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Onlyfans, passo indietro sul porno: i nostri figli continueranno a prostituirsi?

Tempo di lettura: 5 minuti.

Leggere un titolo del genere potrebbe sembrare il solito articolo acchiappaclick, ma non è così. Chiaro che non tutti i figli si prostituiscono, ma forse nemmeno in tanti, però c’è un fenomeno che in questi anni ha preso piede grazie anche ad Onlyfans e non è il massimo per chi, come i genitori e gli insegnanti, ha lo scopo di tutelare le nuove generazioni.

Andiamo per gradi:

Onlyfans è una piattaforma di creatori di contenuti che vendono i loro prodotti digitali agli utenti che scorrono una timeline simile a Twitter e che pagano o offrono delle mance. Fino a qui nessun problema, ma cosa succede se a partecipare a questo gioco, sia attivamente sia passivamente, ci siano dei minori?

Qualcuno potrebbe rispondere “nulla” ed effettivamente anche su YouTube i nostri figli sono diventati più ricchi di noi a quanto pare, ma sul social video di Google non girano contenuti per adulti ed ecco che comprendiamo la differenza che crea maggior preoccupazione nella nostra società ancora più smembrata in questi mesi dal Covid, colpevole di aver relegato i giovani online.

Superato l’aspetto teorico entriamo nel merito della nostra denuncia. Esiste un mondo sommerso di minori che utilizza OnlyFans con motivazioni simili a quelle di quegli adolescenti che anni fa vendevano per una ricarica le proprie immagini violate nell’intimità o addirittura frequentavano giri dove persone adulte gradivano “addormentarsi” con loro. Internet, si sa, è davvero in grado di amplificare nel bene e nel male dei fenomeni. Se il titolare di Onlyfans si vanta di aver generato 100 milionari sul milione di artisti che ogni giorno partecipano alla pubblicazione dei loro contenuti, deve per onestà intellettuale anche ostentare con la stessa fierezza l’aver permesso a delle liceali di acquistare l’ultima Gucci o l’ultima di Saint Bart per andare al mare senza gravare sui propri genitori.  

LE STRATEGIE UTILIZZATE DAI MINORI

I minori su Onlyfans non possono comparire perché altrimenti sarebbero segnalati e comunque utilizzano lo strumento per arrotondare la paghetta e non per fare questa carriera, anche se qualcuno avrà trovato nel business la sua aspirazione di vita, ed è per questo che i loro clienti preferiti sono i feticisti.

Senza presentarsi dalla testa ed i piedi, ragazzi e ragazze mettono in vendita scatti di pezzi del loro corpo dalle mani ai piedi, amatissimi da chi segue con eccitazione il genere. Non mancano video di movenze sexy in abiti succinti che riprendono tutto tranne che la faccia.

Ancora più inquietante per un genitore, la furbizia mista a malizia di chi fa prostituire inconsapevolmente e digitalmente la madre senza che questa ne sia a conoscenza, inserendo tra una sua foto ed un’altra, o creando un profilo dedicato, foto delle parti intime del genitore folgorato improvvisamente da scatti fugaci mentre dorme ad esempio con la sottoveste indosso.

Attenzione, parliamo di contenuto pedopornografico che in questo caso viene somministrato ad un pubblico adulto come materiale prodotto da ventenni o da barely legal, appena maggiorenni e questo non vuole assolvere chi consapevolmente cerca contenuti di minori, ma è impossibile accusare persone che non riescono a distinguere l’ètà di un modello sulla base di pezzi di corpo esposti.

I guadagni vengono dirottati o su carte di debito intestate ai genitori stessi o a profili fittizi trovabili facilmente in rete a poco prezzo.

L’ESPERTO DI ONLYFANS RISPONDE

Per trovare riscontri ai racconti giunti sotto forma di segnalazioni a noi di Matrice Digitale, abbiamo contattato Luca Tipaldi esperto di managment dei profili di OnlyFans e delle SexWorkers che ha illustrato i sistemi di valutazione delle iscrizioni alla piattaforma definendoli avanzati e sicuri perché “non solo prevedono l’invio di un documento, ma anche la foto della persona con il documento stesso”

E se l’aspirante performer produce un documento falso a suo nome?

Ovviamente è possibile in questo modo evadere il processo, ma si va incontro ad un’altra verifica che è quella bancaria per eseguire i pagamenti dove la piattaforma richiede tassativamente che il nome del titolare del profilo sia anche quello del titolare del conto dove vengono accreditate le entrate derivanti dalla propria attività.

E se un minore sul documento inserisce i dati del conto bancario intestato a nome della madre su cui è poggiata la carta di credito/debito che usa il minore?

Anche qui c’è poco da fare e invito i genitori a verificare eventuali accrediti sul conto da parte della Fenix ltd. che sarebbe la società che detiene il marchio Onlyfans.

Per quanto riguarda i contenuti di soggetti terzi, ritiene che questi se pubblicati senza il volere di una persona possono essere facilmente rimossi?

Ovviamente sì, ed in poco tempo, anche se tutto deve partire da una segnalazione ed è qui che si apre la possibilità di pubblicare come da voi denunciato delle foto di parenti o anche contenuti inventati perché presi da altre piattaforme per adulti, come quelle che ospitano i film porno.

PERCHE’ NE SCRIVIAMO SOLO ORA

Questo è il capitolo più delicato della vicenda perché dinanzi ad una notizia così eclatante e che molti minori leggeranno, non vogliamo essere noi stessi di Matrice Digitale a consigliare ai più piccoli come fare soldi con Onlyfans visto che ci hanno già pensato molti programmi televisivi nel dirottare i giovani su queste piattaforme, ingegnandosi i metodi descritti più in alto. Le Iene, ad esempio, con un pubblico di fascia d’età medio bassa, ha presentato il social di adult entertainment in pompa magna con un documentario di 20 minuti intervistando anche le protagoniste. Sarebbe curioso capire se ci sia alla base una natura commerciale ad aver animato il servizio per la Mediaset, ma fatto sta che, seppur in fascia protetta e bollinato di rosso, si sono usate delle testimonial che hanno sicuramente acceso la mente di qualche ragazza o ragazzo più smaliziato e desideroso di soldi facili. Bisogna fare attenzione ancora a cosa propone la tv perché è vero che internet ne è piena di articoli che ne parlano, ma è anche vero che sono contenuti orientati più ad eventuali consumatori con immagini e video che stimolano l’acquisto e non invece alla partecipazione. Nel corso dell’intervista con l’esperto, si è ipotizzato anche uno scenario inedito dove ci sia un terzo a gestire per conto di un minorenne l’account di Onlyfans, generando in partenza un favoreggiamento alla pedopornografia anche se la piattaforma impone allo stesso nominativo di avere massimo due profili di cui uno ad accesso gratuito e l’altro tramite abbonamento.

CONCLUSIONI

Quello di cui vi abbiamo parlato è la causa principale per cui il grande imprenditore che ha creato Onlyfans è stato messo alle strette dai suoi investitori ed ha rinunciato ai contenuti per adulti da ottobre 2021. Gira voce che su questo social ci fossero anche video di violenze e di stupri, possibile anche se non abbiamo riscontri,presenti invece su altre piattaforme, ma è chiaro che, con l’abbassamento della soglia legale di partecipazione in modo illegale e con l’impossibilità di controllare in modo capillare l’esplosione di questo fenomeno, si è arrivati a rinunciare ai contenuti per gli adulti. Molti competitor, in vita e altri morti dopo la stessa scelta, se la sono risa e attendono Onlyfans nel cimitero del perbenismo che su internet paga meno dei contenuti degli adulti sempre che non ti chiami mr Google. Dopo l’annuncio però, c’è stato il contro annuncio, ed OnlyFans ha fatto un passo indietro garantendo la continuità della sua offerta. Purtroppo, però, il danno è stato fatto creando un precedente che non è piaciuto ai suoi performers in cerca ad oggi di nuovi lidi che diano maggiore stabilità e quindi bisogna monitorare se i nostri figli continueranno a prostituirsi qui o altrove? Magari continuando ad utilizzare anche le nostre foto?

Se lo scoprite, segnalatecelo.

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