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L'Altra Bolla

Meta e il problema della moderazione nei confronti dei palestinesi

Tempo di lettura: < 1 minuto. Meta, la società madre di Instagram, è accusata di aver oscurato e censurato contenuti legati al conflitto tra Palestina e Israele

Tempo di lettura: < 1 minuto.

Meta, la società dietro Instagram, è accusata di avere un problema di moderazione che sopprime le voci palestinesi. Gli utenti di Instagram sospettano che Meta stia “shadowbanning” (limitando la visibilità) dei contenuti riguardanti la Palestina.

Il caso di Khitam Jabr

Khitam Jabr, una cineasta palestino-americana, ha notato anomalie nel suo account dopo aver postato dei Reels riguardanti un viaggio in Cisgiordania. Nonostante i suoi contenuti non fossero politici, ha riscontrato restrizioni nel suo account.

La crisi umanitaria a Gaza e le accuse a Instagram

A seguito degli attacchi di Hamas su Israele e delle rappresaglie israeliane, molti utenti dei social media sospettano che Instagram stia censurando contenuti sulla Palestina, anche se non supportano Hamas. Gli utenti hanno anche lamentato di essere stati molestati e segnalati per aver postato contenuti sulla Palestina.

Bias inerente contro gli utenti Palestinesi

Ci sono stati numerosi incidenti sulle piattaforme Meta che riflettono un bias inerente contro gli utenti palestinesi. Ad esempio, Meta ha difficoltà a navigare nelle sfumature culturali e linguistiche dell’arabo e spesso i contenuti in arabo vengono segnalati come potenzialmente violatori a tassi significativamente più alti rispetto ai contenuti in ebraico.

Storia di soppressione

Durante l’ultimo grave conflitto tra Hamas e Israele nel 2021, gli utenti hanno accusato Meta di rimuovere post e sospendere account che esprimevano sostegno ai palestinesi. La EFF (Electronic Frontier Foundation) ha descritto le azioni di Meta come una “censura sistematica delle voci palestinesi”.

Miglioramenti da parte di Meta?

Meta si è impegnata ad attuare cambiamenti politici basati sulle raccomandazioni di un rapporto, come l’aggiornamento delle parole chiave associate a organizzazioni pericolose e la divulgazione delle richieste governative di rimozione dei contenuti. Tuttavia, nonostante gli sforzi apparenti di Meta per diversificare le sue risorse linguistiche, l’arabo viene ancora segnalato in modo sproporzionato come violatore.

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