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Spotify licenzia 1.500 dipendenti

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Spotify, la nota piattaforma svedese di streaming audio, ha annunciato un taglio significativo del proprio personale come misura di riduzione dei costi. Secondo un memo pubblico di Daniel Ek, co-fondatore e CEO di Spotify, circa il 17% della forza lavoro sarà ridotto, equivalente a circa 1.500 dei 9.241 dipendenti a livello globale.

Quali sono le cause di questa Decisione?

La decisione di Spotify di ridurre il personale segue una serie di licenziamenti avvenuti nel corso dell’anno. A gennaio, 600 persone sono state licenziate, seguite da altri 200 dipendenti della divisione Podcast a luglio. Questi tagli, uniti all’aumento dei prezzi del servizio Premium, riflettono gli sforzi dell’azienda di colmare il divario tra gli obiettivi finanziari e i costi operativi attuali.

Crescita e sfide di Spotify

Negli anni 2020 e 2021, Spotify ha visto un significativo aumento del personale, quasi raddoppiando i dipendenti per potenziare i contenuti, il marketing e nuovi verticali. Tuttavia, nonostante una maggiore produttività nel 2022 e 2023, l’azienda non è riuscita a migliorare l’efficienza operativa, portando a misure drastiche.

Condizioni per i dipendenti Licenziati

Spotify ha assicurato che ogni dipendente licenziato riceverà un indennizzo pari a circa cinque mensilità, oltre al pagamento delle ferie non godute. Durante il periodo di licenziamento, sarà fornita anche l’assistenza sanitaria, e i dipendenti potranno cercare un nuovo impiego dopo due mesi.

Prospettive future per Spotify

Daniel Ek ha sottolineato che questi cambiamenti permetteranno a Spotify di adottare un approccio più focalizzato. La riduzione del personale non è vista come un passo indietro, ma come una “riorientazione strategica”. I dipendenti rimanenti sono incoraggiati a essere “instancabilmente ingegnosi” nelle future operazioni, nella risoluzione dei problemi e nell’innovazione.

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