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Goldman Sachs pagherà $215 milioni per risolvere una causa per discriminazione di genere

Tempo di lettura: < 1 minuto. Una lunga class action accusava la banca di Wall Street di pregiudizio nei confronti delle donne

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Goldman Sachs ha accettato di pagare $215 milioni per risolvere una causa di lunga data per discriminazione di genere intentata da ex dipendenti donne che sostenevano di essere costantemente sottopagate e sottovalutate dai colleghi maschi.

Evitato il processo e concordato il risarcimento

La banca e le ex dipendenti hanno raggiunto un accordo, evitando così un processo che era previsto per il mese prossimo presso un tribunale federale di New York. I fondi saranno distribuiti tra circa 2.800 associate e vicepresidenti che hanno partecipato alla class action, principalmente nelle divisioni di investment banking e securities.

Dettagli dell’accordo e misure future

Circa un terzo del risarcimento andrà a coprire le spese legali dei legali delle ex dipendenti. Inoltre, come parte dell’accordo, Goldman Sachs si impegna ad assumere un esperto indipendente per condurre un’analisi aggiuntiva sui processi di valutazione delle prestazioni in banca e a effettuare studi sulla parità salariale.

La causa originale e l’impatto sul settore finanziario

Le querelanti originarie, tra cui le ex dipendenti di Goldman Sachs Cristina Chen-Oster e Shanna Orlich, avevano citato in giudizio la banca nel 2010 e avevano ottenuto il diritto di guidare una class action per discriminazione di genere nel 2018. L’accordo raggiunto mette fine a un caso legale di lunga durata che ha messo in evidenza la difficoltà nel diversificare la forza lavoro nel settore finanziario di Wall Street.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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