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Vietati tutti i pagamenti in cripto dai russi ai fornitori di portafogli europei

Tempo di lettura: 2 minuti. Confermato il divieto russo di criptovaluta da parte dell’UE dopo l’ottavo pacchetto di sanzioni

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L’Unione Europea ha confermato il divieto di fornire servizi di criptovaluta ai russi, inasprendo le sanzioni sulla scia di quelle che definisce “finte” votazioni di secessione in quattro regioni ucraine. La notizia è stata riportata per la prima volta da CoinDesk la scorsa settimana.
Il blocco ha introdotto un’ottava serie di misure economiche e politiche contro la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina a febbraio, inasprendo una precedente regola che limitava i pagamenti in criptovaluta verso i portafogli europei a 10.000 euro (9.900 dollari).
“I divieti esistenti sugli asset di criptovalute sono stati inaspriti vietando tutti i portafogli, i conti o i servizi di custodia di criptovalute, indipendentemente dall’importo del portafoglio”, ha dichiarato giovedì la Commissione europea in un comunicato, dopo che le proposte avanzate la settimana scorsa sono state approvate dai governi dell’UE.

Le misure, che mirano in particolare a limitare il prezzo del petrolio che la Russia può vendere, fanno seguito al tentativo del Paese di annettere le regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. La stretta sulle criptovalute, entrata in vigore giovedì dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, vieta ai fornitori europei di criptovalute di offrire servizi ai residenti e alle entità russe, a meno che non vivano nel blocco. Secondo quanto appreso da CoinDesk, il provvedimento sembra essere motivato dal timore che l’attuale tetto di 10.000 euro non sia sufficiente a frenare i pagamenti dalla Russia. “Ci siamo resi conto che le transazioni continuavano su una certa scala” anche dopo l’imposizione delle misure in aprile, ha dichiarato un funzionario dell’UE. “Volevamo assicurarci che questi servizi non venissero più forniti dagli operatori dell’UE”. Ma i piani potrebbero basarsi su misure di imitazione da parte di altre giurisdizioni europee, ha aggiunto il funzionario, che non era autorizzato a parlare in via ufficiale. “La Svizzera in particolare ha seguito tutte le nostre misure [sanzionatorie] in passato”, ha detto il funzionario. “Contiamo che questo accadrà anche qui”.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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