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L'Altra Bolla

Parenzo attacca La Verità con la strumentalizzazione della Shoah

Tempo di lettura: 2 minuti. Il conduttore attacca il giornale che rovina la reputazione del suo modo di fare informazione e mette in imbarazzo la comunità ebraica con il suo modo di sciacallare fatti storici come la shoah per fini personali

Tempo di lettura: 2 minuti.

David Parenzo è un furbone che sa bene come coinvolgere le masse sui social e per guadagnare qualche like in più o utilizza violenza “sputategli nel piatto dove mangiano” oppure strumentalizza la Shoah per vestirsi da vittima che merita attenzione e soprattutto comprensione per i suoi modi di fare.

Dopo giorni di magra dei consensi, eccolo tornare sui social con un attacco diretto al giornale La Verità per via di un titolo, anzi un occhiello, che si riferisce alla questione del gas citando “le camere senza gas”.

L’effetto avuto è stato quello di ottenere molti like, ma altrettanti commenti che lo hanno ricoperto di dissenso al pari dei mi piace che ha ottenuto. L’attacco di Parenzo in realtà nasconde un magone che hanno molti giornalisti nei confronti del giornale diretto da Bel Pietro perché macina segni positivi di crescita a differenza delle testate che Parenzo ama ospitare nelle trasmissioni televisive da lui co condotte.

Un soggetto pericoloso per il popolo ebraico

Se da un lato, Parenzo si propone come difensore dei diritti del popolo ebraico, egli stesso è parte di quel gioco rischioso che apre delle polemiche inutili su una comunità ampiamente rispettata nel nostro paese, considerato tra l’altro tra i più accoglienti e meno antisemiti d’Europa. Alludendo ad una provocazione che nulla ha a che vedere con la Shoah, bensì con le “camere delle case senza gas” per i motivi che conosciamo, di cui Parenzo è moralmente responsabile vista la sua attività di informazione in favore delle politiche che hanno nascosto il problema del razionamento e della speculazione fin quando la situazione non è diventata insostenibile.

Il conduttore spesso sfrutta la questione ebraica creando casi che non esistono, per poi gridare all’antisemitismo se qualcuno glielo rinfaccia: l’ennesimo strumento subdolo ed eversivo che il giornalista prova a mettere in campo, che dovrebbe aiutare il popolo ebraico, ma genera l’effetto opposto.

Le comunità italiane dovrebbero ben guardarsi dall’avere un “rappresentante” dei suoi diritti irrispettoso verso il prossimo e soprattutto “sciacallo” di disgrazie che meritano rispetto senza che vengano utilizzati per fini di successo personali. Non è solo pretestuoso il suo tweet, ma i commenti del pubblico, molto corretti, dovrebbero far aprire un occhio alla comunità sull’opportunità di farsi rappresentare sui social da persone più stimate, più acculturate, e prendere le distanze da chi vuole accendere lo scontro in un paese dove tutto è molto calmo e rispettoso nonostante le sbavature che ci sono ovunque.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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