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Agenzie avvertono Meta occulta gli abusi sessuali su minori

Tempo di lettura: 3 minuti. Meta sotto accusa per la gestione dei contenuti dannosi

Tempo di lettura: 3 minuti.

Introduzione: Meta, la società madre del colosso dei social media Facebook, è stata avvertita dalle agenzie che si sta “accecando” riguardo al problema degli abusi sessuali su minori sulle sue piattaforme. L’avvertimento arriva mentre Meta affronta un crescente scrutinio sulla gestione dei contenuti dannosi, in particolare quando si tratta di proteggere i bambini.

Le richieste delle agenzie di protezione dei minori

Le agenzie di protezione dei minori chiedono a Meta di fare di più per prevenire la diffusione del materiale di abuso sessuale sui minori (CSAM) sulle sue piattaforme. Tuttavia, nonostante le ripetute richieste di intervento, l’azienda è stata accusata di non prendere sul serio la questione.

L’aumento del CSAM nei social media

Il problema del CSAM sulle piattaforme dei social media è in crescita, con rapporti che suggeriscono un aumento anno dopo anno del numero di immagini e video condivisi online. Solo nel 2020, il National Center for Missing and Exploited Children (NCMEC) ha ricevuto oltre 21 milioni di segnalazioni sospette di CSAM, un aumento del 28% rispetto all’anno precedente.

L’azione lenta di Meta e le accuse delle agenzie

Nonostante ciò, Meta è stata lenta nel prendere provvedimenti. In un recente rapporto, la National Crime Agency (NCA) del Regno Unito ha accusato l’azienda di non segnalare un numero significativo di casi di CSAM alle forze dell’ordine. Il rapporto evidenzia anche preoccupazioni riguardo alla mancanza di trasparenza dell’azienda nei suoi sforzi per combattere il problema.

L’uso dell’intelligenza artificiale nella lotta al CSAM

Una possibile soluzione è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) per rilevare il CSAM. La tecnologia IA può essere utilizzata per analizzare immagini e video alla ricerca di segni di abuso, consentendo a piattaforme come Facebook di identificare e rimuovere rapidamente contenuti dannosi. Tuttavia, pur avendo il potenziale per essere uno strumento potente nella lotta contro il CSAM, non è senza limitazioni.

Sfide e limiti dell’intelligenza artificiale

Una delle principali sfide nell’utilizzo dell’IA per rilevare il CSAM è l’enorme quantità di contenuti da analizzare. Con milioni di immagini e video caricati ogni giorno sulle piattaforme dei social media, può essere difficile per i sistemi di IA stare al passo. Ciò significa che sono ancora necessari moderatori umani per esaminare i contenuti e decidere se rimuoverli o meno.

La necessità di un approccio più proattivo

Un’altra sfida è il fatto che il CSAM è spesso mascherato o nascosto in bella vista. Gli autori degli abusi utilizzano spesso parole in codice o simboli per comunicare tra loro, rendendo difficile per i sistemi di IA rilevare il contenuto. Ciò significa che piattaforme come Facebook devono investire in tecnologie più sofisticate in grado di identificare e interpretare questi codici.

Le richieste delle agenzie di protezione dei minori a Meta

Nonostante queste sfide, le agenzie di protezione dei minori chiedono a Meta di fare di più per affrontare il problema del CSAM sulle sue piattaforme. Sostengono che l’azienda abbia l’obbligo morale di proteggere i bambini dal danno e che debba adottare un approccio più proattivo per prevenire la diffusione di contenuti dannosi.

La risposta di Meta alle preoccupazioni

In risposta a queste preoccupazioni, Meta si è impegnata a investire di più nella tecnologia per rilevare e rimuovere i contenuti dannosi. L’azienda si è anche impegnata a collaborare più strettamente con le forze dell’ordine per segnalare i casi di CSAM.

L’appello delle agenzie di protezione dei minori per ulteriori azioni

Tuttavia, le agenzie di protezione dei minori sostengono che occorra fare di più. Chiedono a Meta di adottare un approccio più proattivo, incluso l’investimento in nuove tecnologie e la collaborazione più stretta con le forze dell’ordine per prevenire la diffusione del CSAM sulle sue piattaforme.

Il problema degli abusi sessuali su minori sulle piattaforme di social media è una preoccupazione in crescita. Sebbene aziende come Meta abbiano la responsabilità di proteggere i propri utenti dai danni, sono state accusate di non prendere sul serio la questione. Le agenzie di protezione dei minori chiedono ora a Meta di fare di più per prevenire la diffusione del CSAM sulle sue piattaforme, investendo in nuove tecnologie e lavorando più a stretto contatto con le forze dell’ordine. Solo adottando un approccio più proattivo possiamo sperare di affrontare questo problema in crescita e proteggere i bambini dai danni.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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