X attaccato da NewsGuard sulla disinformazione

da Redazione
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X, precedentemente noto come Twitter, sta affrontando critiche per la sua politica di condivisione dei ricavi pubblicitari, in particolare per quanto riguarda gli account verificati “Premium” che diffondono disinformazione secondo l’ultima ricerca di NewsGuard.

Dettagli del rapporto di NewsGuard

NewsGuard, un’organizzazione di controllo della disinformazione a scopo di lucro, ha rilevato che alcuni account “Premium” con il bollino blu su X, che diffondono disinformazione, potrebbero essere idonei al programma di condivisione dei ricavi pubblicitari di X. Il rapporto di NewsGuard ha analizzato gli annunci pubblicitari apparsi su 30 post dal 13 al 22 novembre, che hanno fatto affermazioni cospirative sulla guerra tra Israele e Hamas, raggiungendo un totale di 92 milioni di visualizzazioni.

Contenuti del rapporto

  • Gli account menzionati nel rapporto hanno tutti più di 100.000 follower e sono stati classificati come “super diffusori di disinformazione”.
  • I post analizzati avanzavano affermazioni false o fuorvianti sulla guerra tra Israele e Hamas, precedentemente smentite da NewsGuard.
  • Il rapporto ha documentato 30 post con “affermazioni false o gravemente fuorvianti sulla guerra tra Israele e Hamas”, di cui 24 avevano annunci pubblicitari di 86 grandi marchi, enti no profit, istituzioni educative e governi al di sotto di essi.
  • 15 dei 30 post avevano note della comunità allegate, il che dovrebbe renderli ineleggibili per la condivisione dei ricavi secondo le dichiarazioni di Elon Musk, proprietario di X.

Reazioni e risposte

X ha affrontato critiche per aver messo annunci su discorsi d’odio o affermazioni false. Grandi aziende come Apple e Disney hanno ritirato la pubblicità e interrotto la pubblicazione su X in seguito a un rapporto che mostrava contenuti pubblicitari sotto post pro-nazisti. X ha risposto alle richieste di commento con un’autoriposta via email, indicando “Occupato ora, per favore controlla più tardi”.

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Questo caso solleva preoccupazioni significative sulla responsabilità delle piattaforme di social media nella gestione della disinformazione e dell’etica pubblicitaria. La situazione mette in luce la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità nell’ambito della condivisione dei ricavi pubblicitari, specialmente quando si tratta di contenuti potenzialmente dannosi o fuorvianti.

Si può anche come

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