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Guerra cibernetica tra Israele e Hamas: l’analisi

Tempo di lettura: 3 minuti. Israele Hamas è guerra cibernetica? L’analisi di Meridian Group accende un faro sul conflitto israelopalestinese

Tempo di lettura: 3 minuti.

La guerra cibernetica ha spostato parte delle sue azioni da Kiev per arrivare in Israele ed assistere al conflitto nella striscia di Gaza dopo l’attentato del 7 ottobre nei confronti dei coloni israeliani da parte di Hamas. Meridian Group ha condiviso con Matrice Digitale la serie di attacchi informatici che si sono avvicendati nei primi giorni di guerra.

Ordine Cronologico

La guerra è stata divisa in tre fasi che hanno analizzato gli attacchi cibernetici per comprendere se c’è stata una sovrapposizione tra gli attacchi di terra di Hamas e poi quelli Israeliani con gli strumenti di guerra cibernetica che spesso sono sopravvalutati nei loro effetti o sottovalutati a seconda della narrazione che la propaganda utilizza nella comunicazione di tali operazioni come avvenuto nel conflitto ucraino.

La prima fase si svolge dal 7 al 18 ottobre, la seconda dal 19 al 23 mentre la terza dal 24 ed è ancora in corso.

La mappa dei gruppi

Non sono ufficialmente presenti APT, minacce persistenti avanzate, ma è chiaro che non abbiamo certezza dell’assenza di truppe cibernetiche militari di stati coinvolti direttamente o meno nel conflitto come dichiara uno degli autori della ricerca, Pietro di Maria che sottolinea l’assenza di “una vera cyber war, ma siamo dinanzi ad atti di manifestazione digitale come possono essere quelli che vediamo ogni giorno nelle nostre città. Ma proprio perché ci troviamo impreparati di fronte a questi eventi di basso livello e danno tecnico, è importante pensare e tenere in considerazione quelli che potrebbero essere gli effetti derivanti da vere organizzazioni che si muovono sponsorizzate dagli stati ostili”.

I nomi in campo sono visibili nel grafico:

Già ad occhio è possibile stabilire una quantità dall’uno e dall’altro lato degli schieramenti impegnati nel dai rispettivi fronti israelopalestinesi. I gruppi a favore di Hamas e della Palestina sono in netta maggioranza come possibile notare nel grafico riassuntivo:

Sono solo due, i gruppi che hanno avuto la “pazienza” di non schierarsi e precisamente Cyber Army of Russia e KromSec.

Tipologia di attacchi

La stampa italiana ha commesso l’errore, più volte smentito da Matrice Digitale, di associare alla guerra cibernetica esclusivamente gli attacchi DDOS con il fine di nascondere i danni che i wiper hanno fatto all’esercito Ucraino ed alle sue Istituzioni nei primi giorni del conflitto. Secondo la ricerca di Meridian Group e MAILBI, la mappa degli attacchi nel caso dell’attuale conflitto ha diverse tipologie di esecuzione riassunte nel grafico.

La fetta maggiore è sempre collegata agli attacchi DDOS che cambiano prospettiva di valutazione da parte della comunità informatica del Paese, che oramai non ha interesse a nascondere le pecche della pubblica amministrazione di riferimento per non perdere le commesse in tempi di grandi disponibilità di fondi pubblici nel settore.

Seguono gli attacchi classificati nel grafico come Hacked e che prevedono la modifica del contenuto di un sito web senza autorizzazione. Nella stessa proporzione circa, si dividono il terreno:

  • Hacked SMTP: attacco mirato alla penetrazione all’interno del protocollo SMTP (email).
  • Hacked and dumped DB: compromissione di un database e divulgazione delle informazioni contenute in esso.
  • Data Leaked: divulgazione e download, per il pubblico, di dati sensibili.

Obiettivi

In questi primo mese di conflitto, gli obiettivi sono stati gli organi di informazione israeliana, gli enti e le Istituzioni utili alla comunicazione sul territorio come nel caso dell’attacco all’app Red Alert che viene impiegata dagli israeliani per comunicare alla popolazione la presenza di un missile in arrivo ed è stata proposta anche in sideloading con un malware nascosto al suo interno.

Italia coinvolta

L’Italia è stata vittima di qualche attacco DDOS da parte di Mysterious Team Bangladesh al Ministero della Difesa, Banca d’Italia ed al settore dell’aviazione. Il motivo è la partecipazione attiva dell’Italia al conflitto Israelopalestinese dalla parte delle politiche di Nethanyau di cui appoggia la linea dura contro Hamas.

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Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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