In questi giorni viviamo nuove notizie su Piracy Shield e la posizione di Matrice Digitale appare più moderata rispetto alle consuete battaglie che la redazione conduce contro i monopoli ed i centri di potere. Quando si parla di monopolio, ci si riferisce a un’intera fetta del mercato controllata da un unico attore, o da un cartello composto da pochi soggetti, che rende inaccessibile il mercato a nuovi soggetti e impone prezzi, talvolta al limite dello strozzinaggio agli utenti. Tuttavia, il caso di Piracy Shield si distingue. Perché? Il monopolio riguarda prodotti cinematografici e calcistici, beni di cui si può fare a meno. Questo paradosso riflette un’epoca in cui il copyright e l’opera intellettuale sono al centro di un cambiamento: onorare l’arte e le opere intellettuali oppure svalutarle alla pirateria.
Piattaforme come YouTube e Spotify hanno rivoluzionato la remunerazione degli artisti, offrendo contenuti a un pubblico più ampio senza ricorrere a costi elevati, anche se i guadagni per gli artisti sono diminuiti. Analogamente, l’accesso al cinema e ai contenuti televisivi, una volta limitato, oggi passa attraverso abbonamenti che, se sommati, rappresentano una spesa significativa in un’Italia sempre più povera anche se l’offerta di contenuti corrisponde in un mese a numerose sere al cinema come a vecchi tempi.
Piracy Shield segue la logica etica del riconoscimento economico ai contenuti culturali, realizzati da persone che meritano di essere retribuite per il loro contributo artistico alla società. Tuttavia, ciò si scontra con l’accesso alla cultura, un diritto che, se fortemente monopolizzato, ha un impatto negativo sull’indice culturale della una società. La diffusione dei cosiddetti “pezzotti” dimostra come ci sia chi preferisce evitare il pagamento presso i fornitori ufficiali e questo avveniva anche quando i prezzi erano più bassi. L’alternativa ai falsi resta quella di non fruire del prodotto oppure pagarlo a caro prezzo.
Piracy Shield ha avviato procedure d’urgenza che prevedono il blocco degli indirizzi IP, colpendo anche siti legittimi. Questo ha penalizzato piattaforme che fornivano servizi informatici e siti di informazione. In Italia, un sito informativo è stato colpito, evidenziando la forza dell’interesse lobbistico di mercato sul principio di libertà di stampa ed espressione. Lo studio Previti, promotore della piattaforma, ha mobilitato interessi politici ed economici per ottenere l’approvazione parlamentare. In prima linea c’è Massimiliano Capitanio, commissario Agcom e attivista della Lega, che ha promosso sanzioni anche per gli utenti dei servizi illegali ottenendo rimodulazioni legislative in materia da parte del Governo.
La struttura di Piracy Shield, in coordinamento con la Guardia di Finanza e la Polizia Postale, ha bloccato numerosi siti e sgominato reti di fornitori del “pezzotto”, spesso associati a contenuti illeciti, inclusi abusi su minori. Questo aspetto evidenzia il rischio di una mentalità permissiva e che sfrutta la tecnologia per rinforzare il controllo, penalizzando al contempo piattaforme legittime come Cloudflare, spesso usate anche da reti illecite come argomentato più volte da Matrice Digitale.
Matrice Digitale ha scelto una posizione contro l’inasprimento delle sanzioni agli utenti senza abbassare i prezzi degli abbonamenti, rendendo il mercato meno accessibile e senza una alternativa concreta. La redazione si oppone a ogni tipo di lobby, sia informatica che monopolistica, sforzandosi nel mantenere una posizione oggettiva e neutrale. Questo è in linea con una visione che privilegia l’accesso equo alla cultura e la critica a un sistema calcistico monopolizzato, di cui, in fondo, si può fare a meno. Schierarsi contro una piattaforma che viola il diritto d’autore può essere comprensibile se gratuita e senza interessi, discorso diverso invece quando l’alternativa sono servizi a pagamento gestiti da criminali collegati alla criminalità organizzata e senza quelle basi etiche minime che vietino traffici.
Le piattaforme di streaming hanno nulla a che vedere con l’hacktivismo o attivismo, questo dovrebbero saperlo i gatekeeper del mondo tecnologico che spacciano l’ideologia come movente di protesta, ma poi li si trova sempre nelle migliori aziende e nei migliori tavoli di concertazione di Governo a rappresentare gli interessi di quelli che criticano.
Chi critica Matrice Digitale fa bene, ne ha diritto, ma speriamo che dopo questa precisazione abbia compreso che ci siamo schierati con una proposta politica che riteniamo di buonsenso, ma non siamo lo strumento nè dell’una e nè dell’altra parte.