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Editoriali

Ammettere che Putin ha vinto nasconde peccati ben più gravi

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Ha sorpreso molto l’articolo di Federico Rampini sul Corriere che parla di un Putin vincente nel 2023 e ne spiega i motivi. L’inizio è ancora più umile se consideriamo il fatto che lo stesso giornalista, cooptato a via solferino quando sembrava un Trumpiano poi però dichiaratosi elettore di Biden a giochi fatti, ha dichiarato che non è andata come previsto, ma soprattutto sperato.

Il Corriere ammette di aver sbagliato previsione o l’informazione?

Eppure il Corriere della Sera si è contraddistinto sempre per la sua parzialità, come del resto la Repubblica e la Stampa ed addirittura qualche giornale di destra privo di un Berlusconi lucido fino agli ultimi giorni della sua vita. Si è affidato solo alle fonti Ucraine che hanno più volte preso in giro gli alleati su più fronti per un unico obiettivo: ottenere maggiori soldi ed armamenti.

Ammettere che le previsioni di tracollo economico russo, malattia quasi mortale, successi della resistenza, Bakhmut prima impossibile da cedere e poi sacrificabile dopo la sconfitta, il Nord Stream esploso ad opera di Putin poi dagli inglesi ed infine dagli ucraini, è un modo per pulirsi la coscienza e soprattutto pulirla alla testata per cui si lavora. E’ un modo molto facile per riaccreditarsi al lettore che in questi mesi ha vissuto la speranza russofoba di annientare i russi, vivere la resistenza dell’Ucraina come la favola del Leicester in Premier League con la differenza che si contavano morti e non goal.

Perchè è importante fare un passo indietro?

Fare un passo indietro su una errata valutazione su Putin, non è sintomo di onestà intellettuale, soprattutto se si sono fornite notizie di parte e spesso strumentali alla politica di guerra dell’Occidente, ma è un modo per mettere la polvere sotto al tappeto ed avvicinarsi anche ai lettori che sono stati apostrofati come Putiniani, Puthinvester, spie del GRU ed influencer del Cremlino e le famose liste dei putiniani d’Italia che ricordavano i tempi di Mussolini. E’ soprattutto importante per la stampa utilizzare eventuali passi indietro su Putin per nascondere che le Istituzioni, tra cui Draghi in primis, per poi seguire quelle europee dove poche volte il Corriere è critico, hanno fallito non solo nelle previsioni, ma anche nelle politiche attuate.

Cosa si nasconde nel dietrofront sul 2023 di Putin?

La guerra voluta da Boris Johnson e Joe Biden, secondo le ultime indiscrezioni del Wall Street Journal, riportate dal Corriere, non solo ha contribuito ad aumentare l’inflazione nell’area Euro, non solo ha impoverito le persone, non solo ha generato profitti per banche e per diverse compagnie energetiche, ma ha creato problemi interni alle casse di molti paesi alleati. Per non togliere il fatto che la guerra abbia censurato per la prima volta le fonti russe e di stampa nella culla della democrazia, ha dato vita ad una caccia al russo senza precedenti e sono stati “scippati” 300 miliardi di euro a Mosca perché in guerra con motivazioni di diritto internazionale poco solide.

Dopo questa analisi molto opportunistica che coinvolge le nostre tasche, quello che le finte scuse sul 2023 a Putin intendono nascondere, sono i circa 100.000 morti Ucraini, padri e figli, e l’oltre milione di donne e bambini profughi accolti da vedove ed orfani nello Spazio Europeo.

E se il Corriere ha scelto Rampini per scrivere un editoriale di scuse ai lettori, è lo stesso giornalista ad essere stato scelto come tappeto per i suoi colleghi che fino ad oggi hanno creato una polvere che tanto male ha fatto al mondo dell’informazione.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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