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Inchieste

Crisanti: folgorato sulla via di Damasco o un semplice gatekeeper?

Tempo di lettura: 3 minuti. Da “esperto” del dissenso alla gestione Speranza a candidato con il Partito Democratico.
Al netto delle polemiche, questa è una lezione per i dissidenti: mai fidarsi totalmente dei propri rappresentati

Tempo di lettura: 3 minuti.

Anche le Covid Stars scendono in politica e lo fanno dopo una grande esposizione sui media nel periodo pandemico.

Andrea Crisanti è candidato con il PD di Letta e subito sono scoppiate le polemiche social tra il Partito Democratico ed il Terzo Polo che invece ha schierato tra le sue fila Walter Ricciardi. Quello che ha sorpreso molti è l’incarico tecnico ottenuto da Crisanti nell’indagine della Procura di Bergamo che dovrà accertare eventuali responsabilità sulla tragica questione delle “bare di Bergamo“, dove morirono tanti cittadini nel periodo iniziale dello scoppio pandemico e dove sul banco degli imputati c’è la Regione Lombardia a trazione leghista.

Un incarico al quale, se eletto, rinuncerà, si spera!

Andrea Crisanti è una figura molto controversa nel panorama dei medici che si sono succeduti nelle televisioni italiane perchè ha cambiato spesso opinione facendo previsioni nella maggior parte dei casi non correte. Aldilà delle considerazioni sulle capacità dei medici che sono individuali come quando ci rivolgiamo ad uno specialista per avere assistenza sanitaria, Andrea Crisanti è considerato un “allarmista“, ma allo stesso tempo un critico della gestione Speranza.

Il Ministro alla Salute dei governi Conte e Draghi è stato criticato dalle masse perchè individuato come il censore dei dissidenti del vaccino contro il Covid e Crisanti ne è stato il maggior detrattore negli ultimi periodi tanto da essere citato spesso per i suoi interventi al vetriolo dove la parola “è tutto sbagliato” era all’ordine del giorno.

Un approccio comunicativo che ha riscosso la fiducia di scettici nei confronti del vaccino, che hanno vissuto in alcuni casi un vero e proprio apartheid sociale come l’esclusione dalla vita sociale ed, in alcuni casi ben più gravi, dal mondo del lavoro. Non è un caso che Crisanti sia stato interpellato come esperto dal Fatto Quotidiano, l’unica testata realmente critica contro il Governo Draghi insieme a La Verità, che oggi si ritrova il suo esperto Covid preferito schierato dalla stessa parte di Speranza, candidato a Napoli.

Proprio il Fatto Quotidiano non ha commentato, se non riportando quanto sopra descritto, circa il cambio di opinioni di Crisanti e la strategia di Letta nell’arruolare entrambi le visioni discordanti sulla gestione pandemica affidandogli il seggio Europeo mentre quello napoletano a Roberto Speranza.

Il dibattito social: Letta nella morsa di Salvini e Terzo Polo

La scelta di Letta ha scatenato un dibattito social dove Salvini ha espresso con veemenza il proprio dissenso alla candidatura del medico spiegando che “adesso di capisce come mai abbia sempre criticato la gestione del leghista Zaia“. La risposta del diretto interessato non si è fatta attendere con l’elenco di errori compiuti in questi anni “nella politica sanitaria, internazionale, immigratoria del leader del Carroccio“.

Ad aggredire Letta, invece, c’è Matteo Renzi che ha aperto una riflessione altrettanto spinosa, dicendo che Crisanti è stato con i suoi pareri a tratti anche pericoloso per le sue dichiarazioni allarmiste e dedite ai lockdown più stringenti e Letta che risponde con il suo tono pungente, ma sempre equilibrato come il più scafato dei democristiani.

Non manca il soccorso a Matteo Renzi da parte del candidato del Terzo Polo Carlo Calenda che incalza, invitando il PD a non strumentalizzare la pandemia candidando le Covid Stars e smentendo le indiscrezioni di una candidatura di Walter Ricciardi al Parlamento tra le fila del due Italia Viva – Azione.

Ma il senso di questa storia è un altro

Il problema non è se Crisanti ha deciso di candidarsi e di scendere dal ruolo di tecnico a quello di politico prestato non alla scienza, ma ad una visione non più oggettiva bensì ideologica, bensì Crisanti è uno dei tanti casi di persone che in questi mesi sono state chiamate a gestire il dissenso per poi abbandonarlo con una ricompensa nelle file opposte ai pensieri espressi che gli hanno fornito fama e potere di visibilità, tanto da essere candidato in un Parlamento che ha i posti a sedere contati e vede molti politici illustri dire addio alla politica nonostante il loro impegno sul territorio.

I complottisti li chiamano gatekeepers e sono coloro che hanno il compito di indirizzare il pubblico verso un’opinione opposta rassicurandoli senza però fomentarlo verso uno scontro sociale. Crisanti dopo la scelta di arruolarsi in un partito politico non solo dimostra che il CTS che lui tanto criticava era parte integrante del suo modo di essere al servizio del Paese, ed anche che la pandemia gli ha dato la giusta visibilità per poter ottenere un posto in Parlamento ambito da molti.

Quindi sarebbe anche opportuno domandarsi se i morti del Covid siano stati utili alla sua causa.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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