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Zoom chiarisce i termini sull’IA dopo le polemiche

Tempo di lettura: 2 minuti. Dopo una forte reazione negativa riguardo ai termini sull’IA, Zoom ha aggiornato i suoi termini di servizio, precisando che non utilizzerà i contenuti degli utenti per addestrare l’IA senza il loro consenso.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Zoom, la piattaforma di videoconferenza, ha recentemente aggiornato i suoi termini di servizio in risposta alle polemiche suscitate da una sezione relativa alla raccolta di dati tramite IA. L’azienda ha chiarito che non utilizzerà i contenuti degli utenti per addestrare modelli di intelligenza artificiale senza il loro esplicito consenso.

Dettagli sulla controversia

Durante il fine settimana, numerosi utenti di Zoom hanno minacciato di abbandonare la piattaforma dopo aver scoperto termini che suggerivano che l’azienda avrebbe utilizzato un’ampia gamma di contenuti dei clienti per addestrare modelli di IA. In un post del 7 agosto, Zoom ha dichiarato che i termini relativi all’IA erano stati aggiunti a marzo e ha ribadito che non utilizzerà alcun dato dei clienti per l’addestramento dell’IA senza il loro consenso. I termini sono ora stati aggiornati per includere una dichiarazione simile: “Nonostante quanto sopra, Zoom non utilizzerà contenuti audio, video o chat dei clienti per addestrare i nostri modelli di intelligenza artificiale senza il vostro consenso”. Zoom ha spiegato che le sue offerte di IA – uno strumento di sintesi delle riunioni e un compositore di messaggi – sono opzionali, con i proprietari o gli amministratori dell’account in grado di controllare l’attivazione degli strumenti.

Reazioni della comunità online

Prima che Zoom aggiungesse chiarimenti ai suoi termini, diversi utenti su Twitter avevano espresso preoccupazione per i termini sull’IA, con molti che chiedevano un boicottaggio di Zoom fino all’aggiornamento dei termini. Le preoccupazioni erano sorte a causa dei termini in cui gli utenti acconsentivano all’uso, alla raccolta, alla distribuzione e all’archiviazione da parte di Zoom dei “Dati generati dal servizio” per qualsiasi scopo, compresa la formazione di modelli di IA e machine learning. Altri termini concedevano a Zoom il diritto di utilizzare contenuti generati dai clienti per, tra le altre cose, l’addestramento e il test di machine learning e IA.

Mossa di altre aziende tecnologiche

Anche altre aziende tecnologiche hanno recentemente aggiornato le loro politiche sulla privacy per fare spazio alla raccolta di dati per addestrare l’IA. Ad esempio, le politiche di Google sono state aggiornate a luglio, permettendo all’azienda di utilizzare dati pubblici per l’addestramento all’IA. Nel frattempo, cresce la preoccupazione per l’uso dell’IA da parte delle aziende tecnologiche e le possibili implicazioni sulla privacy. A giugno, i gruppi di protezione dei consumatori dell’Unione Europea hanno sollecitato i regolatori a indagare sui modelli di IA utilizzati in chatbot come ChatGPT di OpenAI o Bard di Google. Questi gruppi erano preoccupati per la disinformazione, la raccolta di dati e la manipolazione generata dai bot.

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