L'Altra Bolla
Corte di giustizia dell’Unione europea colpisce Meta per il tracciamento degli utenti
Tempo di lettura: 2 minuti. La Corte di giustizia dell’Unione europea (CJEU) ha emesso una sentenza che potrebbe avere un impatto significativo sulle capacità di Meta di tracciare e profilare gli utenti senza il loro consenso.

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso una sentenza che potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta contro il tracciamento degli utenti da parte di Meta. La sentenza, attesa da tempo, sembra aver limitato in modo significativo la capacità di Meta di aggirare la legge sulla privacy dell’UE negando agli utenti una scelta libera riguardo al suo tracciamento e profilazione.
Origini della sentenza
La sentenza affonda le sue radici in un ordine pionieristico dell’autorità antitrust tedesca, l’Ufficio federale dei cartelli (FCO), che ha trascorso anni indagando sulle attività di Facebook, sostenendo che i danni alla privacy dovrebbero essere trattati anche come abusi di concorrenza. Nel febbraio 2019, l’FCO ha ordinato a Facebook di smettere di combinare dati sugli utenti attraverso la sua suite di piattaforme social senza il loro consenso. Meta ha cercato di bloccare l’ordine nei tribunali tedeschi, il che ha portato al rinvio della questione al CJEU.
Implicazioni della sentenza
La CJEU ha concordato che le autorità della concorrenza possono considerare la protezione dei dati nelle loro valutazioni antitrust. Ha inoltre segnalato che il consenso è l’unica base legale appropriata per il contenuto ‘personalizzato’ e la pubblicità comportamentale basata sul tracciamento e sulla profilazione che Meta monetizza. Secondo la legge sulla protezione dei dati dell’UE, il consenso significa che agli utenti deve essere offerta una scelta per negare questo tipo di tracciamento senza dover rinunciare all’accesso al servizio principale. Questa è esattamente la scelta che Meta ha storicamente negato ai suoi utenti.
Conseguenze per Meta
La sentenza potrebbe avere un impatto significativo sul modello di business di Meta, che si basa in gran parte sulla raccolta e l’analisi dei dati degli utenti per la pubblicità mirata. La CJEU ha chiarito che la pubblicità personalizzata che finanzia il social network Facebook non può giustificare, come interesse legittimo perseguito da Meta Platforms Ireland, l’elaborazione dei dati in questione, in assenza del consenso dell’interessato. Questo potrebbe costringere Meta a cambiare il modo in cui raccoglie e utilizza i dati degli utenti nell’Unione Europea.
Reazioni e prossimi passi
Max Schrems, avvocato e attivista per i diritti sulla privacy, ha definito la giornata della sentenza come il “giorno del crollo del GDPR per Meta”, sostenendo che la corte ha chiuso tutte le “scappatoie” che gli avvocati dell’azienda hanno cercato di utilizzare negli ultimi cinque anni. L’organizzazione europea dei consumatori BEUC ha anche accolto con favore la sentenza, suggerendo che “apre la strada a un’applicazione più efficace contro le piattaforme digitali dominanti”. Meta, d’altra parte, non ha offerto molta risposta alla sentenza. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “Stiamo valutando la decisione della Corte e avremo di più da dire a tempo debito”.
La sentenza della CJEU potrebbe rappresentare un momento cruciale nella regolamentazione delle grandi piattaforme di social media e nella protezione della privacy degli utenti. Con la Corte che stabilisce chiaramente le aspettative riguardo al consenso degli utenti e alla raccolta di dati, le aziende come Meta potrebbero dover rivedere i loro modelli di business e le pratiche di raccolta dei dati nell’Unione Europea.
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Meta accusata di estorsione agli Utenti per la pubblicità

Meta, precedentemente conosciuta come Facebook, è stata recentemente al centro di una causa legale perchè accusata di costringere gli utenti europei a pagare per evitare la pubblicità comportamentale, in violazione delle normative sulla privacy dell’UE.
Pubblicità Comportamentale e GDPR
La pubblicità comportamentale, basata sulle abitudini di navigazione online degli utenti, è stata ritenuta in violazione del GDPR. Meta ha dovuto trovare una soluzione per rispettare la legge europea, che richiede il consenso degli utenti per mostrare annunci mirati.
La soluzione di Meta: pagare per la Privacy
Meta ha proposto agli utenti europei di pagare fino a $275 all’anno per godere di un’esperienza senza pubblicità personalizzata. Questa mossa ha trasformato la scelta degli utenti da un semplice “sì o no” a “pagare o accettare”, sollevando preoccupazioni sul fatto che i diritti fondamentali, come la protezione dei dati personali, non dovrebbero essere in vendita.
Reazioni e Critiche
Il gruppo per la privacy “nyob” (none of your business) ha criticato aspramente la decisione di Meta, sostenendo che i diritti fondamentali non possono essere messi in vendita. Il 28 novembre 2023, nyob ha presentato un reclamo contro Meta all’autorità austriaca per la protezione dei dati, considerando l’azione di Meta un ulteriore tentativo di aggirare le leggi sulla privacy dell’UE.
La risposta di Meta
Meta ha risposto sostenendo di aver ottenuto un giudizio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU) che accetta il modello di abbonamento come forma valida di consenso per un servizio finanziato dalla pubblicità. Tuttavia, è stato sottolineato che i servizi senza pubblicità, come YouTube Premium e Spotify Premium, non sono paragonabili a quelli che raccolgono dati per creare annunci personalizzati.
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CEO Meta, Snapchat, Discord, X, e TikTok testimoni al Senato USA

Il 31 gennaio 2024, alcuni dei più grandi nomi nel settore tecnologico, tra cui i CEO di Meta, X (precedentemente Twitter), TikTok, Snap e Discord, testimonieranno davanti al Senato degli Stati Uniti in una udienza riguardante lo sfruttamento online dei minori.
Dettagli dell’Udienza
La Commissione Giudiziaria del Senato ha annunciato mercoledì che ascolterà le testimonianze di Mark Zuckerberg di Meta, Linda Yaccarino di X, Shou Zi Chew di TikTok, Evan Spiegel di Snap e Jason Citron di Discord. I senatori Dick Durbin (D-IL) e Lindsey Graham (R-SC) hanno emesso citazioni giudiziarie per Yaccarino, Spiegel e Citron all’inizio di questo mese, dopo ripetuti rifiuti di comparire durante diverse settimane di negoziati. Zuckerberg e Chew hanno accettato volontariamente di testimoniare. Gli senatori affermano che l’udienza offrirà ai CEO l’opportunità di “testimoniare sul loro fallimento nel proteggere i bambini online”.
Controversie e Cause Legali
Meta è attualmente sotto processo in diversi stati per aver ingannato il pubblico sulla sicurezza di Facebook e Instagram. Nel frattempo, distretti scolastici in tutto gli Stati Uniti hanno intentato cause legali contro Meta, ByteDance, Alphabet e Snap, accusandoli di gestire piattaforme “dipendenti” per i bambini.
Dichiarazioni dei Senatori
“I nostri sforzi per proteggere i bambini online sono stati fin dall’inizio ostacolati dalla Big Tech,” hanno dichiarato in una dichiarazione congiunta i senatori Durbin e Graham. “Finalmente sono costretti ad ammettere i loro fallimenti nella protezione dei bambini. Ora che tutte e cinque le aziende stanno collaborando, non vediamo l’ora di ascoltare i loro CEO. Genitori e bambini richiedono azione.”
Sforzi bipartisan per la Sicurezza dei Minori Online
L’udienza si inserisce in uno sforzo bipartisan per rafforzare le regole di sicurezza dei minori su internet. Nel corso dell’ultimo anno, sono entrate in vigore leggi sulla sicurezza online in diversi stati con l’obiettivo di proteggere i bambini online. Tuttavia, i critici sostengono che le leggi siano troppo estese e possano fare più male che bene.
Legislazioni statali e Critiche
A marzo, lo Utah ha firmato un disegno di legge che richiederà ai minori di ottenere il consenso dei genitori per iscriversi alle piattaforme sociali, mentre sia la Louisiana che il Mississippi ora richiedono la verifica dell’età per visualizzare contenuti considerati dannosi per i bambini, come la pornografia. Altre leggi sulla sicurezza dei bambini, come il Kids Online Safety Act e il COPPA 2.0, sono state recentemente approvate dalla Commissione Commercio del Senato nonostante le resistenze degli attivisti per la privacy.
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Spotify Wrapped 2023: problemi tecnici e novità

Spotify Wrapped, l’atteso riepilogo annuale che offre un’analisi dettagliata delle abitudini di ascolto degli utenti, ha incontrato problemi tecnici poco dopo il suo lancio. Per la prima volta, Spotify ha offerto la playlist anche tramite il web, ma alcuni utenti hanno riscontrato difficoltà nell’accesso.
Errori e Difficoltà di Accesso
Molti utenti, tentando di accedere a Spotify.com/wrapped, si sono trovati di fronte a una pagina bianca con un messaggio di errore “500 Internal Server Error”. Questo problema è stato segnalato sia sulla versione desktop che mobile del sito di Spotify Wrapped. Nonostante alcuni abbiano avuto successo nell’accesso dopo vari tentativi, il sito ha mostrato messaggi di errore anche dopo il caricamento.
La domanda supera l’offerta?
L’alto numero di utenti che hanno affollato Spotify per ottenere i loro report Wrapped potrebbe aver sovraccaricato i server, causando questi problemi tecnici. The Verge ha contattato Spotify per avere chiarimenti sugli inconvenienti, ma non ha ricevuto risposte immediate.
Novità di Spotify Wrapped 2023
Nonostante i problemi tecnici, ha introdotto alcune novità interessanti. Tra queste, una funzione che assegna agli utenti una “città sonora” basata sulla musica ascoltata nel corso dell’anno, e un sistema che attribuisce un personaggio in base alle abitudini di ascolto. Gli utenti possono comunque accedere a Wrapped tramite l’app Spotify su Android e iOS.
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