Economia
Stellar Lumen: la cripto che costa poco e piace alle big tech
In parole povere, Stellar è una rete aperta che consente di spostare e conservare denaro. Quando è stato rilasciato nel luglio 2014, uno dei suoi obiettivi era aumentare l’inclusione finanziaria raggiungendo gli unbanked del mondo, ma poco dopo le sue priorità si sono spostate sull’aiutare le società finanziarie a connettersi tra loro attraverso la tecnologia blockchain. Il token nativo della rete, lumen, funge da ponte che rende meno costoso il commercio di asset attraverso i confini. Tutto ciò mira a sfidare i fornitori di servizi di pagamento esistenti, che spesso addebitano commissioni elevate per un servizio simile. Se tutto ciò suona familiare, vale la pena notare che Stellar era originariamente basato sul protocollo Ripple Labs. La blockchain è stata creata come risultato dell’hard fork e il codice è stato successivamente riscritto.
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Chi sono i fondatori di Stellar?
Jed McCaleb ha fondato Stellar con l’avvocato Joyce Kim dopo aver lasciato Ripple nel 2013 per disaccordi sulla direzione futura dell’azienda. L’obiettivo di McCaleb è garantire che Stellar possa offrire alle persone un modo per trasferire la loro fiat in criptovalute ed eliminare l’attrito che le persone normalmente sperimentano quando inviano denaro in tutto il mondo. Attualmente ricopre il ruolo di CTO di Stellar, nonché co-fondatore della Stellar Development Foundation. Questa organizzazione senza scopo di lucro mira a “sbloccare il potenziale economico del mondo rendendo i soldi più fluidi, i mercati più aperti e le persone più responsabili”.
Cosa rende unico Stellar?
Le tasse sono un punto critico per molti. Tuttavia, i costi elevati quando si effettuano pagamenti transfrontalieri non sono solo esclusivi delle soluzioni di pagamento basate su fiat come PayPal: è noto che anche le commissioni di transazione superano il tetto sulle blockchain di Bitcoin ed Ethereum a causa della congestione. Stellar è unico perché ogni transazione costa solo 0,00001 XLM. Dato che un’unità di questa criptovaluta costa solo pochi centesimi al momento della scrittura, questo aiuta a garantire che gli utenti mantengano più soldi. Pochi progetti blockchain sono riusciti a garantire partnership con aziende tecnologiche di grandi marchi e aziende fintech. Alcuni anni fa, Stellar e IBM si sono uniti per lanciare World Wire, un progetto che ha consentito a grandi istituzioni finanziarie di inviare transazioni alla rete Stellar e di effettuare transazioni utilizzando asset bridge come le stablecoin. Sebbene altre blockchain abbiano fondi comunitari, il che significa che le sovvenzioni possono essere concesse a progetti che aiutano ulteriormente l’ecosistema, Stellar consente ai suoi utenti di votare su quali iniziative dovrebbero ricevere questo supporto.
Quante monete Stellar (XLM) ci sono in circolazione?
Quando la rete Stellar è stata lanciata nel 2015, sono stati emessi un totale di 100 miliardi di XLM, ma le cose sono cambiate dalla data di rilascio. Attualmente, l’offerta totale è di 50 miliardi di XLM e l’offerta in circolazione è attualmente di 20,7 miliardi. Nel 2019, la Stellar Development Foundation ha annunciato che stava bruciando oltre la metà della fornitura di criptovaluta. Ciò significa che ora controlla circa 30 miliardi di XLM. Mentre parte di questo capitale è destinato al marketing e allo sviluppo dell’organizzazione, circa un terzo è riservato a investimenti in altre iniziative blockchain. Spiegando perché è stata necessaria questa mossa drastica – e promettendo di non bruciare più XLM in futuro – la fondazione ha spiegato: “SDF può essere più snello e fare il lavoro per cui è stato creato utilizzando meno lumen… Quei 55,5 miliardi di lumen non stavano andando per aumentare l’adozione di Stellar.”
Come è protetta la rete stellare?
Questa rete è protetta utilizzando lo Stellar Consensus Protocol, che è descritto come avente quattro proprietà principali: “Controllo decentralizzato, bassa latenza, fiducia flessibile e sicurezza asintotica”. Attraverso SCP, chiunque può partecipare al processo di raggiungimento del consenso e nessuna singola entità può finire con la maggioranza del potere decisionale. Anche le transazioni vengono confermate a buon mercato ed entro pochi secondi e sono in atto misure di sicurezza se i malintenzionati tentano di unirsi alla rete.
Economia
Apple rimuove WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple ha rimosso WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina su richiesta del governo, sollevando questioni di sicurezza nazionale
Apple ha recentemente rimosso WhatsApp e Threads, due app di Meta, dall’App Store in Cina. Questa decisione è stata presa in risposta a una richiesta diretta dell’amministrazione cibernetica cinese, che ha sollevato preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
Dettagli della rimozione
La rimozione di WhatsApp e Threads dall’App Store cinese impedisce ai nuovi utenti di installare queste app. Tuttavia, le app restano disponibili per il download in altre regioni. Secondo un rapporto del Wall Street Journal, la Cyberspace Administration of China ha ordinato la rimozione di queste app citando preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale.
Dichiarazioni di Apple
Apple ha commentato la situazione affermando: “Siamo obbligati a seguire le leggi nei paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo.” La compagnia ha anche evidenziato che la mancata conformità con le richieste legali potrebbe portare alla chiusura dell’App Store in Cina, un rischio significativo per la presenza dell’azienda nel paese.
Accesso tramite VPN
Nonostante la rimozione dalle piattaforme di download, i servizi di Meta, come WhatsApp e Threads, rimangono tecnicamente accessibili in Cina tramite l’uso di strumenti VPN che possono mascherare la posizione geografica degli utenti. Questo significa che gli utenti che hanno già installato queste app potrebbero continuare a utilizzarle se dispongono degli strumenti giusti.
Contesto e considerazioni
La rimozione di queste app avviene in un periodo delicato, con il CEO di Apple, Tim Cook, che ha recentemente visitato la regione. Inoltre, avviene in un momento in cui il dibattito sul divieto di TikTok negli Stati Uniti ha visto un rallentamento, suggerendo una possibile risposta strategica da parte della Cina.
La decisione di rimuovere WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina evidenzia le sfide che le compagnie tecnologiche internazionali affrontano nel bilanciare le normative locali con la loro politica aziendale. Questa situazione sottolinea anche le tensioni in corso tra Cina e Stati Uniti nel contesto della tecnologia e della sicurezza informatica.
Economia
In cosa consiste l’ultimatum dell’Europa a TikTok Lite per il DSA?
Tempo di lettura: 2 minuti. TikTok Lite affronta interrogativi sul rispetto del DSA dopo il suo lancio in Francia e Spagna, con l’UE che esige una valutazione del rischio
TikTok Lite, una versione semplificata dell’app di condivisione video di ByteDance, è stata recentemente lanciata in prova in Francia e Spagna. Tuttavia, ha rapidamente attirato l’attenzione della Commissione Europea per potenziali questioni relative al rispetto del Digital Services Act (DSA), un regolamento europeo focalizzato sulla moderazione dei contenuti e la governance online.
Preoccupazioni della UE
Le principali preoccupazioni dell’UE derivano dalla funzionalità di TikTok Lite che permette agli utenti di guadagnare punti per attività specifiche all’interno dell’app, come mettere “mi piace” ai contenuti o seguire nuovi creatori. Questi punti possono essere scambiati con gift card o “monete” che possono essere donate ai creatori. La Commissione teme che tale sistema di ricompense possa stimolare comportamenti potenzialmente dipendenti, influenzando negativamente la salute mentale dei giovani.
Richiesta di informazioni dalla Commissione Europea
La Commissione Europea ha richiesto a TikTok di fornire, entro 24 ore, una valutazione del rischio dettagliata per TikTok Lite, che avrebbe dovuto essere effettuata prima del lancio dell’app nell’UE. Questa valutazione è essenziale per assicurarsi che TikTok Lite rispetti i requisiti del DSA in termini di gestione del rischio sistemico, in particolare per quanto riguarda la protezione dei minori e la salute mentale degli utenti.
Implicazioni e conformità Regolamentare
TikTok è già sotto indagine nell’UE per questioni legate alla protezione dei minori e alla gestione del rischio di design dannoso e contenuti nocivi. Il continuo scrutinio sotto il DSA sottolinea l’importanza per TikTok di adottare misure proattive per mitigare i rischi sistemici e garantire la conformità con il regolamento europeo. Le sanzioni per il mancato rispetto possono includere multe fino al 6% del fatturato globale annuo, sottolineando la gravità delle implicazioni per TikTok.
Il controllo rapido e deciso della Commissione Europea su TikTok Lite dimostra il serio impegno dell’UE nel regolare le grandi piattaforme digitali e proteggere i consumatori, soprattutto i giovani utenti. TikTok deve navigare con cautela, bilanciando le innovazioni del prodotto con le esigenze di conformità regolamentare per evitare potenziali sanzioni e garantire una gestione responsabile del suo impatto sui suoi utenti.
Economia
Divieto di vendita OnePlus in India: brutta botta al mercato
Tempo di lettura: 2 minuti. OnePlus affronta un divieto di vendita in importanti stati indiani a causa di problemi irrisolti con i margini di profitto e le garanzie
OnePlus, noto per il suo forte impatto nel mercato indiano degli smartphone, sta affrontando un ostacolo significativo: un divieto di vendita imposto dai rivenditori nelle regioni meridionali e occidentali dell’India. Questo divieto, che entrerà in vigore il 1° maggio 2024, riguarda più di 4.500 punti vendita al dettaglio e deriva da questioni irrisolte legate ai margini di profitto e ai ritardi nel trattamento delle garanzie.
Dettagli del divieto
Il divieto colpisce importanti stati come Andhra Pradesh, Telangana, Tamil Nadu, Karnataka, Maharashtra e Gujarat. Rivenditori come Poorvika, Sangeetha, Big C e Pooja, che rappresentano una parte significativa del mercato al dettaglio di OnePlus in India, non venderanno più prodotti OnePlus a partire da maggio. Questa decisione è stata presa a seguito di difficoltà continue, incluse problematiche con i servizi di garanzia, bassi margini di profitto e politiche di vendita che obbligano i rivenditori a offrire prodotti o servizi aggiuntivi in bundle con i dispositivi OnePlus.
Implicazioni del divieto
Sebbene il divieto possa sembrare un duro colpo per OnePlus, l’impatto potrebbe essere mitigato dalla forte presenza dell’azienda nei canali di vendita online. OnePlus continua a realizzare una quota significativa delle sue vendite attraverso piattaforme online come il proprio sito web e Amazon India, che non sono influenzate dal divieto.
Reazioni e misure di OnePlus
OnePlus ha riconosciuto i problemi sollevati dai rivenditori e ha dichiarato di essere attivamente impegnata nel risolvere le questioni evidenziate per mantenere e rafforzare le relazioni con i partner al dettaglio. L’azienda valorizza il sostegno ricevuto dai suoi partner al dettaglio negli ultimi sette anni e si impegna a lavorare con loro per affrontare e risolvere le problematiche in sospeso.
Il divieto di vendita rappresenta una sfida significativa per OnePlus in uno dei suoi mercati più grandi e più redditizi. Tuttavia, la strategia multicanale dell’azienda e la sua capacità di adattarsi e rispondere rapidamente alle esigenze dei partner e dei consumatori potrebbero aiutare a mitigare le conseguenze di questo sviluppo. Sarà fondamentale per OnePlus affrontare e risolvere efficacemente questi problemi per mantenere la sua posizione nel competitivo mercato degli smartphone in India.
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