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Il processo antitrust USA contro Google si stringe ulteriormente

Tempo di lettura: 2 minuti. Il giudice Amit Mehta interviene nel processo antitrust USA contro Google, limitando ulteriormente l’accesso ai documenti del caso.

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Il processo antitrust USA contro Google, già fortemente limitato, ha subito un ulteriore restringimento questa settimana. Il giudice Amit Mehta, in seguito a un reclamo da parte di Google, ha rimproverato il Dipartimento di Giustizia per aver pubblicato online gli esibiti del processo senza prima averlo informato.

Dettagli del caso

Questi documenti sono, a tutti gli effetti, pubblici: sono stati visualizzati in tribunale e probabilmente verranno inseriti negli atti pubblici, come ha riconosciuto lo stesso Mehta. A differenza del recente caso FTC contro Microsoft, non ci sono prove di mancate oscurazioni che rivelino dettagli sensazionali su un’azienda, anche se le parti hanno discusso sugli esibiti che Google ritiene irrilevanti.

Leah Nylen di Bloomberg, che ha chiesto l’accesso ai documenti in tribunale, ha fornito una descrizione completa di ciò che è accaduto martedì e di ciò che non è accaduto (una decisione sul futuro dei documenti, come promesso dal giudice Mehta) mercoledì. Come ha notato, fa parte di una limitazione continua di quanto il pubblico possa vedere del processo USA contro Google, un processo che potrebbe decidere il futuro del colosso della ricerca di Google. Gran parte della testimonianza di ieri si è svolta in una sessione chiusa, durante la quale né i giornalisti né il pubblico erano ammessi in tribunale. Google ha rifiutato di commentare ufficialmente la rimozione dei documenti a The Verge, e il Dipartimento di Giustizia non ha risposto alle richieste di commento.

Il quadro che emerge

Finora, ciò che è emerso dipinge un’immagine di Google dominante nella ricerca e estremamente cauta nell’ammetterlo, al punto da rimproverare gli esecutivi per l’uso di termini come “quota di mercato” e di aumentare silenziosamente i prezzi degli annunci di ricerca per “scuotere i cuscini” e raggiungere gli obiettivi di fatturato. Gli esibiti online hanno sottolineato questo punto, includendo catene di email e presentazioni in cui gli esecutivi di Google ammettono che la sua vasta scala migliora notevolmente il servizio e che gli accordi predefiniti, che il Dipartimento di Giustizia sostiene siano stati stipulati in modo anticoncorrenziale sia con Apple che con le compagnie telefoniche, sono uno strumento potente.

Si spera che i documenti vengano ripristinati e, a partire da martedì, sembrava una possibilità concreta, nonostante il frustrante ritardo da allora. Ma per ora, eccoli qui, grazie a Bloomberg, alla Wayback Machine e alle copie di backup di The Verge.

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