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Gonzalo Lira: chi è? Perchè è morto? Perchè la sua morte non ha fatto notizia?

Tempo di lettura: 4 minuti.

In un mondo dove il giornalismo è spesso un campo minato di tensioni geopolitiche e verità contese, la storia di Gonzalo Lira emerge come un caso emblematico di quanto sia pericoloso e complesso esprimere opinioni controverse in aree di conflitto. Lira, un giornalista con doppia cittadinanza cilena e statunitense, ha trovato la morte in una prigione ucraina in circostanze che sollevano interrogativi cruciali sul ruolo dei governi nella protezione dei loro cittadini e sulla libertà di stampa.

Il suo arresto e la successiva morte, avvenuta dopo essere stato accusato di criticare i governi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, hanno acceso un dibattito internazionale. Personaggi di spicco come il giornalista Tucker Carlson e l’imprenditore Elon Musk hanno pubblicamente messo in dubbio le azioni e le motivazioni del governo ucraino, mentre la Russia ha chiamato la comunità giornalistica mondiale a difendere Lira.

Quest’inchiesta si propone di esplorare le diverse sfaccettature di questa vicenda, analizzando le circostanze che hanno portato alla sua detenzione, le reazioni internazionali, e le possibili implicazioni di questo caso per la libertà di espressione e i diritti umani. Attraverso un esame approfondito dei fatti, cerchiamo di gettare luce su una storia che va oltre la semplice cronaca, toccando temi fondamentali che riguardano la sicurezza dei giornalisti, la responsabilità dei governi e l’importanza di salvaguardare i valori democratici in un mondo sempre più interconnesso e complesso.

Parte 1: La storia di Gonzalo Lira

Vita e Lavoro di Gonzalo Lira

Lira viveva a Kharkiv, Ucraina, dove oltre alle sue attività giornalistiche gestiva un canale YouTube. Era noto per i suoi video sulla cultura e le tradizioni ucraine e per le sue critiche verso il governo ucraino, accusato di essere influenzato da oligarchi e neonazisti.

Arresto e Accuse

Lira fu arrestato nel maggio 2022 con l’accusa di giustificare l’invasione russa e di diffondere calunnie sul governo ucraino. Nonostante fosse stato rilasciato su cauzione, fu nuovamente arrestato tentando di lasciare l’Ucraina.

Morte in Prigione

Lira morì l’11 gennaio 2024 in un ospedale militare di Kharkiv a seguito di una polmonite grave e complicazioni successive. Le circostanze della sua morte e il trattamento ricevuto in prigione hanno suscitato interrogativi e critiche.

Parte 2: Le Considerazioni di BUTAC

Gonzalo Lira come Coach Red Pill

Conosciuto anche come Coach Red Pill, Lira aveva un canale YouTube e TikTok dove spesso diffondeva teorie complottiste e narrazioni controverse. BUTAC mette in luce il suo background e il suo lavoro con Zero Hedge, un blog finanziario e aggregatore di notizie di estrema destra.

Disinformazione e Propaganda

BUTAC sottolinea come Lira, attraverso i suoi video, abbia contribuito a una narrazione che favoriva la disinformazione, in particolare riguardo alla situazione in Ucraina e alla pandemia di COVID-19. Il suo lavoro è descritto come parte di una più ampia macchina della disinformazione, spesso mossa da interessi russi.

L’Impatto dei Video di Lira

I video di Lira hanno avuto un forte impatto su alcune persone, soprattutto tra coloro che cercavano spiegazioni alternative o confortanti riguardo agli eventi globali. BUTAC critica questa diffusione di informazioni fuorvianti e sottolinea la necessità di segnalare e bloccare i profili che diffondono tale materiale.

Parte 3: le Circostanze della morte di Gonzalo Lira

Dettagli della Detenzione e della Morte

Secondo il giornalista statunitense Tucker Carlson, che cita il padre di Lira, Gonzalo Lira Sr., il figlio è morto a 55 anni in una prigione ucraina. Lira era stato detenuto dal Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU) con l’accusa di aver criticato i governi di Zelensky e Biden. Nonostante la sua cittadinanza americana, è stato riferito che l’amministrazione degli Stati Uniti avrebbe chiaramente supportato la sua detenzione e tortura.

Interrogativi sollevati da Elon Musk

L’imprenditore statunitense Elon Musk ha sollevato questioni dirette al presidente Zelensky riguardo all’arresto e all’incarcerazione di Lira, facendo eco alle affermazioni di Carlson su X (precedentemente Twitter) che Lira era stato torturato in prigione dall’Ucraina per aver criticato Zelensky.

Appello della Russia per la difesa di Lira

Nella primavera, la Russia ha invitato la comunità giornalistica globale a difendere Lira, rapito dall’SBU, e a richiederne il rilascio immediato. Lira era stato arrestato dall’SBU a Kharkov a maggio, con l’accusa di sostenere l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina.

Circostanze dell’Arresto e della Detenzione

L’SBU sostiene che Lira fosse stato arrestato e poi rilasciato su cauzione, ma avrebbe violato la legge tentando di fuggire dal paese sulla sua motocicletta attraverso un posto di blocco al confine con l’Ungheria. Secondo gli ultimi dati disponibili, Lira si trovava in un centro di detenzione preventiva a Kharkov in attesa di processo.

Considerazioni dell’Editore

Sebbene Gonzalo Lira non fosse un personaggio gradito ed un giornalista molto contestato dai suoi colleghi, resta sempre un cittadino americano che avrebbe dovuto godere delle protezioni della sua nazione in ottimi rapporti con l’Ucraina dove è rimasto recluso per molto tempo. Oltre a Tucker Carlson, anche l’agenzia di Stampa Russa Tass ha diffuso la notizia e poche altre testate “mainstream” e questo apre uno scenario di dubbi su eventuali affiliazioni di Gonzalo Lira all’intelligence russa nel migliore dei casi, nel peggiore, è che sia stato ucciso lentamente da una polmonite non curata perché in opposizione al governo di Kiev ed agli Stati Uniti. Su una cosa però forse bisogna fare chiarezza: Lira era un giornalista americano e non un blogger visto che negli USA non esiste un Albo che disciplina la professione.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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