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L'Altra Bolla

Content Creators contro la limitazione dei contenuti politici da parte di Meta

Tempo di lettura: 2 minuti. Content Creators contro la politica di Meta di limitare i contenuti politici su Instagram in danno a informazione, attivismo e democrazia

Tempo di lettura: 2 minuti.

Centinaia di creatori, riuniti da organizzazioni come GLAAD e Accountable Tech, hanno firmato una lettera aperta che esprime forte dissenso verso la nuova politica di Instagram e Threads, appartenenti a Meta, di limitare per impostazione predefinita i contenuti politici visualizzati dagli utenti. La lettera sollecita che tale limitazione diventi una funzione facoltativa, scelta dall’utente, anziché essere attivata automaticamente.

Le implicazioni della limitazione

I firmatari della lettera sostengono che la riduzione della visibilità dei contenuti politici incide negativamente sulla capacità di informare il pubblico su eventi attuali, incoraggiare l’impegno civico e sostenere una democrazia partecipativa. Tra i firmatari troviamo personalità note come il comico Alok Vaid-Menon, l’attore di Glee Kevin McHale, e diverse pagine di informazione e attivismo con milioni di follower.

Definizione ambigua di “contenuto politico”

Una delle maggiori preoccupazioni sollevate riguarda l’ampia definizione di “contenuto politico” da parte di Instagram, che include qualsiasi argomento “potenzialmente legato a leggi, elezioni o tematiche sociali“. Questo ampio margine di interpretazione potrebbe limitare la discussione su temi cruciali come il cambiamento climatico, il controllo delle armi e i diritti riproduttivi, colpendo in particolare le voci delle comunità marginalizzate.

Ripercussioni sulla sfera politica e creativa

Questa politica non solo rischia di ridurre l’engagement politico e l’attivismo online, ma potrebbe anche influire sul sostentamento dei creatori che faticano a raggiungere nuove audience. Sebbene Instagram non offra direttamente entrate ai creatori, una solida base di follower può tradursi in opportunità finanziarie, come sponsorizzazioni e collaborazioni.

Meta e il delicato equilibrio della politica

Con l’avvicinarsi delle elezioni negli Stati Uniti, la decisione di Meta di prendere le distanze dai contenuti politici potrebbe sembrare un tentativo di controllo dei danni, dati i precedenti problemi dell’azienda con il suo ruolo nelle elezioni. Tuttavia, questa scelta potrebbe portare a un’ulteriore polarizzazione, confinando gli utenti in “camere dell’eco” politiche, dove le informazioni circolano solo all’interno di cerchie preesistenti, senza esposizione a punti di vista esterni.

Dal Fact-Checking costoso al porno più redditizio

Non è un caso che i sistemi di censura predisposti da Meta sotto la sigla del Fact-Checking hanno fatto acqua da tutte le parti. La colpa è nella gestione dell’informazione sul Covid, sulle elezioni americane e sul conflitto russo ucraino a cui si aggiunge lo storico disinteresse di Zuckerberg nel fornire un servizio, costoso, di moderazione dei contenuti come si deve. Se Instagram fa più ricavi pubblicitari di YouTube non è certo per i contenuti informativi, ma per la possibilità che fornisce alle modelle creatrici di contenuti di posizionarsi con i loro profili OnlyFans. Questo fa intendere che dietro l’approccio strategico di Meta sono tanti i rischi per i minori che si trovano ad oggi nell’essere esposti a contenuti vietati e a modelli di vita sbagliati come ad esempio quello di normalizzare il sexiting a pagamento su piattaforme per adulti.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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