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L'Altra Bolla

Denunciato da Giorgetti per aver “esclamato” una opinione

Tempo di lettura: 2 minuti. L’utente denunciato dal Ministro Giorgetti perchè ha esclamato una idea su X. Casa perquisita, indagine per minaccia alle Istituzioni

Tempo di lettura: 2 minuti.

L’utente Muffa su X (ex Twitter) scrive un commento ad una notizia sui social e viene sia perquisito sia sottoposto ad una indagine, sfociata successivamente in procedimento penale. E’ la storia che dovrebbe coinvolgere almeno il 30% del popolo social tutti i giorni, ma almeno questa volta sembrerebbe essere capitata alla persona sbagliata.

Lui, padre di famiglia e lavoratore onesto incensurato, si è trovato nel bel mezzo di una perquisizione in casa a 600 km di distanza dalla Procura di Roma che ha emesso il dispositivo. Il reato contestato è quello di una minaccia secondo l’aticolo 338 c.p. (violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario).

“Mi sa che il ministro Giorgetti ci penserà 2 volte prima di uscire di casa” riferendosi alla notizia della soppressione del Superbonus ed al tenore dei commenti sotto al post condiviso che erano alquanto inviperiti.

Seppur il reato secondo il codice penale comprenda anche una allusione, nel caso specifico sembrerebbe trattarsi più di una esclamazione piuttosto che di una minaccia rivolta al Ministro dell’Economia, che nemmeno ha l’account su quel social, visto che è stato utilizzato un modo di dire solitamente utilizzato per le esclamazioni, non essendo nemmeno rivolto a un gruppo di persone con il fine di mobilitarle tanto da far preoccupare il Ministro dall’uscire di casa.

Se poi si considera che il Ministro dell’Economia è una persona potente, che gode di una scorta e la presunta allusione al rischio della sua incolumità sotto forma di minaccia è stata rivolta da un soggetto incensurato, distante 600 km, viene da pensare anche che sia stato preso a campione un individuo sui social da una “polizia morale” che ha pescato a caso.

Democrazia a rischio?

Perché l’utente inquisito e denunciato in realtà poteva essere ognuno di noi e soprattutto il tenore del commento non può passare come reato perché a sua volta cita una notizia di un sito di informazione che aveva ricevuto commenti ancora più “tremendi” del suo. Chi ha segnalato quel commento? Siamo sicuri che si tratti del Ministro Giorgetti, del suo staff o di altre realtà di un eventuale sottobosco di censori all’azione?

Quello che bisogna imparare da questa storia, che si spera finirà con una pronta archiviazione del procedimento, è sicuramente il fatto di ben guardarsi dall’esprimere la propria opinione sui social nonostante questo sia un diritto umano universale, che trova fondamento nella carta dell’Unione Europea, facendoci fare qualche riflessione sull’impianto democratico attuale e sulla sua solidità.

Giorgetti, o chi per lui, ha mosso la macchina ministeriale per sostenere la causa legale contro il povero malcapitato che ad oggi sostiene spese legali per aver espresso una opinione sotto forma di esclamazione che all’apparenza nulla ha di scorretto e pericoloso nei confronti del Ministro dell’Economia.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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