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Il market maker Wintermute ha 200 milioni di dollari di debito DeFi in sospeso

Tempo di lettura: 2 minuti. L’amministratore delegato dell’azienda ha descritto la società come solvibile dopo l’hacking da 160 milioni di dollari.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Il market maker di criptovalute Wintermute, vittima dell’hacking da 160 milioni di dollari di martedì, ha oltre 200 milioni di dollari di debiti DeFi in sospeso con diverse controparti, secondo i dati della catena.

Il debito più grande riguarda un prestito di 92 milioni di dollari in tether (USDT) emesso da TrueFi, la cui scadenza è prevista per il 15 ottobre. Il portafoglio prestiti di Wintermute comprende anche un debito di 75 milioni di dollari, composto da USDC e wrapped ether (WETH), dovuto a Maple Finance e un debito di 22,4 milioni di dollari dovuto a Clearpool. CoinDesk ha rintracciato le partecipazioni di Wintermute utilizzando un indirizzo attribuito al market maker dal sito di dati Nansen. Wintermute, con sede a Londra, che scambia miliardi di dollari ogni giorno su più piazze di criptovaluta, è stata l’ultima società a essere colpita martedì da un’ondata di attacchi nell’ecosistema della finanza decentralizzata. Ad agosto, il ponte cross-chain Nomad è stato prosciugato per 190 milioni di dollari dopo che gli hacker hanno sfruttato una vulnerabilità, mentre nella prima metà di quest’anno sono stati rubati 1,9 miliardi di dollari, secondo la società di analisi Chainalysis.

In un tweet successivo alla violazione, l’amministratore delegato di Wintermute, Evgeny Gaevoy, ha ribadito che la società rimane solvibile e che ha “superato del doppio” l’importo del capitale rubato. “Se siete un prestatore di Wintermute, anche in questo caso siamo solvibili, ma se vi sentite più sicuri a richiamare il prestito, possiamo assolutamente farlo”, ha dichiarato Gaevoy in un tweet. Poiché gran parte del debito emesso è in stablecoin, non è chiaro se la descrizione di Wintermute di “equity” comprenda anche gli asset digitali.

L’hacker ha inviato 111 milioni di dollari al 3pool di Curve Finance e alcuni suggeriscono che ciò sia stato fatto per evitare che le stablecoin fossero congelate dagli emittenti Tether e Circle.

Non è raro che i market maker e le società di trading di criptovalute abbiano debiti nei confronti di progetti nel corso di miliardi di dollari di scambi quotidiani. Ad esempio, Alameda deve attualmente 18 milioni di dollari a TrueFi; il gigante del trading ha precedentemente rimborsato 484 milioni di dollari al protocollo di credito DeFi.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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