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Sequestrati 13 domini che offrivano servizi DDoS su richiesta per attività criminali

Tempo di lettura: 2 minuti. Gli Stati Uniti colpiscono nuovamente i servizi DDoS su richiesta, sequestrando 13 domini dedicati a queste attività illegali.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Le autorità statunitensi hanno annunciato il sequestro di 13 domini internet che offrivano servizi DDoS su richiesta ad altri attori criminali. L’operazione fa parte di un’iniziativa internazionale in corso, denominata Operation PowerOFF, volta a smantellare le infrastrutture criminali DDoS su richiesta in tutto il mondo.

Un’operazione internazionale contro i servizi DDoS su richiesta

Il sequestro dei domini avviene a cinque mesi di distanza da un’operazione simile effettuata nel dicembre 2022, che ha smantellato 48 servizi analoghi che consentivano a utenti paganti di lanciare attacchi DDoS distribuiti contro obiettivi di interesse, come distretti scolastici, università, istituzioni finanziarie e siti web governativi, secondo quanto riportato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DoJ).

Dieci dei 13 domini illeciti sequestrati sono reincarnazioni di servizi booter o stresser precedentemente chiusi alla fine dell’anno scorso.

Quattro individui si dichiarano colpevoli nel dicembre 2022

In parallelo al sequestro dei domini, il DoJ ha anche affermato che quattro dei sei individui che erano stati accusati nel dicembre 2022 in relazione alla gestione dei servizi hanno accettato di dichiararsi colpevoli. I quattro imputati – Jeremiah Sam Evans Miller, 23 anni, di San Antonio, Texas; Angel Manuel Colon Jr., 37 anni, di Belleview, Florida; Shamar Shattock, 19 anni, di Margate, Florida; e Cory Anthony Palmer, 23 anni, di Lauderhill, Florida – saranno presumibilmente condannati entro la fine dell’anno.

La piattaforma Try2Check viene chiusa

L’annuncio arriva pochi giorni dopo la chiusura di Try2Check (conosciuta anche come Try2Services), a seguito di un’indagine durata un decennio. Try2Check era una piattaforma illegale online che consentiva agli attori delle minacce di verificare lo stato dei numeri di carte di credito rubate in loro possesso e determinare se fossero validi e attivi.

Il DoJ ha inoltre accusato un cittadino russo di 43 anni, Denis Gennadievich Kulkov, per il suo ruolo nella creazione e trasformazione del servizio in uno “strumento principale del commercio illecito di carte di credito”, offrendo una ricompensa di 10 milioni di dollari per chi contribuirà a stanarlo.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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