Editoriali
Facebook presenta il suo Metaverso, oppure è il nostro?

Tempo di lettura: 3 minuti.
Mark Zuckerberg presenta il progetto Metaverse, metaverso, che porta l'azienda social per eccellenza ad una trasformazione storica. Non sarà più Facebook Inc. ma Meta e questo, per fugare tutti i dubbi, non porterà al cambiare nome, almeno nel breve termine, alle app social Facebook, Instagram o Whats App, ma semplicemente creare un contenuto innovativo e tecnologico dove dalle piattaforme sopracitate, ci si darà appuntamento in un livello superiore. O semplicemente diverso?
Cos'è un metaverso?
Citando la definizione pubblicata dalla Treccani in rete, metaverso è “un termine coniato da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992) per indicare uno spazio tridimensionale all'interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso avatar personalizzati.” Mark Zuckerberg propone proprio questo e lo fa a distanza di anni dal fallimento di Second Life dove gli internauti si muovevano tramite gli avatar e facevano capitalizzazioni in denaro nell'aggiudicarsi immobili o addirittura isole. Oggi tutto questo è ancora vivo grazie alla criptovaluta Decentraland che si appoggia a un progetto simile dove è possibile capitalizzare in moneta virtuale degli investimenti immobiliari in un ambiente non reale.
Il metaverso di Zuck non è altro che una trasposizione della realtà quotidiana in quella virtuale, dove le persone si connetteranno tra loro vedendosi ed interagendo sulla piattaforma Horizon che in un decennio promette di connettere un miliardo di persone ospitandole negli spazi virtuali.
Il problema tecnologico
Se ai tempi di Second Life non c'era la connessione veloce e la comunicazione avveniva prevalentemente in modalità testuale, oggi Mark va oltre e cala tutti nella realtà virtuale dove è richiesta una attrezzatura hardware di tutto rispetto come visori 3D che ci immergeranno nelle scenografie ospitate sul cloud Horizon dove le persone si incontrano. Non bisogna escludere dalle criticità una buona connessione Internet che, nonostante i grandi passi avanti nella distribuzione della banda larga, non sempre è scontata. Per questo motivo, il dato di un miliardo di persone previsto in 10 anni è poco, forse anche troppo se consideriamo il numero di utenti dei social network afferenti all'universo di Zuck sia pari a 3-4 volte in più: non tutti hanno ed avranno le possibilità di accedere al nuovo “vecchio” mondo.
Le opportunità
Le opportunità di lavoro saranno tantissime. Gli architetti o gli interior designers potranno ricollocarsi nella realizzazione di scenari nuovi con l'aiuto delle tecnologie “futuristiche”. Anche il portare avanti la baracca infrastrutturale prevede tantissime assunzioni nel campo informatico. E' un nuovo business dove l'indotto è potenzialmente enorme, ma potrebbe svuotarne altri. Dal punto divista sociologico cambierà anche il modo di vedere il mondo e di frequentarlo, ottimizzando ancora di più gli spazi necessari agli incontri di lavoro, concerti e momenti intimi.
I rischi
I rischi sono chiari, per chi vi scrive, perché la storia si ripete. Se la prima giornalista televisiva “digitale” in Italia, Barbara Carfagna, espone a un problema importante: gli ambienti di lavoro, i concerti, le riunioni pubbliche e private nel metaverso che avvengono tra soggetti del territorio europeo dovranno avere non solo la garanzia di trattenimento delle informazioni nello spazio cibernetico Comunitario, ma è anche giusta la provocazione di portare l'Unione Europea a chiedere dei soldi. Il parere di chi vi scrive, invece, è ancora più cinico. Dopo aver colonizzato internet con Google, social media e commercio elettronico di vario genere, gli Usa lanciano l'assalto alla nuova dimensione prevista e necessaria per via dell'implementazione della realtà virtuale. L'America esperta di guerre, militari e commerciali, ripete l‘impresa compiuta agli albori di internet. Questa volta, che la storia si ripete, verrà affossata dall'Europa oppure accolta con la solita inerzia facendo scoppiare il bubbone 10 anni dopo quando tutto sarà già deciso ed immutabile? Tutti i problemi che abbiamo oggi sul rispetto dei confini territoriali, sarà amplificato con la presenza del metaverso. Non siamo ancora in grado di individuare il nostro universo digitale, saremo in grado di avere il controllo di quello parallelo? Inoltre, c'è il fattore principale che viene messo sempre in secondo piano a quello commerciale ed è quello psicologico. Come cambierà l'umanità dinanzi allo spostamento dell'essere umano, e della materia di cui è composto, in una dimensione parallela ed immateriale? Una volta entrato lì, siamo sicuri che riuscirà ad uscire? Domanda lecita se consideriamo il fatto che la nostra vita la spendiamo sempre più sui social network, regno indiscusso di Zuckerberg e degli USA.
Editoriali
Zelensky fa uso di cocaina? I dubbi e le paure su un alleato “tossico”
Tempo di lettura: < 1 minuto. Una diceria argomentata da un video verificato, fa cadere ombre sulla stabilità mentale del leader ucraino.

Tempo di lettura: minuto.
Un alleato che chiede soldi in continuazione per comprare armi che servono ad un esericto sempre meno numeroso di un paese sempre più vuoto delle generazioni future. Un video di giugno, verificato da Matrice Digitale, ritrae il leader ucraino in un dialogo bilaterale con il premier inglese Sunak.
La sensazione che hanno avuto in molti è quella di un Zelensky accelerato ed abbastanza frenetico nei movimenti. Questo fa preoccupare il suo stato mentale, non è facile vedere il proprio popolo morire ogni giorno in numeri maggiori, ma apre uno scenario abbastanza rischioso per il futuro dell'Ucraina e della stessa Europa ricattata già più volte sul gas, sul grano e su eventuali attentati terroristici se dovesse venire meno l'aiuto all'Ucraina.
La fonte del video integrale fa intendere che si tratta di un premontato istituzionale.
Inoltre, sei mesi fa circa, un cartone animato vicino la propaganda russa faceva intendere le dipendenze di Zelensky da alcool e droga, cocaina nello specifico. Ecco l'integrale.
Editoriali
Vannacci è diventato ricco grazie alle armi spuntate del Mainstream
Tempo di lettura: 3 minuti. Se gli italiani sono scettici su vaccini e guerra è merito della scarsa credibilità della stampa, stesso motivo per cui Vannacci è ricco

Tempo di lettura: 3 minuti.
Il generale Vannacci ha fatto fessi tutti quanti. Così si direbbe a Napoli dopo l'operazione che ha sorpreso il mainstream, che da grande detrattore del generale ne è diventato il maggiore sponsor a costo zero. Perché se l'operazione Vannacci è riuscita, ampliamente affrontata da Matrice Digitale con indiscrezioni esclusive che sono emerse nei giorni successivi, è grazie proprio alla pubblicità negativa a costo zero su cui il pubblico ha deciso di orientarsi nei consigli per gli acquisti. Perché il libro di Roberto Vannacci, scritto male o impaginato peggio, è stata l'occasione persa per tantissimi editori che non riescono a vendere il quantitativo di copie vendute dal generale nemmeno con nomi di grosso calibro come Roberto Saviano e Gianrico Carofiglio. Non è un caso che il Corriere della Sera ha dedicato un approfondimento in cui si evince che il libro di Vannacci, che pare vendere ad un ritmo di 10 000 copie al giorno, è stato un traino per l'intero settore dell'editoria. Peccato che nessun editore ha avuto l'opportunità e nemmeno il coraggio di cavalcare questo testo, salvo Morgante ma a giochi fatti, mentre i librai più perspicaci lo hanno accolto nelle loro librerie vendendo un volume fuori la catena di distribuzione del settore.
L'operazione di marketing dell'anno
Una vera operazione di marketing che ha confermato un tendenza spesso associata a quella dei guru, o fuffa guru, con dei libri orientati a presentare dei metodi per fare soldi o utili a gestire al meglio le proprie attività commerciali – imprenditoriali. C'è solo un dettaglio: Vannacci è riuscito a raggiungere risultati di vendita eccezionali su un testo ideologico e politico che già reclama tanti corteggiatori nella politica che conta.
Lo spettro dell'operazione politica
Non è un caso che il generale in questo mese sia stato contattato dalla Lega di Salvini e non è un caso che sia stato ammaliato da Donzelli di Fratelli d'Italia dopo che Guido Crosetto , Ministro della Difesa italiana abbia preso fermamente le distanze dal contenuto del testo su indicazione dell'ala progressista e di sinistra del paese. Ci ha provato anche il comunista Rizzo e c'è qualcosa che forse in realtà nasconde l'operazione Vannacci ed è emersa nei giorni successivi agli scandali e riguarda una presunta ombra di Gianni Alemanno intenzionato a creare un partito con l'obiettivo di recepire voti dagli scontenti di Fratelli d'Italia che oramai non si riconoscono più in una destra progressista o vicina a posizioni che ricordano la Democrazia Cristiana dei tempi d'oro.
E' possibile a questo punto immaginare una discesa in campo di Vannacci in politica?
Questo non è dato saperlo ed il fatto che il generale abbia smentito non vuol dire che alle prossime Europee del 2024 ci troveremo l'uomo dello Stato in qualche lista.
L'operazione Vannacci è stata di tipo populista?
Se per populismo intendiamo una parte del paese ancorata degli schemi cattolici è conservatori, possiamo ampiamente ragionare sul fatto che per fare i voti è necessario essere populisti da qualche anno a questa parte: vedi le promesse elettorali del Movimento 5 Stelle, vedi quelle della stessa Fratelli d'Italia e della Lega di Matteo Salvini.
Le armi spuntate della stampa
Ancora una volta, dopo la propaganda sanitaria e bellicistica, c'è da evidenziare come la stampa abbia perso ancora più credibilità in virtù del fatto che il parlar mal male di Vannacci abbia in realtà ottenuto l'effetto inverso proprio perché la maggior parte del pubblico non ha una considerazione di una stampa obiettiva e quindi la polemica scaturita è sembrata troppo strumentale a cavalcare un pensiero da molti definito unico e convergente verso la disgregazione dei valori cristiani, italiani e tradizionali. Sono bastati articoli di opinionisti o giornalisti ben identificati in una porzione ideologica, considerata fallace ed allo stesso tempo privilegiata dalla massa incredula, per fornire uno scatto d'orgoglio a quegli italiani che paradossalmente hanno votato Giorgia Meloni per ottenere un cambiamento radicale del paese restando traditi da una destra europeista e filo atlantista.
Una riflessione per il mondo della bistrattata editoria
Intanto si fa la conta dei soldi che Vannacci abbia già racimolato dalla vendita del suo libro e se gli acquisti sono genuini, non si è comprato le copie da solo per intenderci, se il costo di realizzazione è realmente prossimo allo zero per quanto concerne la produzione, l'incasso del generale corrisponde ad almeno 700.000 euro puliti. Altro che Generale di corpo d'armata e incarichi d'oro con rilevanza zero così come gli era stato dato in precedenza all'istituto militare di Firenze. Chi esce sconfitto dall'operazione Vannacci è l'industria dell'editoria ed emerge il ruolo di Amazon che, ricordiamolo per evitare di trovarci tutti scrittori domani, è nullo dinanzi ad attività di marketing e di comunicazione in supporto alla pubblicazione di un libro che ha intenzione di vendere senza la distribuzione ordinaria. Proprio per questo motivo potremmo parlare nel settore dell'editoria di un metodo Vannacci per fare soldi.
C'è una domanda che corre e ricorre: siamo sicuri che in questa operazione non ci sia stato un mediatore influente che abbia saputo unire il mondo della stampa mainstream ed il suo lato al contrario rappresentato dalle teorie “omofobe”, “populiste” e “anticostituzionali” del generale Vannacci?
Editoriali
Sull’Intelligenza Artificiale la scienza ha dimostrato di essere corrotta
Tempo di lettura: < 1 minuto. Dopo le ricerche farlocche nel periodo pandemico, con l’Intelligenza Artificiale sì è provato a fermare un competitor attraverso un “senato accademico” composto da menti con grandi conflitti d’interesse, dove la politica Italiana ha fatto la sua parte.

Tempo di lettura: minuto.
Elon Musk lancia la sua Intelligenza Artificiale dopo pochi mesi che ha proposto insieme ad una pletora di scienziati e top manager il blocco dell'apprendimento di modelli superiori a ChatGPT 4
Non solo l' Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha bloccato l'unica azienda da abbattere presente nel manifesto sottoscritto dai suoi competitor, ma ha favorito l'esplosione delle tecnologie di #Microsoft e #Google nel silenzio istruttorio.
Un suo componente ha firmato la lettera di Musk e company credendo si trattasse di un manifesto scientifico.
Visto come stanno le cose, però, non ha fatto altro che dare al buon Elon il tempo di accelerare con la sua #intelligenzaartificiale.
In #xAI c'è un po' di miopia della Pubblica Amministrazione italiana che involontariamente ha colpito un concorrente e non un intero mercato …
C'è anche un sistema accademico che ha dimostrato di essere collegato a interessi particolari e non a quelli strettamente scientifici.
Ed oggi è stato tradito, siamo buonisti, dalla presentazione di un modello di #AI sviluppato da chi ha illuso che questa tecnologia doveva essere fermata.
Il tempo è galantuomo, sempre, e vale anche per le nostre analisi spesso fastidiose perchè in controtendenza.
- Editoriali3 settimane fa
Vannacci è diventato ricco grazie alle armi spuntate del Mainstream
- L'Altra Bolla2 settimane fa
Elon Musk e X Corp. contro lo stato della California sulla legge AB 587
- Editoriali2 settimane fa
Zelensky fa uso di cocaina? I dubbi e le paure su un alleato “tossico”
- L'Altra Bolla3 settimane fa
Corte d’appello USA: Governo Biden e l’FBI hanno viziato le opinioni social
- L'Altra Bolla3 settimane fa
YouTube sperimenta pulsante “Iscriviti” luminoso
- L'Altra Bolla2 settimane fa
YouTube e l’intelligenza artificiale insieme per la creatività pubblicitaria
- Inchieste1 settimana fa
La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19
- Tech2 settimane fa
Google Pixel 8: le novità che fanno crescere l’attesa