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“Legge sui dati di Bruxelles potrebbe danneggiare competitività e sicurezza informatica”

Tempo di lettura: 2 minuti. Alcuni CEO di importanti aziende europee esprimono preoccupazione riguardo all’Atto sui Dati dell’UE e al suo potenziale impatto negativo sull’innovazione e la sicurezza.

Tempo di lettura: 2 minuti.

I CEO di numerose aziende leader europee hanno esortato la Commissione a frenare i piani di regolamentazione dell’uso e dell’accesso ai dati generati nel blocco, sostenendo che potrebbero causare danni duraturi alla competitività e alla sicurezza informatica dell’UE.

La lettera inviata alla Commissione

In una lettera inviata alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e alla Commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager la scorsa settimana e visionata da Euronews, i CEO hanno espresso “profonde preoccupazioni” riguardo al contenuto e alla velocità dei negoziati interistituzionali sull’Atto sui Dati, avvertendo che la legislazione, nella sua forma attuale, potrebbe mettere a rischio la leadership e l’innovazione europee. I firmatari della lettera, tra cui i CEO di Siemens AG e Healthineers, SAP, Brainlab e Datev, chiedono di essere ricevuti dall’esecutivo dell’UE al più presto.

L’Atto europeo sui Dati

L’Atto europeo sui Dati è stato presentato dalla Commissione nel febbraio 2022 per creare regole armonizzate sull’accesso equo e sull’utilizzo dei dati nei 27 paesi del blocco. È stato pensato per consentire una condivisione più semplice dei dati tra imprese e consumatori, tra imprese e tra imprese e governi, nonché per permettere ai clienti di passare facilmente tra diversi fornitori di servizi di elaborazione dei dati nel cloud.

Preoccupazioni dei CEO e di DigitaLEurope

I cinque CEO e DigitaLEurope, un’organizzazione di settore che rappresenta le industrie in trasformazione digitale in tutto il blocco, sostengono che i negoziati trilogo tra la Commissione, i deputati europei e gli stati membri stiano procedendo a “velocità vertiginosa” e che vi sia “poco spazio per discutere in profondità questi dettagli complessi”. Essi sostengono, ad esempio, che l’obbligo di condividere i dati con altre aziende potrebbe non solo portare a rivelare dettagli sui sistemi interni, processi o tecnologie che potrebbero renderli vulnerabili a attori malevoli, ma anche favorire i concorrenti, in particolare gli operatori di paesi terzi che potrebbero non dover rispettare le stesse regole.

Richiesta di salvaguardie

I CEO chiedono, quindi, l’implementazione di salvaguardie, tra cui il diritto di rifiutare la condivisione dei dati con altre imprese in caso di rischio per i segreti commerciali, la sicurezza informatica, la salute e la sicurezza, e l’assicurazione che, quando i governi richiedono l’accesso ai dati, ciò sia “proporzionato e limitato a situazioni di emergenza chiaramente definite, tipi di dati e organismi pubblici”.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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