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OpenAI accusa il New York Times di aver ingannato ChatGpt

Tempo di lettura: 2 minuti. OpenAI chiede la revoca di accuse da parte del NYT, affermando che il giornale ha usato prompt ingannevoli per far riprodurre contenuti a ChatGPT

Tempo di lettura: 2 minuti.

OpenAI ha presentato una mozione per chiedere la revoca di diverse accuse in una causa per violazione del diritto d’autore intentata da The New York Times. OpenAI sostiene che il Times abbia utilizzato “prompt ingannevoli” per indurre ChatGPT a riprodurre i suoi contenuti, sfruttando un bug che l’azienda sta lavorando per risolvere. La compagnia afferma che il Times ha inserito articoli direttamente nel chatbot per ottenere passaggi testuali verbatim, sottolineando che “le persone normali non utilizzano i prodotti di OpenAI in questo modo”.

Il capo dello staff legale del Times, Ian Crosby, ha contraddetto questa affermazione, descrivendo l’azione del Times come un uso legittimo dei prodotti di OpenAI per cercare prove di furto e riproduzione dei lavori protetti da copyright del Times. Ha aggiunto che OpenAI non nega di aver copiato opere del Times senza permesso entro il termine di prescrizione.

La causa del Times contro OpenAI e Microsoft, intentata a dicembre, accusa le aziende di aver addestrato i loro modelli di intelligenza artificiale sui contenuti del Times e di essere in grado di riprodurre le storie in modo verbatim, privando il giornale di entrate e compromettendo la sua relazione con i lettori.

OpenAI cerca di far revocare parzialmente l’accusa di violazione diretta del copyright “per quanto si basa su atti di riproduzione avvenuti più di tre anni prima di questa azione”. Chiede inoltre di respingere altre accuse, tra cui quella di aver contribuito alla violazione, di non aver rimosso informazioni che violano i diritti d’autore e di aver creato concorrenza sleale per appropriazione indebita. La causa del Times include anche accuse di diluizione del marchio, concorrenza sleale secondo il diritto comune per appropriazione indebita e un’accusa di violazione del copyright per vicariato.

Questo caso è solo uno dei tanti che vedono coinvolte aziende di intelligenza artificiale come OpenAI, con un numero crescente di azioni legali che minacciano di sconvolgere o addirittura distruggere l’industria nascente.

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