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Editoriali

L’augurio del 2024? Più memoria e resistenza alla censura

Tempo di lettura: 2 minuti.

Si chiude un anno e se ne apre un altro! Matrice Digitale augura ai suoi lettori un 2024 di gioia e felicità, ma soprattutto MEMORIA.

La società moderna è quella del pesce rosso. La metafora descrive una società abituata a dimenticare subito il contesto che la circonda, scandita da dibattiti social su determinati argomenti che hanno una durata compresa tra i 3 ed i 7 giorni.

Perchè è importante “tenere in mente”?

La memoria è importante perché consente di ricordare gli eventi, soprattutto le contraddizioni che il mondo dei media ci pone costantemente attraverso i suoi opinionisti selezionati. In un’epoca dove si vogliono chiudere i social network o censurarli nelle policy per affermare dei principi di verità, sono molte le opinioni, e di conseguenza le notizie ed i dibattiti che ne derivano, proposte sui media ordinari e che non trovano riscontri nel tempo, ma che continuano a passare inosservate nella dimenticanza generale che continua a subire pareri strumentali ad una visione politica o ideologica. Il risultato è quello di allontanare l’elaborazione di un pensiero critico basato sui fatti e che potrebbe tornare utile quando le masse si troveranno a dover decidere sul loro futuro.

La crisi dei media e dell’informazione

La crisi dei Media è profonda e non solo per la presenza del web, ma perché il fenomeno di una scarsa memoria è sempre più marcato e gli utenti sono sempre più distanti dal credere a pareri che si sono rivelati fallaci e spesso sono stati confusi all’interno di contenuti giornalistici di cronaca.

Non è bastato proporre modelli di Fact-Checking che sono collassati su se stessi perchè più volte hanno accelerato i tempi di smentita di un fatto, sbagliando, senza poi correggersi. Questo ha allontanato il sistema di verifica delle notizie da un metodo “pseudo-accademico” avvicinandolo sempre più a quello politico e di propaganda perché mai troppo distante dalle posizioni di Governi e sovrastrutture nazionali.

Resistenza alla censura

La mancanza di credibilità della Stampa sta scatenando delle contromisure su tutto il settore dei media attraverso certificazioni di qualità da parte di società in odore di agenzie straniere. Trattative costanti anche con i social network ed il fine è quello di aggiudicarsi buone fette di visibilità che gli algoritmi possono fornire alle loro notizie. Questo sempre più in barba all’Editoria pura che vede la qualità dell’informazione come prodotto e non come fattore collaterale agli interessi di cordata.

Le piattaforme che intendono la libertà di stampa in forma più ampia, e non considerano i dibattiti politici un problema, sono ad oggi sotto attacco di strutture politiche e militari perché non intendono arretrare di un passo sull’opportunità di fornire al mondo una visione bipolare che possa aiutare le masse nel processo di maturazione del pensiero critico.

Giornalisti che si fanno la guerra tra loro come se fossero giocatori di calcio in stadi dove il prezzo della vittoria è spesso la vita in guerra o il destino di milioni di persone, soprattutto bambini.

Parlare di resistenza in un contesto democratico avanzato come l’Occidente potrebbe sembrare un assurdo, ma è proprio questo il motivo per cui c’è bisogno di preservare la memoria degli ultimi anni per comprendere come le sempre più stringenti regole su Internet ed i risvolti fattuali nella vita reale siano in realtà i campanelli d’allarme di una società unipolare in un mondo sempre più multipolare.

Buona fine del 2023, buona memoria nel 2024!

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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