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Editoriali

Caso apostolico: la bufala del riconoscimento facciale

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il caso Apostolico ha generato un complotto inaspettato suggerito dai Fact-Checkers, Attivisti per i diritti umani e politici del PD

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Un caso umano, oppure meglio dire sociale, quello del giudice Apostolico pizzicata alla manifestazione contro il Governo e Salvini nel 2018 in prima fila e filmata a suo tempo. Chi le ha fatto il video? Chi lo ha dato al ministro Salvini? Questi sono gli interrogativi degli attivisti dei diritti umani che addirittura sospettano che Polizia o Viminale possano utilizzare un software di riconoscimento facciale per scovare gli individui alle manifestazioni pubbliche.

L’aspetto che allarma di più in realtà, anche se fosse stato così, è perchè si sia sollevato solo adesso il caso? C’è una parte di politica nella gestione dei diritti umani fondamentale per decidere chi è vittima meritevole di sostegno e chi colpevole di condanna?

Altro aspetto da non sottovalutare è che insinuare un fantomatico sistema di controllo facciale quando le responsabilità sono evidenti ed anche allarmanti per la democrazia, significa fare il gioco delle parti che oggi sono sospettate di aver emesso una sentenza contro lo Stato ed il Presidente della Repubblica, non secondo legge, ma secondo un pregiudizio viziato da attivismo politico.

Altra curiosità, nel tweet sono taggati anche Fact-Checkers, misti a politici del Partito Democratico, che hanno condiviso una notizia palesemente falsa, destituita di fondamento e contesto e che sfugge in realtà alla vera domanda.

E’ giusto che un giudice coinvolto politicamente su un tema possa emettere sentenze dal valore politico su quello stesso tema?

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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