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La Cina denuncia di aver trovato NOPEN: software spia della NSA
La Cina ha catturato uno strumento di spionaggio distribuito dalla National Security Agency degli Stati Uniti, che è in grado di appostarsi nel computer di una vittima per accedere a informazioni sensibili e si è scoperto che ha controllato le apparecchiature internet globali e ha rubato grandi quantità di informazioni degli utenti, secondo un rapporto che il Global Times ha ottenuto dal National Computer Virus Emergency Response Center in esclusiva.
Secondo il rapporto, il cavallo di Troia, “NOPEN“, è uno strumento di controllo remoto per sistemi informatici Unix/Linux. Viene utilizzato principalmente per rubare file, accedere ai sistemi, reindirizzare la comunicazione di rete e visualizzare le informazioni di un dispositivo di destinazione.
Attraverso l’analisi tecnica, il centro ritiene che il cavallo di Troia “NOPEN” è caratterizzato da una tecnologia complessa, funzioni complete e forte occultamento, che può adattarsi a una varietà di architetture di processori e sistemi operativi. Può anche collaborare con altre armi informatiche ed è un tipico strumento utilizzato per lo spionaggio informatico.
Il rapporto è arrivato dopo che la NSA è stata esposta a lanciare attacchi informatici contro 47 paesi e regioni per un decennio, con dipartimenti governativi cinesi, aziende high-tech e istituti militari tra gli obiettivi principali. Sotto la sorveglianza della NSA, la privacy e le informazioni sensibili di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo sono state esposte, come “andare in giro nudi“.
Gli esperti di sicurezza informatica hanno detto al Global Times che una volta che il Trojan è stato piantato nel computer di una vittima, sarebbe diventato un “lurker” in attesa del “codice” e aprendo la “porta del caveau” per gli hacker. Il trojan potrebbe anche trasformare il computer di una vittima in una torre-ponte, permettendo agli hacker di andare più in profondità nel gruppo in cui la vittima lavora e afferrare le informazioni dell’azienda.
Secondo il rapporto del centro, il “NOPEN” può controllare a distanza la maggior parte dei server e terminali di rete esistenti, che possono essere impiantati manualmente dagli attaccanti, o le piattaforme di cyberattacco della NSA. Può eseguire una varietà di istruzioni come il furto e la distruzione di informazioni.
Le prove dimostrano che la NSA ha usato il cavallo di Troia “NOPEN” per controllare un gran numero di dispositivi internet in tutto il mondo e rubare i dati sulla privacy degli utenti, che ha causato perdite inestimabili.
Secondo i documenti interni della NSA trapelati dal gruppo di hacking Shadow Brokers, “NOPEN” è una delle potenti armi utilizzate dal Tailored Access Operations (TAO) della NSA per attaccare e rubare segreti.
“Come braccio di ricerca e sviluppo della massima potenza militare del mondo, la NSA non può sviluppare armi che arrugginiscono nei loro arsenali“, ha detto un esperto cinese di cybersicurezza al Global Times a condizione di anonimato. “La comunità internazionale ha imparato dallo scandalo PRISM che l’agenzia di intelligence militare degli Stati Uniti ha condotto il monitoraggio della rete e il cybertheft dei paesi di tutto il mondo per molto tempo, e queste armi informatiche sono un mezzo importante della sua attuazione del monitoraggio della rete.”
Nell’aprile 2017, Shadow Brokers ha rilasciato un gran numero di strumenti di cyberattacco sviluppati dalla NSA. Poiché la NSA è affiliata al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, gli strumenti sono ampiamente ritenuti utilizzati per scopi militari come “armi informatiche“.
Ad esempio, il 12 maggio 2017, il ransomware mondiale WannaCry ha utilizzato EternalBlue, un exploit informatico sviluppato dalla NSA per attaccare i computer senza patch, che ha portato gravi danni e perdite di dati a molte imprese e individui, secondo i rapporti dei media. L’incidente ha permesso alla comunità internazionale di assistere per la prima volta al terribile potere delle armi informatiche, ma tali armi di distruzione di massa sono solo la punta dell’iceberg del vasto arsenale della NSA.
“La stragrande maggioranza dell’arsenale della NSA consiste in caccia e sottomarini stealth che possono facilmente attaccare le vittime a loro insaputa“, ha detto l’esperto anonimo, notando che il cavallo di Troia “NOPEN” è l’arma principale dell’arsenale della NSA.
L’esperto ha detto che il rapporto del centro suona un allarme per il mondo, poiché è probabile che ci sia un gran numero di vittime non individuate online, che affrontano a lungo termine e gravi rischi di cybersicurezza. La fuga e la proliferazione di queste armi informatiche aggravano ulteriormente la situazione sempre più grave della sicurezza della rete, mettendo in serio pericolo la sicurezza generale del cyberspazio, trasformando il confronto militare nel cyberspazio in un gioco “a somma zero”.
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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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