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Petizione online per il ripristino di ChatGPT in Italia

Tempo di lettura: < 1 minuto. Accademici e imprenditori italiani si uniscono per chiedere un aggiornamento delle norme sull’intelligenza artificiale

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Una petizione su Change.org, firmata da accademici e imprenditori italiani, chiede il ripristino di ChatGPT e un aggiornamento delle norme sull’intelligenza artificiale. La petizione nasce dopo la richiesta del Garante italiano per la protezione dei dati personali di sospendere il trattamento dei dati degli utenti, portando al blocco di ChatGPT in Italia.

Un danno a cittadini, professionisti e imprese italiane

I firmatari sostengono che il blocco di ChatGPT abbia creato un grave danno a molti cittadini, professionisti e imprese italiane a diversi livelli di sviluppo. ChatGPT viene descritto come l’avvio di un nuovo mondo, comparabile all’avvento di Internet.

Richiesta di aggiornamento del quadro normativo

La petizione chiede anche un aggiornamento del quadro normativo, compreso il GDPR, la legge europea sulla privacy, che ha ormai dieci anni d’età. Gli autori della petizione sostengono la necessità di bilanciare la difesa della privacy reale con la promozione di diritti importanti per il benessere e la prosperità dei cittadini italiani ed europei.

Appello alle autorità nazionali ed europee

Viene lanciato un appello alle autorità nazionali ed europee affinché intervengano per evitare che il blocco di ChatGPT perduri e che l’Italia e l’Europa diventino luoghi ostili all’innovazione e al progresso economico e sociale. Oltre a questa petizione, ne sono apparse altre su Change.org che chiedono il ripristino di ChatGPT in Italia.

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