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Love Death & Robot: la terza stagione è perfetta, ma poco visionaria

Tempo di lettura: < 1 minuto. La terza serie appassiona, ma non convince

Tempo di lettura: < 1 minuto.

Netflix non lo gradisco in tutto e per tutto, ma devo riconoscere che alcune serie tv mi appassionano molto. Sarà il mio background da nerd, appassionato di cartoni animati e di tecnologia, ma Love Death + Robots mi ha appassionato molto in questi anni.

Cosa è Love Death + Robots

Creature terrificanti, sorprese sensazionali e commedia noir in questa serie antologica animata riservata a un pubblico adulto e presentata da Tim Miller e David Fincher. Una serie tv vietata ai minori di 18 anni con tanti spunti su nuovi mondi, nuove figure di esseri viventi e di universi paralleli gore e sessualità. La grandiosità della Serie TV sta innanzitutto nella differenza di animazione tra un episodio e l’altro. Non tutti i “cartoni” sono uguali dal punto di vista grafico.

Nulla di nuovo

Nella terza stagione si parla di argomenti riproposti dove è assente la componente sessuale (Love) se non nell’ultima puntata della Serie dove il capitolo più rappresentativo, jibaro, è un mix di cyberpunk, contenuti psichedelici e tradizioni magiche orientali. Fa piacere vedere che la durata di alcuni episodi è aumentata, perfetti i disegni e gli spunti, ma si ripropone ad esempio lo scenario bucolico, quello del mondo post apocalittico e c’è un profondo senso di morte slegato dagli altri componenti che erano invece più amalgamati nei capitoli precedenti.

Cosa manca?

Mancano quelle emozioni che lasciano riflessioni extra oltre quelle viste così come mancano delle trame innovative. Secondo alcuni criticoni mancano riferimenti al sesso arcobaleno, fluido, se questo può essere un modo per innovarlo, non sarebbe altro che affondarlo definitivamente perché la società del futuro non è fluida, bensì mentale. Meglio passare all’amore platonico ed alla riproduzione tramite contatto digitale.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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