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Saluto romano di Musk: esempio di fact-checking ai giornalisti con le Community Notes

Donald Trump si è insediato il 20 gennaio 2025 e, immediatamente, sono scoppiate le polemiche da parte degli “orfani della censura”. È interessante analizzare come, negli anni passati, ci sia stato chi avesse il potere di decidere cosa fosse vero o falso e addirittura di inviare segnalazioni ai datori di lavoro o agli ambienti accademici contro utenti che esprimevano idee contrastanti rispetto alla narrazione dominante. Eppure quella stessa narrazione ha proposto “balle incredibili”, trasformando il mondo dell’informazione in una sorta di propaganda da regime, sotto forma di “menestrello certificato” da entità la cui provenienza e trasparenza puzza da un miglio di marciume in barba ad agenzie di intelligence estere e deviate dal lato estremista della politica globalista.

Oggi, chi fino a ieri sosteneva che senza i fact-checker su X (ex Twitter) saremmo finiti in un mondo di “disinformazione”, si trova a fare i conti con la propria stessa disinformazione. Un esempio eclatante riguarda la notizia falsa secondo cui Elon Musk avrebbe fatto un saluto romano durante una parata pro-Trump: si è estrapolato un singolo fotogramma di un video e lo si è presentato come gesto fascista o nazista, mentre in realtà Musk aveva semplicemente allungato il braccio verso il pubblico e più volte ripetuto un gesto di saluto portandosi poi la mano sul cuore.

La notizia del saluto romano di Musk proposta come notizia del giorno da tutti i quotidiani

Questa fake news è stata propagata su X e su altri social da una parte politica che si oppone a Giorgia Meloni e alla “nuova era multipolare” di Donald Trump. Non a caso, coloro che hanno diffuso questa bufala risultano spesso collegati a posizioni londinesi, in pieno contrasto con il nuovo corso USA, o riconducibili a George Soros. L’informazione italiana subisce un grave danno di credibilità, complice la scelta di abolire i fact-checker (almeno negli Stati Uniti) e di affidare il debunking direttamente al popolo, attraverso strumenti come Community Notes grazie a cui sono emersi i limiti di chi si definiva “esperto” di verifica ma che spesso, in realtà, non aveva titoli né competenze per farlo.

Mentre i fact-checker ufficiali sono stati in silenzio per alcuni giorni osservando il caso dall’esterno (in Italia ed in Europa sono ancora presenti perché la sospensione è avvenuta solo negli USA), è stato lo stesso “popolo di X” a pubblicare moltissime foto e il video integrale, dimostrando che quel gesto di Musk era solo un segno di affetto verso il pubblico, peraltro usato anche da chiunque si trovi ad un comizio politico la cui posa, volente o nolente, si trovi in quella posizione. Ciò che avviene ora è una sorta di “debunking dal basso” dei media mainstream, spesso in contrapposizione con una stampa che tendeva a minimizzare o filtrare le informazioni secondo proprie convenienze.

Le notizie decontestualizzate nascono anche dai Fact-Checkers

Un fenomeno simile si era già verificato anni fa, quando Matrice Digitale documentò una notizia riguardante Monica Cirinnà, alla quale un utente su X aveva augurato un tumore. Tutti i giornali parlarono del caso, ma l’indagine di Matrice Digitale rivelò che quell’account era in realtà un troll che condivideva insulti a destra e a sinistra, e non un profilo riferibile a una precisa area politica. Questo esempio suggerisce come certe volte nascano notizie dal nulla, create solo per essere debunkate successivamente, in un circolo che alimenta la propaganda.

Vanitosa95 un troll di sinistra che augura il tumore su Twitter a quelli di... sinistra

È prevedibile, quindi, che vedremo altre storie inventate contro Elon Musk, Donald Trump e la loro cerchia, specialmente ora che i media tradizionali sono sempre più ignorati dal pubblico in cerca di informazione diretta. Non è casuale che, proprio nel giorno del presunto saluto romano di Musk, il Corriere della Sera abbia pubblicato per i suoi abbonati un articolo sul tema, poi rimosso. Anche Andrea Stroppa, un portavoce di Musk in Italia, ha cancellato il suo post iniziale in cui parlava di “saluto romano”, giustificandolo poi come un saluto alla “Grande Roma” da parte di Elon Musk. Nell’articolo comparivano persino riferimenti all’autismo e all’abuso di sostanze, a riprova di una campagna diffamatoria che mira a screditare Musk e Trump secondo uno schema di delegittimazione basato su fatti veri, ma spesso irrilevanti e questo ha portato gli stessi censori feriti oggi ad additare teorie avverse alla loro narrazione come complottiste in passato.

L’estremismo dei moderati di sinistra

Lo stesso atteggiamento, di cui si è accusata la destra trumpiana, sembra applicato dalla sinistra e da alcuni ambienti liberal. Il “londinese” Beppe Severnini ha diffuso la notizia del saluto romano e Roberto Saviano, ad esempio, ha parlato di “chiamata alle armi”, come accadde quando Repubblica titolò di “eliminare Salvini”. L’Unione Europea, dal canto suo, è messa alle strette e cerca di criticare Musk, accusandolo di ingerenze a favore di partiti come l’AfD in Germania, definito “estrema destra” ma che conta al suo interno persino correnti di elettorato ebraico.

La UE ha inoltre chiesto a Musk di condividere i suoi algoritmi, suggerendo che possano manipolare il flusso d’informazioni. Questa richiesta appare contraddittoria, dato che la stessa UE ha approvato interventi sugli algoritmi per spingere narrazioni sul Covid, sulla guerra in Ucraina e sull’immigrazione (quest’ultima sostenuta dal Vaticano). È noto che, durante l’amministrazione Biden, l’FBI abbia censurato contenuti scomodi, e in Europa ciò è stato possibile grazie a figure vicine ai Dem all’interno della Commissione, spesso finanziate dall’ecosistema di George Soros (citato anche dalla premier Meloni).

Matrice Digitale ricorda che, durante le presidenziali USA tra Trump e Biden-Harris, Kamala Harris aveva una portata notevole in termini di engagement su X. In Europa, come evidenziato dalla recente ricerca “Premier”, la maggior parte dei leader, compresa Giorgia Meloni, riceve più commenti negativi che positivi, anche se ciò non ne indebolisce necessariamente la popolarità complessiva. Per non parlare del fatto che gli acchiappa click sul social di Elon Musk per quanto riguarda il dibattito pubblico sull’informazione politica in Italia siano collegati all’opposizione dell’attuale governo con una visibilità roboante.

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Un test condotto da Matrice Digitale, mediante un sondaggio sulla propria pagina, ha chiesto agli utenti di scommettere sul possibile esito del conflitto russo-ucraino. Nonostante la posizione “putiniana” di una parte dello staff di Trump, il 54% degli utenti si è espresso a favore di una pace imposta più dalla Russia che da Zelensky. Questi dati testimoniano che su X c’è maggiore pluralità di voci e un’assenza di manipolazione unilaterale evidente, contrariamente a quanto sostengono i detrattori di Musk.

In definitiva, la questione dell’algoritmo e dello shadow ban, usato in passato per escludere silenziosamente utenti scomodi, mostra come la piattaforma di Musk stia invece permettendo un confronto più aperto. Le fake news e le narrazioni costruite ad arte continuano a circolare, ma è il “popolo di X” a smascherarle sempre più di frequente, mettendo in difficoltà i fact-checker tradizionali e i media mainstream. Resta da vedere se questa nuova era – con Donald Trump alla Casa Bianca e Elon Musk a capo di X – porterà un equilibrio informativo diverso o se genererà nuove forme di propaganda da ambo le parti con il rischio che si stia formando un nuovo Mainstream dove i vari CNN, NYTimes, Saviano et similia diventano i nuovi “complottisti“.

Futuro distopico o legge del contrappasso?

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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