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Giornalisti invidiosi sociali e stalker psicotici? Ma anche no

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Se la #Ferragni chiede scusa è merito di chi svolge una professione giornalistica contro il parere di persone che non comprendono cosa significhi abbracciare il dovere di informare.

Attaccare i #giornalisti con le solite accuse terra terra come quelle delle “fissazioni” come se fossimo psicotici oppure con quelle insinuazioni sull’invidia sociale, fa comprendere che l’Italia non è un Paese maturo.

Chiara Ferragni sarebbe nessuno se non fosse per la scelta di grandi marchi della moda di veicolare sul suo corpo, ricordatevelo senza filtri, messaggi commerciali e socialmente subliminali.

Con #Sanremo ha creato un danno alle casse della RAI di 50 mila euro per una multa di pubblicità occulta in favore di Meta.

Meta è il gruppo che da successo allinfluencer con 30 milioni di follower di cui 20 inattivi, 1000000 circa falsi ed un ingaggio del 3%. Se i numeri sono corretti: la più grande influencer mondiale influenza 300.000 persone. Un po’ pochine se consideriamo il miliardo di persone dello spazio UE USA.

Ottimi numeri, sia chiaro, ma comprendete che più che promuovere prodotti, la Ferragni sia portatrice di interessi spesso torbidi ed il suo modo di fare imprenditoria è lo stesso delle multinazionali che la rappresentano e che, secondo un rapporto di Mediobanca hanno eluso negli ultimi 3 anni circa 50 miliardi di euro.

La storia della beneficenza è, secondo il codice penale, ascrivibile ad una indagine per truffa. Domandatevi perché prima voleva impugnare e poi è disposta a pagare un milione, oltre la multa oltre i rimborsi che il Codacons sta mobilitando contro lei e la Balocco.

Continuate a parlarmi di invidia sociale e di fissazioni psicotiche al limite di atti persecutori.

Un tempo si stracciavano i tesserini a giornalisti incapaci, oggi premiati anche con discutibili cattedre universitarie, siamo passati a farlo con quelli che raccontano i fatti.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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