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Facebook non è collegato a danni psicologici secondo Oxford

Tempo di lettura: 2 minuti. Uno studio dell’Oxford Internet Institute suggerisce che non ci sono prove che la diffusione globale di Facebook sia collegata a danni psicologici diffusi.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Nonostante le preoccupazioni comuni riguardo ai potenziali danni psicologici causati dai social media, uno studio recente dell’Oxford Internet Institute (OII) suggerisce che la diffusione mondiale di Facebook non è collegata a danni psicologici su larga scala.

Dettagli dello studio

La ricerca ha esaminato come il benessere è cambiato in 72 paesi con la crescita dell’uso della piattaforma social. Questo studio contrappone la credenza comune che i social media siano psicologicamente dannosi. Molti paesi, tra cui il Regno Unito, stanno considerando una legislazione per proteggere gli utenti dei social media dai danni online.

Contesto

Meta, la società che possiede Facebook, è stata sotto esame dopo testimonianze di whistleblower e report basati su leak che suggerivano che le ricerche interne dell’azienda indicassero impatti negativi su alcuni utenti. Tuttavia, questa ricerca si è concentrata solo su Facebook e non su altre piattaforme di Meta, come Instagram.

Punti chiave della ricerca

Il Prof. Andrew Przybylski, dell’OII, ha dichiarato che lo studio ha cercato di rispondere alla domanda sul legame tra la saturazione dei social media in un paese e il benessere della sua popolazione. Ha sottolineato che, nonostante la percezione comune, i dati analizzati non mostrano un impatto negativo del social media sul benessere.

Limiti dello studio

Sebbene lo studio abbia esaminato l’impatto generale dell’uso di Facebook a livello nazionale, non ha analizzato in dettaglio i rischi presentati da determinati tipi di contenuti o l’impatto su gruppi di persone con particolari vulnerabilità.

Chiamata per dati migliori

Il Prof. Przybylski ha sottolineato la necessità di avere accesso a dati migliori da parte delle aziende tecnologiche per rispondere alle domande sull’effetto dei social media. Ha paragonato la situazione attuale a “gridare al lupo” sui social media senza avere gli strumenti adeguati per rilevare i reali pericoli.

Reazioni esterne

Il Prof. Sonia Livingstone, della London School of Economics, ha sottolineato che, sebbene lo studio offra una critica valida alle preoccupazioni legate al tempo trascorso davanti agli schermi, è troppo generale per essere rilevante nei dibattiti regolamentari o clinici attuali.

Lo studio, basato su un vasto set di dati forniti da Facebook, suggerisce che non c’è evidenza che l’adozione crescente dei social media abbia un impatto negativo sul benessere psicologico. Tuttavia, come sempre, è essenziale interpretare i risultati con cautela e considerare la necessità di ulteriori ricerche in virtù anche del fatto che negli Stati Uniti si sia dimostrato scientificamente il contrario.

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