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Garante della privacy UE contro il trattamento dei dati di Europol

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) ha chiesto alla massima corte europea di eliminare le norme modificate che consentono a Europol di legalizzare retroattivamente il trattamento dei dati personali di persone che non hanno legami con attività criminali, affermando che le norme minano la sua autorità.

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Il 16 settembre il GEPD (Garante europeo della protezione dei dati), che garantisce che le istituzioni e gli organismi dell’UE rispettino le norme sulla privacy del blocco, ha presentato una denuncia alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) con sede a Lussemburgo.

In questione sono due modifiche alle norme che regolano Europol, concordate dai Paesi e dai legislatori dell’UE ed entrate in vigore il 28 giugno.

Prima delle modifiche, Europol era tenuto a verificare entro sei mesi se i dati personali raccolti fossero collegati ad attività criminali e a cancellarli entro il 4 gennaio 2023 se non vi era tale collegamento. Le modifiche significano che Europol può continuare a conservare i dati che non sono ancora stati cancellati.

La richiesta del GEPD alla CGUE è “per assicurarsi che il legislatore dell’UE non possa “spostare indebitamente i paletti” nell’area della privacy e della protezione dei dati”, ha dichiarato il responsabile del GEPD Wojciech Wiewiorowski in un comunicato.

Il legislatore europeo Patrick Breyer ha applaudito la mossa del GEPD.

“È vero che la cooperazione di polizia in Europa è di vitale importanza, ma deve rispettare lo stato di diritto”, ha dichiarato.

“A causa di queste vaste raccolte di dati, milioni di cittadini innocenti rischiano di essere sospettati ingiustamente di un crimine solo perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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