePlus.
Implicazioni del divieto
Sebbene il divieto possa sembrare un duro colpo per OnePlus, l’impatto potrebbe essere mitigato dalla forte presenza dell’azienda nei canali di vendita online. OnePlus continua a realizzare una quota significativa delle sue vendite attraverso piattaforme online come il proprio sito web e Amazon India, che non sono influenzate dal divieto.
Reazioni e misure di OnePlus
OnePlus ha riconosciuto i problemi sollevati dai rivenditori e ha dichiarato di essere attivamente impegnata nel risolvere le questioni evidenziate per mantenere e rafforzare le relazioni con i partner al dettaglio. L’azienda valorizza il sostegno ricevuto dai suoi partner al dettaglio negli ultimi sette anni e si impegna a lavorare con loro per affrontare e risolvere le problematiche in sospeso.
Il divieto di vendita rappresenta una sfida significativa per OnePlus in uno dei suoi mercati più grandi e più redditizi. Tuttavia, la strategia multicanale dell’azienda e la sua capacità di adattarsi e rispondere rapidamente alle esigenze dei partner e dei consumatori potrebbero aiutare a mitigare le conseguenze di questo sviluppo. Sarà fondamentale per OnePlus affrontare e risolvere efficacemente questi problemi per mantenere la sua posizione nel competitivo mercato degli smartphone in India.
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