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New York Times blocca il web crawler di OpenAI

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il New York Times ha bloccato il web crawler di OpenAI, GPTBot, per evitare l’addestramento di modelli AI e valuta possibili azioni legali.

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Il New York Times ha deciso di bloccare il web crawler di OpenAI, impedendo all’azienda di utilizzare i contenuti del giornale per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.

Dettagli sulla decisione

Consultando la pagina robots.txt del New York Times, si può notare che il giornale ha deciso di non consentire l’accesso a GPTBot, il crawler introdotto da OpenAI all’inizio di questo mese. Secondo quanto riportato dalla Wayback Machine dell’Internet Archive, sembra che il New York Times abbia bloccato il crawler già dal 17 agosto.

Aggiornamenti dei termini di servizio

Questa decisione arriva dopo che il New York Times ha aggiornato i suoi termini di servizio all’inizio del mese, vietando l’uso dei suoi contenuti per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale. Charlie Stadtlander, portavoce del New York Times, ha rifiutato di commentare la situazione. Anche OpenAI non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Possibili azioni legali

Il New York Times sta anche valutando l’ipotesi di intraprendere azioni legali contro OpenAI per violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Se decidesse di procedere, il Times si unirebbe ad altri, come Sarah Silverman e altri due autori che hanno citato in giudizio la società a luglio per l’uso di Books3, un set di dati utilizzato per addestrare ChatGPT che potrebbe contenere migliaia di opere protette da copyright. Anche Matthew Butterick, un programmatore e avvocato, sostiene che le pratiche di raccolta di dati della società equivalgano a pirateria software.

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