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L'Altra Bolla

X pensa di rimuovere i titoli dagli articoli e prende critiche da ebrei

Tempo di lettura: 1 minuto. X, precedentemente Twitter, sta considerando di rimuovere i titoli dagli articoli condivisi e affronta critiche per la sua gestione dei contenuti offensivi.

Tempo di lettura: 1 minuto.


X, precedentemente noto come Twitter, sta valutando la possibilità di rimuovere i titoli dagli articoli condivisi sulla piattaforma. Questa mossa potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel modo in cui le notizie vengono presentate e condivise sul sito. Tuttavia, la piattaforma è anche al centro delle critiche per la sua gestione dei contenuti offensivi.

Dettagli sulla nuova funzionalità

Quando un articolo viene condiviso su X, potrebbe mostrare solo l’immagine principale e l’URL dell’articolo, a meno che chi condivide il link non aggiunga un testo personalizzato. Nonostante non ci siano dettagli precisi sulla data di lancio di questa funzione, una fonte ha dichiarato: “È qualcosa che Elon vuole. Lo stavano presentando agli inserzionisti, che non l’hanno apprezzato, ma sta succedendo”.

Controversie sulla moderazione dei contenuti

Il Memorial and Museum Auschwitz-Birkenau ha postato su X riguardo a una risposta offensiva che aveva ricevuto. Nonostante avessero segnalato la risposta, X ha dichiarato che, dopo aver esaminato le “informazioni disponibili”, non erano state violate alcune regole. Elon Musk, che si definisce un assoluto sostenitore della libertà di espressione, nega che ci sia stato un aumento dei post d’odio da quando ha preso il controllo di Twitter. Ha anche affermato che il discorso d’odio è diminuito di un terzo.

X ammette che il suo team responsabile della moderazione del discorso d’odio è più piccolo rispetto a prima dell’arrivo di Musk. Tuttavia, sostiene che il suo nuovo approccio, che si basa su una tolleranza zero per i materiali illegali e sulla rimozione degli annunci da materiali offensivi ma legali, sia più efficace.

Tuttavia, X Corp ha avviato un’azione legale contro il CCDH. In una lettera legale, il suo avvocato, Alex Spiro, ha sostenuto che la ricerca era “poco più di una serie di affermazioni infiammatorie, fuorvianti e non supportate basate su una revisione superficiale di tweet casuali”.

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